Fabio Amendolara per la Verità
TIZIANO RENZI QUOTIDIANO NAZIONALE
Hanno scavato nella vita privata del grande accusatore, dell' uomo che, per il pm Henry John Woodcock prima, e per i magistrati romani poi, era diventato il testimone chiave dell' inchiesta: Luigi Marroni, ex amministratore delegato di Consip. Ma, oltre a essere un teste informato sui fatti, a sentire babbo Tiziano Renzi mentre parla a telefono con il suo difensore, l' avvocato Federico Bagattini, sarebbe anche «palesemente ricattabile».
La chiacchierata è stata intercettata ed è finita tra le migliaia di pagine dell' indagine sulle fughe di notizie che facendo saltare le cimici nell' ufficio di Marroni hanno, di fatto, disinnescato l' inchiestona. È babbo Renzi a prendere il discorso, siamo all' 8 aprile 2017: «La notizia è che questo tipo è abbastanza ricattabile perché per me bisognerebbe indagare sulla sua vita privata, eh». L' avvocato commenta: «Io la sua vita privata la conosco abbastanza bene». Tiziano insiste: «Non sapevo che aveva frequentazioni di quel tipo, pensavo tutte da un' altra parte».
luigi marroni
E i carabinieri annotano: «Risatine». «Esatto», aggiunge l' avvocato, «e quindi lui è palesemente ricattabile, insomma quindi la vita privata eh, quindi se lei lo sa di già il problema non». Ma Bagattini è andato avanti nelle ricerche. E annuncia: «Suo figlio e il figlio di Denis Verdini fanno affari insieme». Tommaso Verdini e Aldo Gucci (figlio della compagna di Marroni) hanno aperto un ristorante insieme. La notizia, in realtà, era nota. Ma dimostra che la concentrazione in quel momento era tutta su Marroni.
D' altra parte Tiziano era stato poco più di un mese prima in Procura per il suo interrogatorio e probabilmente in quell' occasione aveva capito, anche in base alle contestazioni che gli aveva mosso l' accusa, che le dichiarazioni di Marroni l' avrebbero messo nei guai. E infatti cercò di contrastarle da subito, dicendo in modo secco ai pm che la ricostruzione di Marroni che gli avevano appena letto era falsa.
lotti tiziano renzi
Babbo Renzi fa risalire al 2014 la conoscenza con l' ex ad di Consip. Quando Marroni era ancora l' assessore toscano alla Sanità e babbo Renzi, incaricato dall' associazione il Cireneo, cercò di piazzargli nell' ospedale Majer una statuetta della madonna di Medjugorie (i componenti del gruppo di preghiera hanno confermato la circostanza). A «propiziare (Tiziano usa questo termine, ndr)» l' incontro fu un suo lontano parente sindacalista della Cgil, Mario Renzi (col quale poi babbo Renzi verrà anche intercettato). E fissa l' ultimo rendez vous con Marroni al mese di marzo 2016.
Dopo quella data, spiega babbo Renzi, «non ho più avuto modo di incontrare Marroni, non ho più avuto contatti con lui, non gli ho mai parlato dell' attività di Consip, né ho fatto pressioni su di lui al riguardo, né gli ho mai raccomandato Carlo Russo».
In questi cinque concetti è racchiusa tutta la linea difensiva del papà del Rottamatore.
Una versione, però, che in quel momento contrastava con alcuni sms che si era scambiato proprio con Marroni in occasione dell' archiviazione di un procedimento nel quale babbo Renzi era indagato dalla Procura di Genova. «Si è trattato di un messaggio di cortesia», ha spiegato Tiziano, «al quale ho risposto allo stesso modo con cui rispondevo agli altri».
CARLO RUSSO
L' inchiesta di Genova, con molta probabilità, era proprio una di quelle storie alle quali babbo Renzi ha fatto riferimento quando ha illustrato la sua versione ai magistrati: «Posso pensare di essere un facile bersaglio per essere stato coinvolto in tante vicende, le più strane». Mai, però, ha sostenuto Tiziano, «ho fatto coincidere la mia felicità con il possesso».
Con Marroni, insomma, babbo Renzi parlò solo della madonnina. «Parola d' onore, ci ho parlato solo per la madonnina nel piazzale», ripete a telefono a Mario, il sindacalista che «propiziò» l' incontro e che insieme a Tiziano finì pure nelle carte dell' inchiesta di Genova (poi archiviata) per un prestito con cui babbo Renzi riscattò un libretto di pegno della moglie.
E anche molte altre telefonate trascritte dai carabinieri sono con interlocutori già finiti nei guai con Tiziano. Uno della rete telefonica di babbo Renzi, ad esempio, è Franco Bonciani, amico di lunga data dei Renzi. Diventò segretario del Partito democratico di Rignano sull' Arno dopo le dimissioni di babbo Renzi, che era indagato a Genova. Poi è stato costretto a dimettersi anche lui per un' indagine su una turbativa d' asta per la gestione delle piscine comunali di Firenze.
DANIELE LORENZINI
Nelle telefonate dell' indagine sulle fughe di notizie di Consip, Bonciani in un primo momento viene indicato dai carabinieri con un generico «Uomo». E con lui il babbo si sfoga per i titoli dei giornali: «Il Giglio tragico», «Babbo fatale», eccetera. Bonciani lo provoca: «Ora viene fuori anche che tu sei amico di Verdini». «Ma io non lo conosco», afferma Tiziano, «Ci credi che non lo conosco?». Bonciani, però, ironizza: «Sei una merda! Non conosci una sega!». Poi, però, con lui introduce l' argomento Lorenzini.
Daniele Lorenzini è diventato sindaco a Rignano nel giugno 2017, battendo di gran lunga la candidata sulla quale avevano puntato i Renzi. All' indomani della sconfitta Tiziano aveva dribblato i giornalisti dicendo semplicemente: «Sono un pensionato, non ho nulla da commentare». A telefono, però, prima del voto, brigava per affondare Lorenzini. «Gli si mette contro un candidato del Pd», dice babbo Renzi, mentre Bonciani cerca di calmarlo: «Ascolta, ragioniamo, ora vediamo di sbollire un pochino... tanto ci si vede doman l' altro sera e se ne parla anche lì in qualche maniera».
ROBERTO BARGILLI RENZI
Poi, con Roberto Billy Bargilli, l' autista del camper con cui Matteo ha girato l' Italia, autore del messaggino intercettato inviato a Carlo Russo («Il babbo mi ha detto di dirti non lo chiamare e non gli mandare sms»), si inalbera: «Ascolta me! Il Lorenzini sembra che abbia detto al Bonciani che si può chiedere le dimissioni per l' sms». E Bargilli esclama: «Porca maiala!». Renzi lo richiama: «Ascolta! Primo: io ho mandato un sms e non sono indagato ma sono persona informata sui fatti. Te t' hanno interrogato e a me no. Se mi dimetto io ti devi dimettere anche te».
La buona notizia arriva a Tiziano da Sergio Staino, che lo chiama preoccupato perché «sul Sole hanno scritto che saresti in combutta per fare fuori il direttore dell' Unità (allora diretta da Staino,ndr)». Il babbo ci scherza su sembra parlare come se fosse l' editore. Poi il direttore gli dice: «Hanno tolto l' indagine a Woodcock».
E Tiziano lo ringrazia: «Che bella notizia».