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    I NAPOLETANI RAPITI IN MESSICO POTREBBERO ESSERE STATI SCAMBIATI PER EMISSARI DELLA CAMORRA - COINVOLTE NELLE SPARIZIONE SONO LE FORZE DI POLIZIA  - IN ALCUNE ZONE DEL PAESE (NEGLI ULTIMI DIECI ANNI SONO SPARITE 34 MILA PERSONE!), INTERI APPARATI DI POLIZIA SONO A LIBRO PAGA DEI NARCOS


     
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    Lucia Capuzzi per “Avvenire”

     

    Desaparecidos. Una parola che l'opinione pubblica lega indissolubilmente alle dittature latinoamericane degli anni Settanta e che si è imposta al "disonore" della cronaca in Italia a proposito della vicenda di tre napoletani, "desaparecidos" dal 31 gennaio a Tecalitlán, in Messico.

    Gli italiani scomparsi in Messico - Raffaele Russo Antonio Russo Vicenzo Cimmino Gli italiani scomparsi in Messico - Raffaele Russo Antonio Russo Vicenzo Cimmino

     

    Non semplicemente sequestrati, bensì "scomparsi". Perché a catturare Raffaele e Antonio Russo e Vincenzo Cimmino sarebbero stati - secondo la Procura dello Stato di Jalisco che segue il caso e per ammissione degli stessi presunti autori - almeno quattro poliziotti municipali. Dunque, funzionari pubblici. Gli agenti - conosciuti solo con il nominativo: Salomón Adrián, Emilio, Fernando e Lidia Guadalupe - sono stati arrestati. Altri tre poliziotti sono ricercati.

     

    RAFFAELE RUSSO SCOMPARSO IN MESSICO RAFFAELE RUSSO SCOMPARSO IN MESSICO

    Mentre il comandante del corpo, Hugo Martínez, è irreperibile dall'inizio delle indagini. Lo scenario che emerge da questi elementi è inquietante. Degli agenti avrebbero arrestato - in base all'ultimo messaggio inviato ai familiari da Antonio Russo - e poi "ceduto" alla delinquenza tre persone. Non si tratta di un episodio isolato. In Messico, le cifre ufficiali contano oltre 34mila desaparecidos in dieci anni. In buona parte dei casi - a cominciare dal più noto, quello dei 43 studenti di Ayotzinapa - le denunce indicano un coinvolgimento diretto delle forze dell' ordine.

     

    Italiani scomparsi in Messico - Antonio Russo - suo padre Raffaele e il cugino Vincenzo Cimmino Italiani scomparsi in Messico - Antonio Russo - suo padre Raffaele e il cugino Vincenzo Cimmino

    In alcune zone del Paese - varie indagini lo hanno rivelato e l'esperto Piero Innocenti lo conferma - interi apparati di polizia sono a libro paga dei narcos. L'ordine di far "sparire" gli italiani - almeno per i particolari finora emersi - potrebbe essere partito dalla banda dominante nella zona. Ovvero Jalisco Nueva Generación, una new entry nel panorama delinquenziale che ha approfittato della crisi del cartello di Sinaloa per espandersi lungo il litorale pacifico.

     

    La domanda è: perché? Per quale ragione, Russo padre e figlio e Cimmino davano fastidio? I familiari assicurano che i tre non avevano niente a che fare con il crimine e che si trovavano in Messico per vendere generatori elettrici. In realtà, Raffaele Russo - residente nella nazione da tempo - era stato implicato in un modesto caso di truffa tre anni fa a Campeche.

    Gli italiani scomparsi in Messico Gli italiani scomparsi in Messico

     

    Secondo le autorità del Jalisco, inoltre, l'uomo, 60 anni, avrebbe impiegato il falso nome di Carlos López e avrebbe commerciato apparecchiature di fabbricazione cinese "spacciate" come tedesche. Il punto non è, però, che i tre italiani avessero o meno legami con la delinquenza. Il fatto è però che i narcos del cartello di Jalisco Nueva Generación lo credevano. Per una serie di ragioni. Il legame tra i narcos messicani e la 'ndrangheta sono accertati a partire dall'inchiesta Solare del 2008.

     

    raffaele russo scomparso in messico raffaele russo scomparso in messico

    La latitanza a Paola, in Calabria, dell'ex governatore del Tamaulipas, accusato di legami con i narcos, Tomás Yarrington, arrestato il 10 aprile scorso, non ha fatto che confermarlo. Finora è stata la mafia calabrese il referente europeo dei differenti cartelli. Di recente, però, la camorra sta facendo di tutto per entrare nel business. Attratta anche dal boom di coltivazione di eroina made in Mexico.

     

    antonio russo scomparso in messico antonio russo scomparso in messico

    L'anno scorso, nella nazione, sono stati arrestati sei connazionali. Quattro di questi - Giulio Perrone, Vincenzo Sigilliano, Franco Leonardo e Salvadore Longo - per questioni di droga. Perrone, in particolare, catturato il 10 marzo scorso a Ciudad Madero, nel nord est, è un esponente di spicco della criminalità napoletana: è considerato il broker della droga dei clan camorristici Mazzarella, Formicola, Polverino e Tolomelli. La camorra, come sottolineano fonti messicane, ha cercato di stabilire contatti con il cartello del Golfo, nemico di Jalisco Nueva Generación. La presenza di tre napoletani sul "loro" territorio deve avere allertato gli esponenti di quest' ultimo. Da qui l' ordine di «desaparición».

    giallo messico giallo messico

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