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    BOMBE SOTTO L’OMBRELLONE - I RAID IN LIBIA DURERANNO TRENTA GIORNI E L’ITALIA CI STA DENTRO CON TUTTE LE SCARPE, VISTO CHE HA MESSO A DISPOSIZIONE SPAZIO AEREO E BASE DI SIGONELLA - L’OBIETTIVO E’ LIBERARE SIRTE DALL’ISIS E DARE LEGITTIMITÀ AL GOVERNO DI CARTONE DI FAYEZ AL SERRAJ


     
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    Fiorenza Sarzanini per il “Corriere della Sera”

     

    ISIS IN LIBIA ISIS IN LIBIA

    La pianificazione operativa è stata comunicata: i raid in Libia dureranno trenta giorni. L'Italia mette a disposizione la base militare di Sigonella e lo spazio aereo. E così risponde alla richiesta formale del Comando statunitense. La missione studiata già durante il vertice di Washington del 21 luglio, ha subito un' accelerazione dopo gli attacchi portati a termine dai fondamentalisti dell' Isis a partire dal 12 giugno scorso.

     

    hillary libia isis hillary libia isis

    Ben tredici attentati «strutturati» che hanno provocato oltre 500 vittime, seminando il terrore in tutto il mondo. L'obiettivo dichiarato dagli americani è quello di liberare Sirte dall'occupazione dell'Isis, ma quello strategico è di ben altra portata. Perché la riconquista della città deve servire a dare legittimità al governo guidato da Fayez al Serraj, soprattutto a lanciare un messaggio chiaro alla popolazione. Gli analisti concordano sul fatto che la gioventù libica non sia a rischio radicalizzazione.

     

    campo isis in libia campo isis in libia

    Ma, come è già accaduto altrove, una «pressione» forte dei leader fondamentalisti può comunque aumentare il numero dei reclutati. Ecco perché - questa è la linea illustrata agli alleati - bisogna agire in fretta, con azioni mirate che annientino le postazioni controllate dai leader del Califfato.

    LIBIA SERRAJ SBARCA A TRIPOLI LIBIA SERRAJ SBARCA A TRIPOLI

     

    Un mese di tempo, intanto cresce la tensione a livello internazionale e dunque si riesamina il livello della minaccia, rimodulando il dispositivo di protezione degli Stati impegnati al fianco degli Usa, anche solo con un ruolo di supporto.

     

    I REPORT GIORNALIERI E IL RISCHIO «SCUDI UMANI»

    La riunione con i vertici degli apparati di intelligence convocata ieri dal sottosegretario delegato alla Sicurezza nazionale Marco Minniti, è servita proprio a individuare eventuali punti «critici» in modo da poter pianificare nuovi interventi.

     

    bombe sulla libia sabratha bombe sulla libia sabratha

    Gli esperti sono concordi nel ritenere che l'operazione militare degli americani in Libia non esponga il nostro Paese a rischi superiori a quelli già esistenti, peraltro già elevatissimi. Ma l' offensiva registrata negli ultimi quaranta giorni dall' Isis con azioni eclatanti, ha mostrato un salto di qualità soprattutto per quanto riguarda l' attività di propaganda. E con questo bisogna adesso rapportarsi.

     

    Gli Usa forniscono report giornalieri sui risultati dell' operazione militare. Si procede in maniera «chirurgica» individuando covi e arsenali, ma evitando accuratamente la possibilità di coinvolgere la popolazione. A Sirte sono rimaste circa 7.000 persone rispetto ai quasi 100 mila abitanti che c' erano prima della caduta del regime e la successiva invasione dei fondamentalisti dell'Isis. La posta in gioco è altissima, il fallimento della missione sarebbe una catastrofe.

    isis libia bengasi isis libia bengasi

     

    Perché per la prima volta si agisce su richiesta del nuovo governo insediato in Libia sotto l'egida dell' Onu, ma con numerose resistenze a livello internazionale e ancor di più in terno. Quindi bisogna sconfiggere l'Isis, ma bisogna prima di tutto evitare di colpire i civili, scongiurare il pericolo di una presa di ostaggi che vengano poi usati dai terroristi come «scudi umani». Lo scambio di informazioni sui canali militari e dell' intelligence è stato potenziato. L' ipotesi più probabile è che i fondamentalisti cerchino una via di fuga e abbandonino la città, come già accaduto in altre aree. Ma non può comunque essere sottovalutato il rischio di una risposta forte. Anche fuori dal territorio libico.

     

    IN ITALIA SOTTO CONTROLLO 1.300 LUOGHI DI AGGREGAZIONE

    L'attività dei servizi di intelligence italiana si muove sul «doppio binario» interno ed estero, in un'azione coordinata dal Dis - il Dipartimento delle informazioni per la sicurezza - diretto dal prefetto Alessandro Pansa. Gli attentati a Parigi, Bruxelles, Istanbul, ma anche a Dacca, Nizza, Ansbach, Monaco e infine a Rouen hanno fatto emergere la determinazione dei «soldati» dell'Isis a mostrare l'orrore compiuto.

    ISIS BOMBARDA SIRTE IN LIBIA ISIS BOMBARDA SIRTE IN LIBIA

     

    Foto e video degli attacchi, delle vittime e dei carnefici sono stati girati e poi postati sul web per amplificare l'effetto mediatico e quello emulativo. Per convincere altri giovani al martirio. Puntando soprattutto sulle persone disagiate, maggiormente influenzabili. Consapevoli che l'attività di propaganda fornisce una mobilitazione senza precedenti.

     

    La strategia messa a punto dall'Aisi - l'agenzia per la sicurezza interna - punta dunque sulla rimodulazione dei controlli. E così, come ha sottolineato il generale Mario Parente durante la sua audizione di fronte al Copasir (il comitato parlamentare di controllo), bisogna cercare di prevenire l'arruolamento, captare ogni segnale di allarme rispetto alla possibile radicalizzazione. Per farlo sono stati messi sotto controllo ben 1.300 luoghi di aggregazione islamica. «Vedere e ascoltare il potenziale nemico», è questa la linea.

    ISIS BOMBARDA SIRTE IN LIBIA ISIS BOMBARDA SIRTE IN LIBIA

     

    Per farlo sono stati individuati posti apparentemente innocui - si va dagli esercizi commerciali alle palestre, dai condomini agli Internet café fino ai money transfer - dove alto è il rischio di reclutamento. Strategica è la scelta di ricorrere alle espulsioni, con un'intensificazione dei provvedimenti firmati dal ministro dell'Interno Angelino Alfano che ormai sono oltre cento.

     

    Sono i casi in cui i criteri per procedere all'arresto appaiono «deboli» e dunque per evitare il rischio di una successiva scarcerazione e inevitabile permanenza sul territorio in attesa del giudizio, si sceglie la strada ritenuta più efficace dell' allontanamento forzato. Sotto monitoraggio costante i siti Internet, con un investimento in quell'attività di controinformazione che può fare la differenza per chi non ha una formazione jihadista ma cerca soltanto nuove esperienze all'interno dei gruppi fondamentalisti.

     

    LE COMUNITÀ IN AFRICA E LA PROTEZIONE IN SUDAMERICA

    ISIS BOMBARDA SIRTE IN LIBIA ISIS BOMBARDA SIRTE IN LIBIA

    Una realtà che si è manifestata in maniera drammatica il 1° luglio scorso con l'assalto nel ristorante di Dacca dove sono stati trucidati nove italiani che si erano riuniti per festeggiare l'arrivo delle vacanze. Occidentali finiti nel mirino di chi aveva deciso di suggellare la propria appartenenza all'Isis con un'azione barbara come la decapitazione degli ostaggi.

     

    Altri estremisti - questo dicono i report veicolati dagli 007 dei Paesi collegati - sono pronti a colpire in quelle aree dove il radicalismo ha assunto dimensioni allarmanti. E dove la presenza di comunità italiane convince i vertici dell' Aise - l' Agenzia per la sicurezza esterna guidata dal generale Alberto Manenti - a rivedere le aree di intervento e soprattutto prevedere una presenza costante che possa diventare punto di controllo e raccordo con gli altri apparati stranieri.

     

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    Per questo sono state individuate nuove zone che spaziano dall' Africa con attenzione particolare al Kenya, Mozambico e Sudan e arrivano in Sudamerica lì dove gli islamici si sono insediati in maniera capillare, come del resto è stato confermato con gli arresti di numerosi fondamentalisti alla vigilia delle Olimpiadi di Rio de Janeiro. La missione primaria è quella di proteggere i siti strategici, le postazioni delle industrie italiane che operano all' estero e hanno creato vere e proprie comunità italiane. E per farlo si sta pensando di incrementare quello stanziamento da 650 milioni di euro che garantisce il funzionamento dell' intero sistema di intelligence.

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