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"I PROFESSIONISTI DOVREBBERO EVITARE SITUAZIONI DI RISCHIO" – ZAZZARONI SFONDA I CALCIATORI CHE DURANTE LE VACANZE HANNO SCELTO VIAGGI ALL’ESTERO O SITUAZIONI A RISCHIO CONTAGIO: "SONO (QUASI) SEMPRE DALLA PARTE DEI CALCIATORI, MA IN QUESTO CASO CRITICO LA CONDOTTA DI CHI SI CONSIDERA IMMUNE A TUTTO"
Da tuttomercatoweb.com
"I destini del campionato sono di nuovo nelle mani delle ASL". A scriverlo, nel suo fondo per il Corriere dello Sport, è Ivan Zazzaroni, che si interroga: "Convivere con l’emergenza o arrendersi? That’s the question". La Lega - sottolinea il direttore - non può che tirare avanti "all'inglese". La certezza è però che "Omicron non ha intenzione di concedere tregue ad alcuno, tantomeno al calcio".
Ivan Zazzaroni, si sofferma a commentare il caos che sta caratterizzando la Serie A, analizzando il comportamento dei professionisti che sarebbero dovuti scendere in campo. Sì perché se Lega, Figc e governo possono essere accusate di non saper prendere una decisione univoca va sempre considerato che "il peccato originale è, al solito, l’assenza di un’autorità centrale che abbia il coraggio di prendere decisioni anche impopolari che valgano per tutti".
Le innumerevoli positività dei giocatori, però, impongono anche un'altra riflessione: "In un momento delicatissimo come l’attuale un professionista avrebbe dovuto (e dovrebbe sempre) tener presente anche l’obbligo, impostogli dal mestiere, di non assumersi rischi inutili per potersi presentare puntuale e negativo al ritorno in campo, il posto di lavoro. Sono (quasi) sempre dalla parte dei calciatori, ma in questo caso critico la condotta di chi si considera immune a tutto" scrive Zazzaroni. Sono molti, infatti, i giocatori che durante le festività hanno scelto viaggi all'estero o situazioni di aggregazione nelle quali, vista la contagiosità della variante, il Covid è dilagato. Secondo il direttore, quando la situazione intorno è critica sarebbe giusto correggere il proprio atteggiamento per non essere targhettizzati negativamente. E la domanda che sorge spontanea è quindi: il coronavirus ci ha resi tutti migliori o peggiori?.
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