coronavirus casi in italia
Mauro Evangelisti per “il Messaggero”
Sono arrivati giovedì 23 gennaio all'aeroporto di Malpensa, a Milano. Sono marito e moglie, lui ha 67 anni, lei 66. E sono i primi due contagiati dal coronavirus in Italia. Si sono sentiti male mercoledì sera, il 29, prima il marito, poi la moglie. C'era un dettaglio che ha preoccupato subito il personale dell'Hotel Palatino, in via Cavour a Roma, dove alloggiavano dal giorno precedente: entrambi arrivavano da Wuhan, la città dove è cominciata l'epidemia.
Per questo è stato chiamato il 118 e l'operatore, con grande professionalità, ha capito che questa emergenza non poteva essere trattata come tutte la altre: ha inviato un'ambulanza speciale, un mezzo protetto, con il personale che vestiva le tute isolanti bianche. Non sono passati inosservati, in molti li hanno visti, fotografati. Ma non si poteva fare diversamente. E mentre la coppia è stata ricoverata nel reparto di malattie infettive e altamente contagiose dello Spallanzani, diretta del professor Emanuele Nicastri, immediatamente sono partiti gli esami e sono stati raggiunti tutti i dipendenti dell'hotel che hanno avuto un contatto diretto e frequente con i due turisti.
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Quando il test, ieri, ha confermato che i due erano stati contagiati dal coronavirus, i dipendenti dell'hotel (ma solo quelli che hanno avuto contatto diretto) sono stati messi in isolamento a domicilio, mentre è cominciata la ricerca degli altri cinesi che viaggiavano con il tour operator della coppia. La storia, ieri, si è così spostata a Cassino, dove un'altra ventina di turisti proveniente dal colosso asiatico, stavano andando in pullman.
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Non viaggiavano con la coppia e a Roma, nello stesso hotel, sarebbero dovuti arrivare oggi. Sono stati fermati dalla polizia e dagli uomini del servizio sanitario e accompagnati a Roma, allo Spallanzani, per le verifiche necessarie. Ma c'è un'altra esigenza altrettanto importante: ricostruire l'intero viaggio dei due pazienti che potrebbero avere contagiato altre persone, anche se il direttore scientifico dell'istituto Spallanzani, Giuseppe Ippolito, precisa che non è così probabile, visto che è necessario un contatto diretto e ravvicinato.
PERCORSI
Ricapitolando: la coppia, insieme a un gruppo di cinesi portati in Italia dallo stesso tour operator, arriva a Milano il 23 gennaio. Significa che hanno lasciato Wuhan appena prima che le autorità locali decidessero il blocco prima della città, poi dell'intera regione. Non arrivano con un volo diretto da Wuhan. Da Malpensa seguono un percorso che nei giorni successivi li porta anche a Parma, dove sono già in corso delle verifiche per capire chi abbiano frequentato, in quali locali pubblici siano andati. E Roma? Il discorso si complica.
coronavirus 1
La coppia arriva all'Hotel Palatino il 28 gennaio. Il marito ha già problemi di salute, poi si sente male anche la donna. Hanno fatto colazione in hotel, ma hanno poi chiesto aiuto al personale rinunciato a passeggiare per Roma, frequentare bar, ristoranti e musei. Sono rimasti soprattutto chiusi nella stanza, per 24 ore, fino a quando è scattata la telefonata al 118 e l'invio dell'ambulanza con il sistema di protezione.
Gli specialisti dello Spallanzani, dove ieri è accorso anche l'assessore regionale alla Sanità, Alessio D'Amato, prendono sul serio tutti i casi segnalati, ma su questo avevano forti sospetti, visti i sintomi e anche la provenienza della coppia di turisti, che comunque non è in condizioni preoccupanti.
coronavirus 5
Non sono a rischio, semmai la preoccupazione è che abbiano contagiato alcuni degli altri turisti cinesi che erano con lo stesso tour operator e che ieri mattina erano partiti con il pullman alla volta di Cassino. L'obiettivo ora è concludere le analisi su tutti, ma anche rintracciare tutte le persone che hanno frequentato in Italia tra Milano, Parma e la tappa di questo viaggio cominciato da Wuhan e terminato allo Spallanzani.