GIANLUIGI TORZI
Fabrizio Massaro e Mario Gerevini per il "Corriere della Sera"
Magistrati vaticani contro giudici inglesi. È un capitolo di sette pagine, dai toni durissimi, «dedicato» alla Crown Court di Southwark (Londra) e in particolare al giudice Tony Baumgartner. Siamo «dentro» le quasi 500 pagine dell' inchiesta sulla gestione dei fondi della Segreteria di Stato con le argomentatissime richieste di citazione in giudizio per il cardinale Angelo Giovanni Becciu, i finanzieri Gianlugi Torzi, Raffaele Mincione, Enrico Crasso & C.
SOUTHWARK CROWN COURT
Ma, appunto, a sorpresa a pagina 300 ci si imbatte in questa lunga parentesi, quasi uno sfogo. Per esempio, a proposito di un documento che il giudice inglese ha ritenuto «probante», i promotori di giustizia del Papa scrivono che «è davvero inquietante che detto documento () abbia fatto il giro di mezza Europa per approdare nel fascicolo del giudice inglese, con le aberranti conclusioni da lui formulate».
giovanni angelo becciu papa francesco bergoglio
Ma che c' entra una corte di Londra in questa storia? E perché ha così irritato i magistrati d' Oltretevere? Rewind di tre mesi. Verso fine marzo, quando già l' inchiesta vaticana avviata nell' estate 2019 era in dirittura d' arrivo, piomba sugli uffici giudiziari della Santa Sede un provvedimento firmato Baumgartner che boccia la richiesta di sequestro avanzata dal Vaticano sui conti del broker Torzi, che ha casa e ufficio non lontano da Buckingham Palace. Il giudice inglese lo fa entrando nel merito dei fatti e formulando ai colleghi della Santa Sede domande solo apparentemente banali.
stabile di sloane avenue londra
Chiede, per esempio, «perché se la Segreteria - si legge nel fascicolo di Londra - era di fronte a un truffatore (Torzi secondo l' accusa, ndr ) gli è stato procurato un incontro con il Papa? E perché era trattato con cortesia?». Per la cronaca, Torzi - che a novembre 2018 avrebbe prese il controllo di Sloane Avenue con l' inganno secondo il Vaticano - il 26 dicembre fu ammesso in udienza privata da Francesco.
giovanni angelo becciu
«Per ammorbidirlo», è la risposta dei giudici vaticani. E poi: perché il Sostituto Edgar Peña Parra ha pagato 15 milioni a Torzi per lasciare il controllo del palazzo, che era formalmente del Vaticano?
«Per non esporre la Segreteria di Stato ai media sull' operazione», la replica. Su monsignor Alberto Perlasca, capo degli investimenti nell' era Becciu, non rinviato a giudizio, «il Prof. Avv. Alessandro Diddi - scrive Baumgartner - dice che era incapace e inetto».
GIANLUIGI TORZI PAPA BERGOGLIO
È una pronuncia su uno spicchio del giallo vaticano che però sembra smontare parti importanti dell' inchiesta, perché ha dato ragione alla difesa di Torzi. Ma i magistrati del Papa si prendono una sorta di rivincita: lamentandosi «di aver sempre evaso - non sempre ricambiati - con piena lealtà (...) quanto richiesto» scrivono che la corte britannica è «completamente ignara della organizzazione della Segreteria» e che quindi «è doveroso dare contezza delle gravi imprecisioni contenute nella decisione» di Baumgartner e delle «inconfutabili contraddizioni» rispetto alle «risultanze processuali acquisite». E respingono la critica di aver presentato deposizioni generiche «sul sentito dire»: «Questo Ufficio ha cercato di riscontrare il narrato di chiunque con dati di prova materiale».
papa francesco bergoglio edgar pena parra
Tra i documenti depositati a Londra, spunta una mail inviata dall' arcivescovo Peña Parra a Torzi il 22 gennaio 2019 per trovare un accordo sulla buonuscita al broker, che chiede 20 milioni a fronte di un' offerta di 5,5.
«Caro signor Gianluigi Torzi - scrive Peña - (.) io sono dell' opinione che questo importo è adeguato e congruo a condizione che nessun problema sia evidenziato dalle due parti. Come abbiamo già concordato, vogliamo concludere la questione nel più breve tempo possibile e quindi faccio pieno affidamento sulla vostra collaborazione. Cordiali saluti». Per il giudice inglese da questa mail traspare «una trattativa commerciale tra due parti indipendenti».
RAFFAELE MINCIONE
Per i magistrati vaticani, invece, si colloca in una fase di altissima tensione «e piuttosto che una lettera cordiale sembra essere una supplica della Segreteria a Torzi». Il quale, subito dopo, scrive su WhatsApp ai suoi avvocati: «Sì sì possono con rispetto andare serenamente a fan... :)».
I magistrati d' Oltretevere chiosano con l' ultima stoccata al collega d' Oltremanica: «Sembrano, a questo punto, superflui commenti ulteriori sul significato della mail così tanto valorizzata dal giudice Baumgartner».
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