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1. HAMAS INVOCA FORTE PRESA DI POSIZIONE DEI PAESI MUSULMANI
(ANSA) - Dopo il bombardamento nel campo profughi di Jabalia, Hamas esorta i paesi arabi e musulmani "a prendere una posizione storica e decisiva per fermare i massacri" commessi da Israele, e quello che descrive come un "genocidio" contro il popolo palestinese. Lo riferisce Al Jazeera online, secondo cui in un comunicato Hams afferma inoltre che "il massacro dell'occupazione terroristica sionista nel campo di Jabalia è tollerato da tutti i paesi, governi e organizzazioni che sostengono questa entità terroristica sionista".
2. INFURIA LA BATTAGLIA NELLA STRISCIA DI GAZA STRAGE A JABALIA
Estratto dell’articolo di Daniele Raineri per “la Repubblica”
Un raid aereo israeliano ha colpito il quartiere di al Yafawiya, cuore del campo profughi di Jabalia, che è il più grande e denso della Striscia di Gaza ed è piazzato nel Nord quasi al confine con Israele.
ebrahim biari uno dei capi di hamas ucciso a jabalia
L’agenzia France Presse ha mandato sul posto i suoi operatori a fare video e poi ha contato i corpi che si vedono estratti da sotto le macerie durante le riprese, sono quarantasette. L’ospedale indonesiano nella vicina area di Beit Lahia che riceve sia i cadaveri sia i feriti da curare conferma, cinquanta morti – fra loro anche bambini – e il numero coincide con la dichiarazione del ministero della Sanità di Gaza, controllato da Hamas. C’è un problema: poche ore dopo è sceso il buio e senza elettricità non si poteva continuare a scavare alla ricerca di sopravvissuti o morti e, come avverte Reuters ,non c’è modo di verificare questi numeri in tempo utile.
i cadaveri dopo il bombardamento del campo profughi di jabalia
Come tutti i campi profughi palestinesi, anche Jabalia è diventato nei decenni un accrocchio di edifici a molti piani attaccati gli uni agli altri e percorso da un reticolo di viuzze. Il bombardamento ha creato uno spazio vuoto nel mezzo del campo, dove le figure degli uomini sembrano piccole e fanno su e giù dai pendii friabili del cratere che ha preso il posto dei palazzi, sollevando corpi e scavando con le mani.
Un testimone davanti a una telecamera parla così: «È un altro massacro, sono crollate trenta o quaranta case, ci sono pezzi di cadaveri e gente che cerca i propri parenti ovunque ». Un altro testimone, Raghab Aqal, dice alla France Presse che «è stato come un terremoto». A differenza di quello che si vede dopo altri bombardamenti, sembra che l’area colpita sia sprofondata di qualche metro.
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L’Idf dichiara che i jet hanno colpito il campo profughi nel corso di un raid di terra contro il cosiddetto “Battaglione centrale di Jabalia” per uccidere il suo leader, Ebrahim Biari, un comandante che secondo la descrizione fornita da Idf controllava tutte le forze di Hamas nel settore Nord e il 7 ottobre aveva guidato l’assalto contro l’accesso di Eretz della Nukhba, l’unità scelta che il 7 ottobre ha sfondato la barriera e ha ucciso centinaia di civili nelle città e nei kibbutz nel Sud di Israele.
Era un bersaglio naturale per l’unità Nili, la sottodivisione dello Shin Bet creata da pochi giorni che ha il compito di dare la caccia a tutti i membri di Hamas che hanno partecipato alle stragi di civili di Israele.
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Dopo il bombardamento, dice il portavoce israeliano Daniel Hagari, le «infrastrutture terroristiche sotterranee », quindi i tunnel sotto gli edifici, sono crollati. Molto del danno in […] sarebbe stato creato dall’afflosciarsi dei livelli sotterranei colpiti dalle bombe – e quindi dai crolli in superficie. Secondo l’Idf, i passaggi sotterranei servivano a preparare attacchi contro gli israeliani, contenevano anche depositi di razzi e permettevano agli uomini di Hamas di spostarsi fino alla spiaggia – il che è interessante, perché vorrebbe dire che sono lunghi chilometri da Est verso Ovest.
Viene da chiedersi se gli israeliani a Jabalia abbiano usato una bunker buster, una di quelle bombe pesanti due tonnellate capaci di penetrare anche per cinquanta metri nel terreno e disegnate per distruggere obiettivi sotterranei in modo catastrofico.
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[…] Emirati Arabi Uniti e Giordania, due paesi arabi che hanno rapporti migliori degli altri con Israele, hanno condannato il raid aereo e il primo ministro britannico Rishi Sunak ha chiesto durante una conversazione telefonica con il primo ministro Netanyahu di «minimizzare le perdite civili». […]
3. GAZA, L’ALLARME DEI MEDICI: “L’OSPEDALE SCOPPIA, MAI VISTI COSÌ TANTI BAMBINI MUTILATI”
Estratto dell’articolo di Letizia Tortello per “La Stampa”
«Come sapete, questa è una notte di sangue per noi, per l’Indonesian hospital. Questa sera abbiamo ricevuto un grande numero di feriti molto gravi. E la maggior parte sono bambini e donne. Ma c’è un caso che mi ha sconvolto più di tutti: un bambino che ha meno di un anno. È irriconoscibile dal volto, ha la pelle del viso gravemente danneggiata. Non so se sia maschio o femmina, non l’ho capito e non ho più chiesto. Ha perso tutti i membri della sua famiglia. Tutti. Non è rimasto nessuno. Un’infermiera si sta occupando di lui e lo porterà a casa, se sopravviverà, come speriamo».
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Marwan Sultan è il direttore medico dell’Indonesian hospital a Sud di Jabalia. Che ieri, dopo il bombardamento al campo profughi, ogni 15 minuti riceveva ondate di decine di feriti in condizioni critiche. «Molti sono ancora sotto le macerie, li stanno estraendo».
Racconta scene che non si possono neanche immaginare: «È la prima volta che riceviamo pazienti messi male così, cos’hanno usato? Con cosa hanno bombardato? Non ce lo spieghiamo. Arrivano con gli arti amputati, e anche la testa squarciata e pezzi di cervello visibile. Gravi traumi corporei multipli, emorragie interne, gravi danni agli organi».
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Definisce l’accaduto un «genocidio di civili». Nella struttura fondata dagli indonesiani, i feriti sono operati nei corridoi, sono ricoverati ovunque. «Abbiamo circa 270 persone, molte in serie condizioni. Abbiamo richiamato tutto il nostro personale, 300 membri dello staff tra medici ed infermieri, stanno lavorando senza sosta, anche 24 ore di fila. Siamo esausti», spiega. […]
I raid di Israele, secondo le testimonianze del personale ospedaliero, hanno preso di mira «una zona di un chilometro quadrato. Una zona molto affollata[…]». Interi palazzi sono stati sbriciolati, con le famiglie che li abitavano. Come quella del piccolo o della piccola che è stata trasportata lì per essere salvata. E probabilmente lo sarà. Ma dei suoi parenti non è rimasto nessuno. […]
il cratere al campo profughi di jabalia striscia di gaza
Se il campo profughi di Jabalia è stato distrutto, la struttura sanitaria che sta vivendo l’inferno aveva chiesto di evacuare, ma nessuno ha dato al dottor Sultan un’alternativa. E così, non è stato possibile nemmeno pensare di proteggere di più i malati, i più deboli, quelli che stanno soffrendo di più degli attacchi degli scorsi giorni, quelli che lottano per non morire. […]
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