Estratto dell’articolo di Marco Carta per www.repubblica.it
STUDENTE SUICIDA
Li hanno messi in fila a uno a uno. Poi hanno iniziato a controllare tutti gli smartphone, alla ricerca del filmato sospetto. Se la morte di un bambino a Roma non è finita sui social è solo grazie allo scrupolo dei carabinieri della compagnia Casilina intervenuti sul posto. «Tirate fuori i cellulari, da qui non va via nessuno».
I militari, nella confusione che si è creata in piazza dei Mirti a Centocelle, dove martedì pomeriggio un ragazzo di 12 anni si è lanciato dalla terrazza di casa, hanno avuto la lucidità di non perdere mai di vista i tanti adolescenti che hanno assistito alla scena. Un gruppo di ragazzine, per caso, mentre stava facendo un video per TikTok con il telefonino, ha ripreso il volo del bambino, che si è lasciato cadere volontariamente.
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Il video in pochi istanti ha iniziato a girare di telefono in telefono, mentre nel frattempo si attendevano i soccorsi. Il rischio che finisse subito in rete era altissimo. Per questo i carabinieri hanno identificato tutti i ragazzi che si trovavano nella piazza […] «Se questo video finisce sui social noi ora abbiamo i vostri nomi. Rischiate una denuncia».
[…] Un filmato che non avrebbe avuto alcun tipo di utilità per le indagini, ma che avrebbe trasformato una tragedia nell’orrore più profondo, spettacolarizzando oltre ogni limite un dramma privato. Quello di due genitori che hanno visto morire il proprio figlio e poi hanno atteso l’intervento di un’ambulanza che sembrava non arrivare mai: 30 minuti come denunciato dai testimoni, 15 secondo il 118.
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«Quel bambino mi è caduto davanti — ha raccontato Marisa S., tra le prime a soccorrere il 12enne —. Gli tenevo la mano per fargli sentire che non era solo. Ma l’ambulanza sarà passata almeno mezzora dopo. I carabinieri, invece, fino a quando non sono stati certi che del video non c’era più traccia, non hanno lasciato andare i ragazzi». […]
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