Estratto dell’articolo di Federica Olivo per www.huffingtonpost.it
CARLO NORDIO GIORGIA MELONI
Per l'opposizione è un modo per tenere sotto controllo le procure, per la maggioranza un modo per incentivare la sicurezza. Un piccolo caso si crea intorno a una norma del ddl Sicurezza - già approvato alla Camera, ora all'esame del Senato - che consente agli organi dei Servizi segreti di accedere al lavoro di tutte le pubbliche amministrazioni anche atti coperti da riservatezza.
E le pubbliche amministrazioni sono obbligate a collaborare. Tra gli uffici destinatari del provvedimento ci sono anche le procure. E il timore di chi osteggia la norma è che i Servizi - che dipendono dal governo - possano accedere al loro lavoro, anche a indagini in corso, non tanto per ragioni di sicurezza nazionale quanto per controllare i pm.
spionaggio - banche dati
La norma era passata più o meno sotto silenzio, anche se l'opposizione nel corso del dibattito parlamentare aveva mostrato molte perplessità. In giorni in cui, però, si alza sempre di più lo scontro tra esecutivo e magistratura, ecco che la minoranza parlamentare alza il livello dell'allarme: "Il combinato disposto, delle norme contenute nella legge approvata a giugno sulla cyber-sicurezza con quelle previste nel ddl Sicurezza, crea un grave vulnus anche per i data-base delle Procure. Sarà possibile accedervi anche da parte di apparati governativi senza alcun controllo", denuncia Ilaria Cucchi, di Avs.
servizi segreti 5
"Contro la magistratura - osserva la senatrice - c'è un attacco costante in atto su più fronti". Della stessa idea il senatore del Pd Walter Verini: "Anche questo è un nuovo capitolo di un attacco all'indipendenza della magistratura. […] il rischio è quello di poter penetrare nelle banche dati della magistratura magari venendo a conoscenza anche di delicatissime indagini che invece vanno tutelate per mille e un motivo". […]