Estratto dell'articolo di Valeria Di Corrado per “il Messaggero”
diabolik
Secondo la difesa dell'argentino Rual Esteban Calderon, unico imputato per l'omicidio aggravato dal metodo mafioso di Fabrizio Piscitelli, ci sono dei personaggi misteriosi che si aggiravano nel parco degli Acquedotti, come si evince da uno dei video mostrati ieri nell'aula bunker di Rebibbia. «Ci sono due persone che si alzano dalla panchina dove la vittima verrà uccisa, per lasciargli inspiegabilmente il posto. E un uomo che fa jogging (non quello che poi spara) che si avvicina a Piscitelli e inizia a parlargli - spiega l'avvocato Gian Domenico Caiazza - Questi personaggi sono stati identificati?».
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«Sul posto abbiamo trovato un bossolo 9X19 parabellum con il simbolo della Nato, riconducibile al munizionamento destinato all'armamento militare - ha poi riferito in aula uno degli investigatori della polizia Scientifica che ha condotto gli accertamenti - Il bossolo presentava più impronte a freddo di espulsione, circa cinque, tutte riconducibili alla stessa classe di arma. Sembrerebbe da un esame visivo non ricaricato, aveva ancora la vernice che normalmente ricopre l'innesco dopo la fabbricazione e non presentava segni evidenti di ricaricamento. Ma può essere stato camerato e scamerato più volte senza essere esploso prima».
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L'APPUNTAMENTO MISTERIOSO «Abbiamo cristallizzato la scena del delitto e visto ufficialmente il video che mostra l'esecuzione, sentito l'audio del colpo di pistola, e ascoltato dagli investigatori l'analisi effettuata sul bossolo. Elementi da cui partire per accertare la responsabilità penale dell'imputato», ha commentato a fine udienza l'avvocatessa Tiziana Siano, legale di parte civile dei genitori e della sorella di Fabrizio Piscitelli.
La prossima volta verrà chiamato in aula a testimoniare l'autista cubano, che, dopo aver sentito esplodere il colpo, è scappato con le mani alzate verso la jeep bianca a bordo della quale aveva accompagnato Piscitelli a un appuntamento. Il "guardaspalle" di Diabolik ha riferito agli inquirenti di non sapere con chi si dovesse incontrare. Alessandro Capriotti (detto Furfante o Miliardero) era inizialmente sospettato dalla Procura di essere uno dei tre mandanti dell'omicidio, insieme a Giuseppe Molisso (detto Peppe) e Leandro Bennato (detto Bio), ma non essendo stati trovati riscontri dirimenti, il caso è stato archiviato. Ma quello che emerge dall'indagine della Squadra mobile è che Piscitelli, il giorno del suo assassinio, doveva riscuotere il debito da 300mila euro che Capriotti aveva con l'albanese Bardhi.
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D'altronde nell'agenda di Diablo è segnato: «appuntamento con Furfante». Tant'è vero che il 7 agosto 2019, prima di uscire dall'ufficio del suo commercialista Gianluca Ius, Piscitelli gli avrebbe detto: «Devo andare via perché magari questo 30 me li porta».
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