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    ALT: POTREBBE ESSERE ARRIVATA LA SVOLTA PER I VEICOLI ELETTRICI (E NON SOLO) – I RICERCATORI DELLE DUE UNIVERSITÀ DI PISA, LA STATALE E LA “NORMALE”, STANNO SVILUPPANDO DELLE BATTERIE QUANTISTICHE IN GRADO DI RICARICARSI ISTANTANEAMENTE. QUESTE RISOLVEREBBERO IL PROBLEMA PRINCIPALE DELLE MACCHINE ELETTRICHE, OVVERO LA LENTEZZA DEL “RIFORNIMENTO” (CHE PUÒ DURARE MOLTE ORE) E LA NECESSITÀ DI LITIO PER COSTRUIRE LE BATTERIE "CLASSICHE" – PER UN PRIMO PROTOTIPO BISOGNA ASPETTARE ALMENO 2 ANNI..


     
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    Estratto dell’articolo di Riccardo Luna per “la Repubblica”

     

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    Questa è una storia che ci porta in un futuro che non abbiamo ancora neanche immaginato: “Nella terra dei qubit”. Un luogo in cui le batterie si caricano quasi istantaneamente. Ed anzi, più sono grandi e prima si caricano. Sono batterie quantistiche che prenderanno il posto di quelle chimiche, consegnando l’invenzione della mitica pila di Alessandro Volta ad un glorioso passato remoto.

     

    Questa è anche la storia di una goliardica rivalità che ha improvvisamente cessato di esistere: quella fra i ricercatori di due università pisane, la statale e la Normale, che hanno scelto di unire le forze — in questo caso i cervelli — per provare a cambiare il mondo. […]

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    Questa è la storia di Planckian, un nome che è un chiaro omaggio a Max Planck, uno dei padri della meccanica quantistica; ma “planckiani” sono detti anche alcuni metalli con proprietà che ancora non riusciamo a spiegare. Ecco, diciamolo subito: non vi sentite in colpa se di questa storia non capirete proprio tutto.

     

    […] Ma la forza di questa storia invece la capiscono tutti. L’inizio è il marzo 2018, quando sulla più autorevole rivista scientifica di settore, Physical Review Letters , vengono pubblicati i risultati di una ricerca sulle batterie quantistiche. Tra gli autori c’è Marco Polini, rientrato all’università di Pisa, dove aveva studiato, dopo impegni negli Stati Uniti e in Inghilterra. Un cervello di ritorno, lo chiameremmo oggi.

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    L’idea fondamentale, l’intuizione da cui tutto è partito, è questa: «L’invenzione della pila da parte di Alessandro Volta, che ha posto le fondamenta dell’era elettrica, gestisce l’energia sulla base di principi elettrochimici che hanno dei limiti.

     

    Il primo è l’esaurimento, in forza del processo di decadimento degli elementi chimici che la compongono. Allo stesso modo, il processo di carica è, in termini assoluti, “lento”, perché vincolato al tempo necessario per lo svolgimento delle reazioni elettrochimiche». Con la fisica quantistica, tutto potrebbe cambiare. […]

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    Lasciate per un attimo da parte lo sforzo di immaginare cosa sono i qubit: qui stiamo parlando di creare batterie che si caricano in un tempo infinitamente inferiore. Una rivoluzione, se avrà successo. La fortuna di Polini e Giovannetti è che in quei mesi ha iniziato a operare Enea Tech, una fondazione che ha la missione di scovare nei laboratori tecnologie dirompenti in grado di dar vita ad aziende “disruptive”.

     

    Siamo nel mondo del deep tech, tecnologie complesse che nascono in ambito universitario; e del tech transfer , il processo che le porta a diventare imprese. […] Ci vorranno due anni per la prima batteria quantistica. Se funziona cambierà il mondo.

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