Flavia Amabile per "la Stampa"
Monastero di Sant Antonio Abate di Aprilia
«L'appello a vaccinarsi? Sinceramente mi ha infastidito», sostiene Luca Monti, arciprete della chiesa ortodossa. Si trova nel Monastero di Sant'Antonio Abate di Aprilia, in provincia di Latina, nel cuore di Campo di Carne, periferia nord del comune, un quartiere di strade dissestate, case basse e improvvisate, dove l'italiano è solo una delle tante lingue che si sentono in giro, e nemmeno una delle più diffuse.
È una delle zone dove sono puntati i riflettori della regione Lazio per il basso numero di vaccinati in particolare nella comunità romena. L'assessore Alessio D'Amato la scorsa settimana ha lanciato un nuovo appello «alla vaccinazione per i cittadini con area di provenienza da Europa dell'Est, soprattutto nel distretto di Aprilia». È stata chiesta la collaborazione delle autorità religiose «che si sono rese disponibili», ha assicurato l'assessore.
Covid Aprilia 4
Dal monastero ortodosso di Sant'Antonio Abate, invece, Luca Monti confessa di essere «infastidito» dall'appello. «Io non sono vaccinato - spiega - e noi siamo contrari al Green Pass. Non parliamo di questi temi con chi frequenta il nostro monastero, siamo per la libertà di coscienza. Trovo che anche il Vaticano stia diventando servo del dio vaccino».
Una posizione dura che non lascia sperare che le cifre dei vaccinati nella comunità romena possano aumentare di molto. Ad Aprilia meno della metà ha accettato di aderire alla campagna vaccinale, il 44% secondo alcune stime diffuse dalla Regione Lazio. «Molte famiglie romene hanno dubbi - conferma Salvatore Saraniti, presidente del centro di Solidarietà San Benedetto - Mi dicono di avere paura. Quando vengono a prendere il pacco alimentare prima li accoglievo all'interno, parlavamo. Ora invece li lascio fuori, la consegna è frettolosa ma non ho altre armi per convincerli che devono tutelare se stessi e gli altri».
Covid Aprilia 3
Non tutta la comunità romena è ostile. Padre Alexandru Costel Lazar, parroco della Chiesa Ortodossa Santissima Trinità di Aprilia, in un video diffuso sul profilo Facebook del Comune ha invitato i fedeli a vaccinarsi e a utilizzare la mascherina. Anche Niculina Danaila, mediatrice interculturale, di Spirit Romanesc, ha provato a persuadere i suoi connazionali. «Io sono vaccinata, ma tanti della nostra comunità purtroppo non lo sono. Proviamo a parlare con loro e a convincerli ma non c'è nulla da fare, dicono di aver paura. Se fosse per me seguirei il modello austriaco e li costringerei a non uscire».
Covid Aprilia 2
La verità è che ad Aprilia la comunità romena è solo una parte del problema. Su una popolazione totale di 80mila abitanti, i vaccinati sono il 72%, 16 punti in meno rispetto alla media del Lazio. Ci sono quattro medici sospesi per non aver aderito alla campagna di somministrazioni e diversi uffici pubblici chiusi per i casi positivi registrati. «Rispetto allo scorso anno registriamo un contagio diffuso non concentrato nelle Rsa o nelle scuole che diventa più difficile da gestire», ammette il sindaco Antonio Terra. Nella cittadina infatti i positivi sono arrivati a 400 in pochi giorni e l'indice Rt è a 1,8, molto più alto dell'1,1 della media provinciale.
FOCOLAIO AD APRILIA
Per contrastare la nuova ondata è stato deciso una settimana fa l'obbligo di indossare la mascherina all'aperto, una misura che ieri è stata prorogata ancora per una settimana ma potrebbe essere in vigore ancora a lungo. «E potrebbe non bastare, forse c'è bisogno di misure diverse», avverte Giuseppe Zaccone, avvocato. Di sicuro non basta l'appello rivolto soltanto alla comunità romena.
FOCOLAIO AD APRILIA
Secondo Emilia Ciorra che si occupa di politiche sociali nella città, ci sono «grandi sacche di marginalità anche tra gli italiani. Penso a tutti quelli che non hanno un lavoro, e sono tanti. A quelli che vivono al massimo con il reddito di cittadinanza, e che fanno una vita da esclusi da ogni relazione sociale. Non abbiamo bisogno della vaccinazione, mi dicono».