Enrico Chillè per leggo.it
terapia israele
Arriva da Israele una grande speranza per una possibile cura contro il Covid-19. Non si tratta di un vaccino, bensì di una terapia, sviluppata dopo l'isolamento di alcuni anticorpi monoclonali neutralizzanti.
Il primo annuncio era giunto lo scorso 5 maggio: nel laboratorio dell'Israel Institute for Biological Research (Ibbr), i ricercatori erano riusciti a isolare una proteina che, una volta inserita nel corpo di un paziente malato di Covid, ha la funzione di immunosoppressore e permette di frenare il decorso della malattia, fino ad una graduale guarigione. Già allora, da Israele, erano giunti annunci trionfalistici: «Non si tratta di un vaccino, quindi non permetterà di prevenire la malattia, ma può essere un ottimo punto di partenza per una cura efficace, in grado di salvare vite».
vaccino
Nelle ultime settimane si sono registrati ulteriori progressi, con i ricercatori israeliani che sono riusciti a individuare e isolare altri sette diversi tipi di anticorpi. L'obiettivo ora è quello di ultimare tutte le sperimentazioni necessarie della terapia e, una volta raggiunti i risultati auspicati, iniziare una produzione su larga scala di un farmaco in grado di frenare gli effetti del Covid-19 sull'organismo. Naftali Bennet, ministro della Difesa di Israele, dopo aver visitato i laboratori dell'Ibbr si è detto molto ottimista sull'efficacia di questa cura.
Negli stessi laboratori, i ricercatori israeliani stanno lavorando ad un possibile vaccino: i primi risultati sono incoraggianti, dopo l'esito positivo della prima sperimentazione sui topi. La strada, però, è ancora lunga e piena di difficoltà, anche perché rimangono comunque possibili le mutazioni del virus ed un vaccino vero e proprio potrebbe anche risultare inefficace. Per questo motivo, accanto alla prevenzione, si lavora anche ad un trattamento che costituisca un vaccino passivo, in grado non di prevenire l'infezione ma di curare i pazienti in caso di contagio.
vaccino anti-covid