Giusi Fasano per il "Corriere della Sera"
LA CENTRALE NUCLEARE DI CHERNOBYL
Come se nulla fosse. Le truppe russe sono arrivate a Chernobyl il primo giorno di guerra, hanno circondato la centrale nucleare con carri armati e veicoli blindati, l'hanno occupata e si sono comportati come se quel posto fosse un villaggio qualunque.
Noncuranti della polvere e della terra che sollevavano con i loro mezzi, senza indossare nessuna protezione e non preoccupati di scavare trincee (e rimanerci dentro) nella Foresta Rossa, l'angolo della Terra più radioattivo al mondo dopo il peggior disastro nucleare mai avvenuto, nell'ormai lontano 1986.
Chernobyl
Adesso che se ne sono andati, ad alcuni giornalisti occidentali (Bbc, Cnn, New York Times) è stato consentito l'accesso all'interno dell'impianto nucleare, oggi non più attivo. E le testimonianze raccolte sono scioccanti.
Yaroslav Emelianenko, membro del Consiglio pubblico dell'Agenzia ucraina che gestisce la zona di esclusione, cioè l'area dove ancora oggi è vietato entrare (un raggio di 30 chilometri attorno al reattore esploso nell'86) è convinto che le azioni dei militari russi abbiano una sola spiegazione: quei ragazzi in divisa non sapevano che cosa stessero rischiando a Chernobyl.
La centrale di Chernobyl nel 1986
«Sembrava non capissero dove fossero arrivati, che cosa fosse questo posto, che si stessero suicidando», commenta. «Nella zona di Chernobyl è possibile spostarsi soltanto su strade asfaltate. Loro hanno usato veicoli blindati sul terreno, mescolato suolo radioattivo con radionuclidi già stabilizzati, contaminato l'attrezzatura....».
Il New York Times riporta il racconto di un soldato russo che avrebbe trattato a mani nude una fonte radioattiva in un deposito di rifiuti nucleari: «Si è esposto a un livello di radiazioni tali che il contatore Geiger è impazzito» ha raccontato il responsabile della sicurezza della Centrale.
La nuova struttura per il confinamento sicuro a Chernobyl
Ma l'azione più scellerata in assoluto è stata, appunto, scavare trincee in un terreno che è vietato anche solo calpestare senza protezione: i soldati sono stati esposti a «dosi significative» di radiazioni, affermano all'Agenzia statale per l'energia nucleare ucraina e, secondo il ministro dell'Energia German Galushchenko, «hanno non più di un anno di vita».
Uno dei funzionari dell'impianto, Oleksandr Loboda, racconta invece che la sua preoccupazione più grande è stata quand'è mancata la corrente elettrica, tre giorni. Serviva carburante per il generatore e qualcuno dei funzionari di Chernobyl è arrivato a rubarne un po' ai russi, «perché - dice Loboda - senza elettricità la situazione poteva diventare catastrofica. Poteva essere rilasciato materiale radioattivo e sarebbe stata una tragedia per l'umanità».
GROSSI
Viviana Mazza per il "Corriere della Sera"
Bandiere segnalano radioattivita a Chernobyl
«È gente come noi, con famiglia, amici, e deve continuare a fare un lavoro delicatissimo sotto pressione. Ho sentito questa tensione, sono veramente esauriti», dice al Corriere Rafael Mariano Grossi, il direttore generale dell'Agenzia internazionale per l'energia atomica (Aiea), che ha incontrato nei giorni scorsi il personale della centrale nucleare di Konstantinovka, vicino a Mykolaiv, sul fronte sud della guerra in Ucraina, e attende da Kiev luce verde per recarsi a Chernobyl dove emergono altre storie di resilienza.
Il morale è basso a Zaporizhzhia. «Il personale dei 6 reattori vive quasi tutto nel vicino villaggio di Enerhodar, può andare e venire ma non è facile. Sabato scorso c'è stato un episodio di violenza: una dimostrazione e qualcuno ha sparato. Non è sostenibile nel tempo».
Edificio nella zona di esclusione di Chernobyl
Grossi ha partecipato ai colloqui di pace del 10 marzo in Turchia, è stato in Ucraina e nell'enclave russa di Kaliningrad. È impegnato in uno sforzo diplomatico parallelo: ottenere garanzie per la sicurezza dei 15 reattori ucraini. Una crisi «senza precedenti: una guerra in un Paese con tanta attività nucleare».
L'Aiea non ha confermato le notizie di soldati russi malati a causa delle radiazioni. Non ha potuto valutarne il livello a Chernobyl?
«Non è chiaro. In generale non abbiamo riscontrato livelli di radiazioni troppo importanti. Abbiamo avuto un piccolo aumento di livello all'inizio dell'invasione, a causa del passaggio di veicoli militari pesanti che hanno smosso la terra, gli alberi e tutto ciò che ha ancora un po' di radiazioni dopo l'incidente dell'86; lo stesso è avvenuto con il ritiro russo. Ma per essere sicuri dobbiamo andare sul posto».
C'è una data per la visita?
soldati russi curati all'ospedale di zaporizhzhia 6
«Non ancora, i colleghi ucraini ci hanno detto che lo sminamento nella zona di esclusione non è finito. Aspettiamo l'autorizzazione».
I problemi con i sensori a Chernobyl hanno ostacolato la trasmissione dei dati?
«Abbiamo problemi anche se non sempre, ci sono momenti in cui i dati arrivano ma dobbiamo fare con molta difficoltà riparazioni ad antenne e sistemi di monitoraggio».
I rischi a Chernobyl e nelle altre centrali sono reali o Kiev li usa per spingere il mondo a intervenire?
soldati russi curati all'ospedale di zaporizhzhia 5
«La prima cosa importante, prima ancora dell'aiuto concreto, è la determinazione di un'informazione confermata. C'è questa tendenza, a volte, a mostrare una realtà che non è precisa, abbiamo moltissima comprensione per la violenza che accade in Ucraina, dunque questo è un valore aggiunto dell'Agenzia: un'informazione obiettiva, neutrale, imparziale.
Nell'eventualità di un incidente nucleare, ci sono due livelli: un attacco diretto, che per ora non abbiamo visto (a Zaporizhzhia ci sono state violenze all'interno dell'impianto, ma non un attacco diretto al reattore) o indiretto, come l'interruzione dell'elettricità (i sistemi di raffreddamento dei reattori vengono interrotti e questo può essere all'origine di un meltdown). Abbiamo bisogno di un dialogo con i russi. D'altra parte la garanzia che non ci sarà un attacco non basta: può trattarsi di un ordine superiore, ma in situazioni di conflitto non si sa mai. È un equilibrio molto fragile. Perciò è necessario che l'Agenzia sia lì, per aiutare anche nel lavoro di dissuasione di aggressioni in tutte le installazioni».
Invierà personale in loco?
soldati russi curati all'ospedale di zaporizhzhia 4
«Non posso inviare colleghi in situazioni di alto rischio. Ora a Chernobyl sarebbe possibile avere 3-4 ispettori o esperti, a Zaporizhzhia è un po' più problematico ma tutto può essere analizzato. Dobbiamo accordarci con gli ucraini e, nel caso di Zaporizhzhia, anche coi russi, ma è difficile per Kiev accettare il principio del dialogo con i russi sulle loro installazioni».
A Chernobyl pare fossero arrivati ispettori russi della Rosatom. E a Zaporizhzhia?
«I colleghi ucraini hanno detto che c'era un arrivo massiccio di personale con l'intenzione forse di un'occupazione più importante. A me il presidente della Rosatom a Kaliningrad ha confermato l'invio di soli 9-10 esperti, ma anche questa è una complicazione. Nella catena di comando dei reattori ci sono tensioni sul piano psicologico. È veramente pericoloso».
soldati russi curati all'ospedale di zaporizhzhia 3
mariano grossi