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Estratto dell’articolo di Claudio Tito per "la Repubblica"
raffaele fitto ursula von der leyen
Almeno un paio di candidati in bilico e poi il test della verità su Raffaele Fitto. Iniziano oggi al Parlamento europeo le audizioni per i commissari della nuova “squadra” di Ursula von der Leyen. Non si tratta di un passaggio formale ma di un vero e proprio esame con tanto di voto su ognuno dei 26 designati.
Nel pomeriggio si inizia con lo slovacco Sefcovic e si finirà il 12 con i sei vicepresidenti esecutivi. La partita centrale è quella che riguarda il rappresentante italiano. Al quale la presidente della Commissione ha assegnato anche l’incarico di vicepresidente esecutivo.
URSULA VON DER LEYEN E I NUOVI COMMISSARI UE A BRUXELLES
Socialisti, liberali, Verdi e Sinistra non gli daranno il loro voto nella Commissione Regi dell’Eurocamera. Ma nell’ampollosa procedura di nomina dei commissari, alla fine Fitto dovrebbe farcela con il sostegno delle destre presenti a Bruxelles, anche quella più estrema del partito tedesco neonazista di Afd.
In quella sede infatti il Ppe con Ecr, Patrioti e Esn possono contare su una maggioranza risicata di un voto, ma comunque maggioranza. E gli altri partiti, pur contrari a concedere la vicepresidenza a Fitto perché modifica di fatto la maggioranza politica che ha eletto von der Leyen, alla fine non hanno il coraggio di andare fino in fondo nella loro opposizione e lasceranno che l’esponente meloniano venga confermato. [...]
La presidente della Commissione, però, si gioca una parte del suo credito politico e della sua centralità in questi appuntamenti. L’esecutivo europeo è stato costruito con una sorta di “Ursulacentrismo” che non piace del tutto ai governi nazionali.
Ma a causa della debolezza di Parigi e Berlino, nessuno riesce realmente a contrastare questa forma di neopresidenzialismo europeo. Qualche “scherzetto”, però, von der Leyen potrebbe subirlo. Almeno un paio di commissari rischiano di essere bocciati in Parlamento.
RAFFAELE FITTO - PARLAMENTO EUROPEO
Si tratta in primo luogo dell’ungherese Oliver Varheliy. Pur essendo un commissario uscente, le posizioni anti-Ue e filoputiniane del premier di Budapest Viktor Orban lo stanno mettendo sul banco degli imputati. Il secondo è il giovane maltese Glenn Micallef, socialista, che può pagare un curriculum non considerato all’altezza del ruolo.
[...] Al di là dei loro destini, l’eventuale bocciatura di un paio di loro potrebbe comportare lo slittamento dell’insediamento della nuova Commissione. Invece che il primo dicembre, si andrebbe all’inizio del 2025, dopo le festività natalizie. Sarebbe un piccolo schiaffo a Ursula. Un colpo alla sua immagine che qualche governo nazionale potrebbe assestarle per dimostrare, in un breve sussulto di orgoglio, che non può proprio fare qualsiasi cosa.
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