Massimiliano Peggio per "La Stampa"
GUERRIGLIA NO TAV
Tre fronti d'attacco. Una strategia organizzata a tavolino per colpire il presidio di forze dell'ordine ed Esercito che protegge l'area strategica nazionale in Val di Susa, dove sorge il cantiere dell'Alta Velocità. Il bilancio della guerriglia scatenata dall'ala violenta No Tav sabato scorso è di tre poliziotti feriti e un mezzo dell'8° Reggimento alpini danneggiato.
Rubato anche uno zaino militare con attrezzatura tattica per un valore di oltre 10 mila euro: un visore notturno, un binocolo a telemetro, maschera antigas. I No Tav, attraverso i loro canali social, esultano all'impresa: «Non basteranno 10mila agenti per fermarci».
GUERRIGLIA NO TAV
Cifra che fa riferimento alle dichiarazioni fatte nei giorni scorsi dalla ministra dell'Interno Luciana Lamorgese, annunciando l'invio di nuovo personale in divisa in provincia di Torino.
Poliziotti, carabinieri e soldati necessari a difendere l'allargamento del cantiere di Chiomonte, dove si realizzerà il tunnel di collegamento con la Francia, e un secondo cantiere avviato di recente a San Didero, a metà valle, per ospitare opere complementari.
luciana lamorgese
L'azione di sabato è una delle più violente messe in atto dal 2013, quando fu violato il cantiere con un lancio di bombe molotov e razzi che provocò l'incendio di un macchinario.
In questi ultimi anni i No Tav hanno dato vita a numerose incursioni periodiche, costringendo prefettura, questura e Telt, la società italo francese incaricata di realizzare la linea ferroviaria, a incrementare i dispositivi di sicurezza e le protezioni passive.
GUERRIGLIA NO TAV
Nell'ultima incursione, però, i manifestanti sono riusciti insinuarsi nell'area strategica, a ridosso del cantiere. Hanno bersagliato i mezzi con una pioggia di pietre, bulloni, razzi e bombe carta. Sono riusciti a colpire l'edificio che ospita la control room gestita dall'esercito.
L'attacco su tre fronti è stato organizzato da circa 150 attivisti, tutti vicini all'area antagonista, con solidi rapporti con il centro sociale Askatasuna di Torino, in prima fila da anni contro l'Alta Velocità. L'occasione, come già era avvenuto in passato, è stata offerta dal festival Alta Felicità, in corso a Venaus con il patrocinio del Comune, diventato spazio musicale di lotta.
scontri no tav torino 2
La manifestazione ha attirato molti antagonisti provenienti da vari centri sociali italiani. «Il patrocinio al Festival? È un contributo a un festival di spettacolo e musica con cui collaboriamo - afferma il sindaco di Venaus, Avernino Di Croce - Condivido che la Tav sia un'opera violenta per il territorio e inutile. Sono scientificamente No Tav, anche se la violenza non mi appartiene e non la condivido né da una parte né dall'altra».
assalto dei no tav al cantiere di chiomonte
Dice invece il sindaco di Susa, Pier Giuseppe Genovese: «La violenza non ha nulla a che vedere con la protesta pacifica espressa negli anni dai cittadini e dalle amministrazioni della Valle. È espressione di una forma organizzata che arriva da fuori dal territorio. Una spaccatura nel movimento No Tav comincia ad esprimersi».