CASSANO
Filippo Di Chiara per ‘La Gazzetta dello Sport’
William Shakespeare, lassù, può stare tranquillo. Non bisognerà scomodare Romeo e Giulietta: l' amore veronese tra Antonio Cassano e l' Hellas non è mai decollato. Anzi, è già finito. E sembrerebbe chiusa, a colpi di tweet, anche la lunga storia tra Cassano e il calcio ma con FantAntonio il condizionale è d' obbligo.
La certezza è che il barese ieri nel giro di poche ore ha prima comunicato al club, tramite il suo agente, di voler lasciare l' Hellas e il calcio.
Poi sui social di sua moglie Carolina a ora di pranzo ha precisato di abbandonare solo l' Hellas «per mancanza di stimoli» e poi, meno di 4 ore dopo, ha ri-ampliato i confini della decisione: «Carolina ha sbagliato. Ci ho riflettuto e ho deciso: Antonio Cassano non giocherà più a calcio: chiedo scusa a tutti, la mia priorità è la famiglia». Il tutto figlio di un momento in cui è evidente la poca serenità del barese.
CASSANO CON LA MOGLIE
Eppure il Verona per Cassano rappresentava una delle poche squadre cui avrebbe detto sì a occhi chiusi: «Setti mi piace, il pubblico è appassionato, lo stadio sempre pieno e poi c' è il d.s. Fusco, una delle cinque persone con cui continuo a tenere rapporti nel mondo del calcio dopo l' addio alla Samp», aveva detto alla Gazzetta soli tre mesi fa. Frasi dette con passione, mente libera da pressioni e stress e col fuoco dentro. E aveva aggiunto: «Sono ancora il migliore, torno e faccio la differenza come sempre».
E dopo un lungo reciproco corteggiamento il 10 luglio Cassano ha firmato per un anno (a circa 300 mila euro con bonus a salire) promettendo «buona condotta» e magie in campo: visite mediche ok, maglia numero 99 esibita col sorriso dei bei tempi, ben accolto da parte dei compagni e del tecnico.
CASSANO CAROLINA MARCIALIS
E dal giorno dopo Cassano ha iniziato a lavorare sul campo per togliere i 5-6 chili di troppo accumulati in oltre un anno di inattività dopo l' addio alla Samp. Nei mesi precedenti con orgoglio Fantantonio aveva rifiutato Cina, Zeman, Zamparini e Crotone. Perché voleva ripartire da qualcosa che gli facesse rinascere la voglia di stupire. Tradotto: Verona, Parma o l' Entella («La porto in A e faccio la storia»). Insomma, era stato accontentato.
Eppure dopo pochi giorni, nemmeno otto, scatta in lui la tentazione della Cassanata. Ma stavolta a farne le spese era solo se stesso. Il ritorno in Serie A era una sorta di sfida personale, i primi applausi alle sue giocate lo convincono di aver vinto ancora: «Può bastare». Un inconscio appagamento e il venire meno della forza mentale per affrontare il ritiro, lo stress di una preparazione necessariamente più dura rispetto al passato. Cassano decide di gettare la spugna: lo comunica a Setti, Fusco e Pecchia, e anche ai suoi compagni: «Non ce la faccio, lascio il calcio».
CASSANO
Per martedì 15 viene convocata in ritiro una conferenza ma in extremis Carolina («I tuoi figli hanno il diritto di vederti giocare») e Setti («Ti ho preso per far vedere a tutti che sei ancora il numero uno») riescono a toccare le corde giuste. Cassano ci ripensa e ribalta tutto: «Ho pensato di smettere ma Carolina mi ha fatto riflettere, stavo per fare una sciocchezza: resto per fare grande il Verona».
Tutto risolto? Macché. Antonio non è sereno: la famiglia è in un hotel nei pressi del ritiro ma a Primiero non riesce a integrarsi con la squadra, lega solo con i più giovani (Verde e Zaccagni su tutti). E forse anche questo gli fa perdere sicurezza.
Eppure nei due test in campo dà spettacolo. Ed è l' altra faccia del Cassano veronese: spettacolare, magico come ai bei tempi, la Verona del pallone è già sua.
CASSANO CAROLINA MARCIALIS
Ma a lui non basta più. Sabato mattina la foto di squadra dice tutto: è imbronciato, ha deciso di mollare tutto. Dodici giorni di ritiro erano stati un' eternità
Cassano ne parla con i dirigenti e chiede di lasciare il ritiro in anticipo: permesso negato nel tentativo di fargli cambiare idea. Domenica mattina l' ultimo allenamento: al termine non partecipa all' abbraccio della squadra con i tifosi, saluta qualche compagno e va via in auto con la moglie. Tra Cassano e l' Hellas è finita. Neanche il tempo della presentazione (fissata venerdì) e di ritrovare, sabato in un test, la sua Samp.
Cassano domenica notte ci dorme su e non cambia idea. Con un primo tweet ammette di «non essere mentalmente stimolato a continuare in questo club». Il Verona non gradisce e «minaccia» di non procedere alla risoluzione. Cassano allora corregge: «Non giocherò più a calcio, per un uomo di 35 anni sono le motivazioni a dettare la vita e sento che la mia priorità è rappresentata dalla famiglia». E ora? Nei prossimi l' addio formale al Verona, risolvendo il contratto. E poi la carriera potrebbe davvero essere finita a meno che non scatti in lui la solita scintilla («Il più forte sono io, torno e lo dimostro») grazie a Genoa (da tempo ha un forte legame con Preziosi jr), Spezia o Entella. In bocca al lupo FantAntonio.
CASSANO PRANDELLI
2. CESARE PRANDELLI: "IL RITIRO DI CASSANO? POTEVA PROVARCI ANCORA"
Vanni Zagnoli per Libero Quotidiano
«Due parole le dico volentieri su Cassano». Cesare Prandelli telefona alle 19, dopo un sms nel pomeriggio. È una sorpresa. Non da Dubai, dove allena l’Al-Nasr. «Sono in Slovenia, con la squadra».
L’avevamo lasciata al Galatasaray, con la pr Silvia Berti, ex Fiorentina, e l’ex campione del mondo Taffarel. E poi al Valencia.
«Qui faccio da solo…».
È con suo figlio Nicolò, come in nazionale?
«No, è rimasto a Bologna, con Roberto Donadoni».
Ecco, il miglior Cassano è stato con Delneri alla Sampdoria (preliminare di Champions league, perso con Di Carlo), con Donadoni a Parma o con lei in nazionale?
«Non c’è dubbio, sicuramente con me agli Europei, 5 anni fa, argento in Ucraina».
Lo portò anche al mondiale in Brasile, subentrò, senza evitare l’eliminazione al primo turno.
«Ma qui vorrei solo dire che mi spiace molto che lasci il calcio. Quando uno prende questa decisione, molto sofferta, come sempre fa poi affidamento sulle persone che nelle difficoltà ti sorreggono, dunque sulla famiglia».
cassano balotelli prandelli
Già. In questi mesi aveva fatto il procuratore della moglie, Carolina Marcialis, tornata a giocare a pallanuoto, in Liguria…
«Dobbiamo soltanto dire che è stato onesto, nei confronti dei compagni, dei tifosi e della società».
A 36 anni Federer continua vincere, perchè Antonio di fatto aveva lasciato a 34?
«In effetti spiace, sarebbe stato bello vederlo almeno ancora una stagione. Conoscendolo un po’, come carattere, aveva questa volontà. Comunque, gli mando un grande abbraccio».
Lei firmò il miglior campionato del Verona da 30 anni, 9° nel 99-2000. Il Bentegodi era l’ideale per esaltare Fantantonio?
«Il girone d’andata fu sofferto, il ritorno straordinario, con 15 risultati utili consecutivi e una tifoseria fantastica, come sempre, a unire tutte le energie, di Brocchi e compagni. Quell’ambiente l’avrebbe apprezzato».
PRANDELLI, CASSANO
Mandorlini fece di Toni il capocannoniere, a 39 anni. Cassano poteva ripetersi con Pazzini, 33enne?
«Mah. Ripeto, ha preso una decisione sofferta, in base ai valori familiari, senza trascinare la cosa. Il rammarico è per una piazza che sa di calcio e ti dà tanto. L’Hellas resta una delle migliori realtà d’Italia. Diciamo però grazie a Cassano».
IL MESSAGGIO DI CASSANO POSTATO SUL PROFILO TWITTER DELLA MOGLIE CASSANO