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1. LA MADRE DI VERONICA: MI ODIA, HA UCCISO LORIS PERCHè SOMIGLIAVA A ME
Francesco Viviano e Alessandra Ziniti per “la Repubblica”
«Io ho l’impressione che l’abbia ucciso perché Loris somigliava a me. Così tanto mi odia questa disgraziata... ». Parole terribili quelle di Carmela Anguzza, madre di Veronica. Parole che testimoniano, se mai ce ne fosse bisogno, che i primi a non credere a quella che secondo i magistrati è la “mamma-assassina” sono i suoi familiari: dal marito Davide alla madre Carmela, alla sorella Antonella.
Ecco perché il drammatico appello di Veronica dalla sua cella del carcere catanese, rilanciato ieri dall’avvocato Francesco Vilardita, è fino ad ora caduto nel vuoto: «Sono innocente, non mi abbandonate. Portatemi il mio bambino piccolo e fatemi partecipare ai funerali di Loris», invoca lei che soltanto ieri mattina ha saputo della decisione del gip Maggioni di convalidare il suo arresto.
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Ma il consenso del giudice alla sua presenza al funerale che probabilmente si terrà la prossima settimana (il corpo non è stato ancora riconsegnato al padre) sembra escluso anche dal suo legale che ieri ha avuto parole di biasimo per i familiari: «La signora è stata abbandonata, non ha neanche la biancheria di ricambio. Si è vestita con indumenti prestati dalle altre detenute ». E il marito risponde così: “Se emergeranno le prove non starò accanto a Veronica”.
A caccia di nuove prove, in attesa di conoscere l’esito degli esami sul Dna, sul bagagliaio della Polo di Veronica e sugli altri reperti prelevati, la polizia scientifica e gli investigatori della squadra mobile hanno fatto ieri un ulteriore sopralluogo nella casa degli Stival dove gli inquirenti ritengono che Veronica abbia ucciso Loris. Intanto per il gip il quadro indiziario è talmente grave da giustificare l’arresto della mamma di Loris in carcere anche perché, secondo il giudice, esiste sia il pericolo di reiterazione del reato (in casa c’è un altro bimbo di 4 anni) sia il pericolo di fuga.
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Anche in assenza di un movente chiaro. Già, perché Veronica avrebbe ucciso Loris? A due settimane dal delitto che ha sconvolto l’Italia non si riesce ancora a trovare una risposta esauriente. L’esclusione della violenza sessuale, ipotizzata in un primo momento dall’autopsia e ora negata dagli accertamenti istologici, fa cadere la possibile pista degli abusi e così tutto sembra circoscriversi al burrascoso passato di Veronica e alla sua fragilità mentale.
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Dice il procuratore Petralia: «Il fragile quadro psicologico della donna non disgiunto da un vissuto personale di profondo disagio nei rapporti con la famiglia d’origine è una possibile concausa della determinazione omicida».
Movente al quale credono quelli che Veronica la conoscono molto bene. Le intercettazioni ambientali e telefoniche disposte per gli Stival e i Panarello nei «giorni del sospetto», quando tutti gli indizi inducevano a stringere il cerchio intorno a Veronica ma lei era ancora libera, non hanno fornito agli inquirenti la “prova” mancante: la confessione o anche solo un passo falso. Ma le conversazioni tra i familiari hanno confermato che anche in quelle case sconvolte dal dolore nessuno ha mai neppure ipotizzato che a uccidere Loris possa essere stato qualcun altro.
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Ecco allora Davide, appena tornato a casa dopo aver visto le immagini che inchiodano Veronica, sfogarsi con i suoi genitori. «Ti rendi conto dei giri che ha fatto...», dice Davide commentando l’inattesa visione della Polo della moglie nella strada poderale e i tempi di percorrenza. «Sei minuti», sottolinea. «Eh certo Davide, ha impiegato di più perché aveva Loris dentro la macchina», risponde nonno Andrea. «Sei minuti... Certo che aveva Loris dentro la macchina », commenta il papà del bambino. E nonno Andrea esclama: «Aveva Loris dentro la macchina e non sapeva dove cazzo doveva buttarlo il bambino...».
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Ed ecco la mamma di Veronica commentare al telefono la misteriosa consegna delle fascette alle maestre: «Se ne voleva liberare così... O forse le voleva far scomparire da dentro (casa, ndr)... Perché lei non è potuta uscire più, era controllata... Forse delle fascette se ne voleva sbarazzare in quel modo».
2. LORIS, INTERCETTAZIONE CHOC A CASA STIVAL: "VERONICA NON SAPEVA DOVE BUTTARE IL CORPO"
VERONICA PANARELLO STIVAL MADRE DI LORIS
Sergio Rame per Il Giornale.it
"Dopo aver visionato anche il resto del filmato, non ho nulla d'aggiungere". Davide Stival diventa il grande accusatore di sua moglie Veronica Panarello. La 26enne madre di Andrea Loris Stival ha perso completamente la fiducia dei propri parenti. In una intercettazione ambientale che coinvolge e i nonni del piccolo, la famiglia si mostra certa della colpevolezza della donna che viene pesantemente insultata.
Il grande accusatore di Veronica.
LORIS STIVAL VERONICA PANARELLO PRESEPE VIVENTE
All'una di notte del giorno in cui la donna viene fermata per l'omicidio del piccolo Loris. A separarli c'è soltanto un muro, negli uffici della procura di Ragusa, ma mentre lei continua a raccontare il solito ritornello, Davide vede le immagini registrate dalle telecamere e smentisce, punto su punto, il racconto della moglie.
E le sue parole pesano come un macigno se sommate agli indizi raccolti da magistrati e investigatori. La prima immagine che fanno vedere a Davide è l'ultima di Loris in vita, quella del piccolo che rientra a casa, alle 8.30 circa. Veronica dice di averlo portato a scuola, il suo avvocato che da quelle immagini le sagome non sono riconoscibili.
veronica panarello stival con uno dei figli
Davide è lapidario: "L'immagine riporta le sagome compatibili alla mia famiglia, riconoscono mia moglie e i miei due figli. La sagoma che ritorna verso l'ingresso dello stabile è compatibile con quella di Loris". Poi gli mostrano le immagini dell'auto che fa una strada diversa da quella che racconta sua moglie. E lui mette a verbale un'ulteriore conferma: "Riconosco l'auto, su una via non compatibile col percorso solitamente effettuato per accompagnare Loris a scuola". Anche perché "posso affermare con certezza che il tragitto era sempre uguale".
La terza immagine che Davide vede, e ormai nella sua testa Veronica non è più la "mamma speciale" dei giorni precedenti, è quella della Polo che entra nel garage. E anche in questo caso Davide smonta ogni possibile alibi alla moglie. "La maggior parte delle volte vi parcheggiavo la mia auto perché più nuova, mentre lei lo faceva raramente e solamente quando pioveva o nel caso in cui non trovava parcheggio nei dintorni".
il nonno del bimbo
L'automobile nel garage
La mattina dell'omicidio, come spiega il gip, c'era un posto disponibile nello spiazzo antistante l'abitazione. Ma non solo: è sempre Davide a dare una risposta al perché Veronica per entrare nel garage con l'auto passa dal portoncino di casa e poi apre dall'interno. Lei fornisce una spiegazione "per nulla convincente" sostenendo di aver perso le chiavi da alcuni mesi.
Ma il marito, intercettato mentre parla con i familiari, avanza un'altra ipotesi. "Ora mi sta venendo in mente... perché lei ha un altro mazzo di chiavi dentro la macchina, dove ci sarà quella del garage... quindi lei gli ha dato le chiavi (a Loris, ndr) che erano dentro la macchina... e se ne è salito... infatti, lei quando poi doveva entrare nel garage non la poteva aprire la porta perchè non aveva le chiavi...".
il ritrovamento di andrea loris stival
Il papà di Loris, che aveva saputo della scomparsa del figlio dai carabinieri mentre era a Cesena a caricare surgelati e aveva scoperto della morte da internet, contraddice Veronica anche sulla questione delle forbici che gli investigatori sequestrano nella camera dei bambini e che potrebbero essere state utilizzate per tagliare la fascetta con cui Loris è stato strangolato. "Di solito - spiega agli investigatori - erano custodite all'interno della stanza da bagno. Non saprei riferire il motivo per cui le stesse si trovassero in quella stanza".
La famiglia abbandona Veronica
il ritrovamento di andrea loris stival
Appena arrivato a Ragusa, Davide chiede subito alla moglie cosa sia successo. "E nei giorni successivi, tutti i giorni - racconta - le ho chiesto "di ricordare ogni particolare di quella mattina... di ricordare se fosse stata seguita o se stava coprendo qualcuno che magari aveva conosciuto e del quale aveva paura di comunicarmi". Ma lei niente. Una sfinge, anche sul fatto che non conoscesse la strada del Mulino Vecchio.
I sospetti esplodono il giorno dopo il fermo, con Davide impegnato in una conversazione con il padre, la madre e la zia. E sembrano diventare certezze. "Erano tutte cose studiate... tutto premeditato", dice la zia. "Ma ti rendi conto che giro ha fatto? - chiede Davide - è entrata, è stata quanto è stata, ha fatto quello che ha fatto, se lo è messo in macchina, ed è scesa, lei dice per andare a buttare la spazzatura...".
LA MADRE DI LORIS
Davide e la famiglia fanno i conti sui tempi che non tornano nel racconto di Veronica. "La riprende la Erg, fino a fare il curvone - incalza - impiega sei minuti in più per arrivare alla strada successiva". E interviene quindi Andrea, il nonno di Loris: "Eh... certo... ha impiegato di più in quanto aveva Loris dentro la macchina... e non sapeva dove cazzo doveva buttarlo il bambino... buttana". Davide a questo punto, mentre la moglie negli uffici della questura sta ripetendo che lei Loris lo aveva portato a scuola, non sembra avere più dubbi: "Sei minuti... certo che aveva Loris dentro la macchina".