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    BREXIT TRAGEDY - I MERCATI FANNO CAPIRE CHE ARIA TIRA SE LA GRAN BRETAGNA USCISSE DALL’UE: LA STERLINA PERDE L’1,1% SUL DOLLARO - CAMERON SFRUTTA IL TIMORE DEL CRAC ECONOMICO E LA FEDERAL RESERVE GLI FA SPONDA: “SI RISCHIANO SIGNIFICATIVE RIPERCUSSIONI”


     
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    Fabio Cavalera per il “Corriere della Sera”

     

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    L’ansia della Brexit agita la City. Gli analisti del Miglio Quadrato lo avevano messo in conto già un mese fa che con l' avvicinarsi del referendum la sterlina sarebbe stata oggetto di forti oscillazioni. Ieri la valuta britannica ha ceduto l'1,1 per cento nei confronti del dollaro e ha toccato la sua peggiore performance da un anno a questa parte. Segnali che sono arrivati sull' onda del sondaggio di YouGov per la rete Itv: 45% dei votanti contro l' Europa e 41 a favore.

     

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    Nervosismo e preoccupazione sono il pane quotidiano della piazza finanziaria. E questa insistita volatilità non è un evento inaspettato dagli operatori. Serve più a drammatizzare il dibattito che non a rappresentare il quadro esatto degli schieramenti e delle loro forze reali. A ben guardare le rilevazioni degli istituti di ricerca, come osserva anche il Financial Times , si scopre che la metodologia seguita per testare gli umori dell' elettorato non è poi così scientifica: si tratta di indagini via Internet e si sa che in questo modo l' attendibilità del risultato se non è scarsa poco ci manca.

     

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    Però tanto basta per sollevare l' allarme. Non importa che i sondaggi veri su campioni certi, divisi per fasce di età, di professione, di reddito e di residenza, sondaggi che circolano nella grandi banche, dicano il contrario. Un refolo di vento pro Brexit diventa tempesta. Non che il risultato sia scontato. Anzi.

     

    Ma non siamo sull' orlo del precipizio. Semmai, dipingere una situazione di gravità ed elettrizzare il mercato sembra funzionale alla strategia adottata da David Cameron. Che ieri ha incassato anche le preoccupazioni di Janet Yellen, capo della Federal Reserve americana, per le «significative ripercussioni» della Brexit sull' economia mondiale.

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    Downing Street si è messa sulla spalle il peso della campagna anti Brexit. E lo ha fatto usando come leva la prospettiva di un disastro economico prossimo venturo nel caso di strappo con la Ue. Il primo ministro lo ha ripetuto con grande enfasi proprio mentre la sterlina ballava sui mercati: «La Brexit significa piazzare una bomba sotto la nostra economia e il fronte che la sostiene è antidemocratico e sconsiderato». In sostanza, chi invoca l' uscita dall' Europa non ha chiaro che davanti non c' è un futuro più florido ma solo un salto nel buio con pesanti ripercussioni sul fronte industriale, dell' import-export, degli investimenti finanziari.

     

    Anche a costo di trovarsi a parlare assieme ad avversari storici (laburisti e verdi) e di sentirsi accusare dagli euroscettici di «usare il linguaggio della sinistra», il leader conservatore sta giocando la carta del «terrore economico» per vincere il referendum. Al suo fianco ha schierato la Banca d'Inghilterra che ha ribadito i pericoli di recessione se dovesse prevalere il no all' Europa.

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    Su questo tasto David Cameron ha insistito nel primo dibattito televisivo e probabilmente vi ritornerà stasera quando sarà impe-gnato nel confronto a distanza con Nigel Farage dello Ukip. Il quale invece, assieme allo schieramento Brexit, ha scelto di cavalcare l' immigrazione, altro tema sensibile che richiama le attenzioni dell' elettorato più debole. I toni si alzano e i mercati reagiscono. I sondaggi forzano la mano. L' unica certezza è che il risultato dipenderà dall' affluenza. Se sarà bassa cresceranno le probabilità della Brexit.

     

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