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    INTELLIGENCE, CHE DEFICIENCE! – IL “NEW YORK TIMES” HA SCOPERTO CHE I SERVIZI SEGRETI MILITARI ISRAELIANI AVEVANO SMESSO DI INTERCETTARE LE COMUNICAZIONI DI HAMAS UN ANNO PRIMA DELL’ASSALTO DEL 7 OTTOBRE. UNA SORVEGLIANZA GIUDICATA ORMAI “SUPERFLUA” – I SOLDATI AL CONFINE CON GAZA DA MESI SEGNALAVANO INSOLITE ATTIVITÀ DI ADDESTRAMENTO DEI MILIZIANI, MA I SUPERIORI HANNO MINIMIZZATO L'ALLARME – SOTTOVALUTATI ANCHE GLI AVVERTIMENTI DI EGITTO E GIORDANIA...


     
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    1 – «NON INTERCETTAVANO PIÙ I CAPI DI HAMAS» LE FALLE DEI SERVIZI PRIMA DEL 7 OTTOBRE

    Estratto dell’articolo di Raffaele Genah per “il Messaggero”

     

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    Una tessera dopo l'altra, il mosaico dell'incomprensibile debacle militare di Israele il 7 ottobre scorso si va faticosamente componendo. La consegna di restare uniti fino alla fine della guerra e rimandare a dopo la ricerca delle responsabilità è stata rotta da Netanyahu che ha poi dovuto ritrattare le sue accuse ai vertici militari e dei servizi.

     

    E adesso, soprattutto grazie al lavoro dei giornalisti d'inchiesta del New York Times si apprendono altri particolari sconcertanti di una catena di errori, sottovalutazioni, equivoci che sembra al limite dell'impensabile.

     

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    […] Ore 3 della notte tra venerdì 6 e sabato 7 ottobre. Negli uffici di Tel Aviv dello Shin Bet, il servizio segreto interno, il direttore Ronen Bar convoca i dirigenti della sua Agenzia che da ore stavano monitorando un crescente fermento dell'organizzazione terroristica lungo tutta la Striscia.

     

    L'esame e la discussione si protrae e alla fine prevale la valutazione di ordine più politico che militare secondo cui Hamas non avrebbe avuto alcun interesse ad entrare in guerra e che verosimilmente si tratta solo di un'esercitazione notturna. E comunque per precauzione si decide di inviare un piccolo nucleo di élite antiterrorismo, il "Tequila team" a presidiare la situazione.

     

    benjamin netanyahu benjamin netanyahu

    Meno di tre ore dopo la riunione parte la pioggia di razzi dalla Striscia e poco dopo tutti gli schermi che dovevano controllare a distanza la situazione lungo la "Barriera" di confine si spengono, accecati da droni e cecchini. Comincia l'assalto e partono gli orrori di Hamas, dalle sale di controllo dell'esercito non solo non arrivano immagini, ma nemmeno le voci delle radio trasmittenti di Hamas, visto che da oltre un anno l'Unità 8200 - che si occupa dello spionaggio di segnali elettronici - aveva smesso di intercettarle considerandolo uno sforzo inutile.

     

    hamas hamas

    Le maglie della sorveglianza avevano dimostrato, da oltre un anno, di aver perso la propria proverbiale tenuta: da diversi mesi i servizi e le informazioni raccolte non sarebbero riusciti ad intercettare le mosse dei terroristi. E al tempo stesso non avrebbero prestato la dovuta attenzione alle informazioni di due Paesi moderati che hanno un importante ruolo di stabilizzazione della regione, l'Egitto e la Giordania.

     

    Si dice che ci sarebbe stata perfino una telefonata tra il capo dell'intelligence del Cairo Abbas Kamal a Netanyahu - che però smentisce - per avvertirlo che qualcosa di grosso bolliva in pentola. E anche dalla Giordania erano partiti avvertimenti sul pericolo di quelle che venivano denunciate come provocazioni sulla Moschea di Aqsa.

     

    Tanti altri i segnali non colti, addirittura un incontro negato da Netanyahu al capo di Stato maggiore della Difesa e il disinteresse con cui il Parlamento ha prestato attenzione a un briefing richiesto dal capo dell'intelligence militare. […]

     

    2 – I SEGNALI IGNORATI E IL NERVOSISMO DI KING BIBI

    Estratto dell’articolo di Giordano Stabile per “La Stampa”

     

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    Un anno prima del terribile massacro del 7 ottobre, l'Unità 8200 dell'Intelligence militare israeliana decide si sospendere le intercettazioni dei walkie talkie di Hamas. Una sorveglianza di routine giudicata ormai "superflua". Dopo le grandi manifestazione alla barriera di confine del 2018-2019, finite senza ottenere nulla, il movimento sembra in catalessi. […]

     

    Israele ha sviluppato app formidabili per monitorare tutto quello che si dice e scrive nei Territori. Ma nelle profondità dei tunnel i miliziani usano rudimentali linee telefoniche, schermate dal cemento e dal terreno. Resta la sorveglianza umana.

     

    mossad - servizi segreti israele mossad - servizi segreti israele

    Le pattuglie, i soldati sulle torri che osservano la barriera. Da qualche mese notano insolite attività di addestramento di Hamas. Invece che una volta a settimana, più volte al giorno. Gli uomini dalle mimetiche scure che piazzano cariche esplosive lungo il confine. Le informazioni raccolte vengono poi passate ai livelli superiori della catena di comando, inclusi i responsabili dell'intelligence. Ma non sono prese sul serio.

     

    Yael Rotenberg, in servizio nella base di Nahal Oz, riferisce di palestinesi che in abiti civili si avvicinavano alla barriera di separazione con mappe e scavavano nel terreno. Le rispondono che sono contadini, e che non c'è da preoccuparsi. Rotenberg è l'unica sopravvissuta nell'attacco a Nahal Oz.

     

    […]

     

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    Il premier Benjamin Netanyahu ha scaricato tutta la responsabilità sull'Intelligence. Ma il suo rivale Avigdor Lieberman sostiene di avergli consegnato nel dicembre 2016, quando era ministro della Difesa, un rapporto che prevedeva l'attacco di Hamas «esattamente come» il 7 ottobre: sfondare il confine di Gaza, invadere il Sud e prendere ostaggi. Nelle dichiarazioni di Lieberman sono servite sul piatto freddo della vendetta ma sono solo un antipasto e illustrano bene il nervosismo dell'ex King Bibi. Ha bisogno di risultati, in fretta, e questo spiega l'accelerazione di ieri con la liberazione di una degli ostaggi, la prima salvata dall'esercito. Non basterà.

     

    3 – ISRAELE NON INTERCETTA HAMAS DA UN ANNO: “UNO SPRECO DI SOLDI”

    Estratto dell’articolo di Giampiero Calapà per “il Fatto Quotidiano”

     

    video di hamas simulazione attacco a israele 7 video di hamas simulazione attacco a israele 7

    L'agenzia d'intelligence israeliana che si occupava di intercettare le comunicazioni aveva smesso di ascoltare le conversazioni di Hamas da un anno perché lo considerava uno spreco di risorse. Lo scrive in una lunga e dettagliata inchiesta su tutti i buchi degli 007 israeliani il New York Times. […] Nell'inchiesta il Nyt rivela, inoltre, che anche i servizi segreti americani avrebbero da tempo staccato la spina e “in gran parte ha smesso” di raccogliere informazioni su Hamas nella convinzione che bastasse Israele a gestire la “minaccia regionale” rappresentata dal gruppo.

     

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    Che ci fosse un allarme sottovalutato dalla politica israeliana, scrive sempre il Nyt, è un fatto, tanto che il 24 luglio scorso ad ascoltare in audizione due generali di alto livello alla Knesset si sono presentati soltanto due parlamentari: “Nella valigetta di uno dei generali , Aharon Haliva, capo della direzione dell'intelligence militare delle forze di difesa israeliane, c'erano documenti altamente riservati secondo cui i disordini politici (per la contestata riforma della giustizia, ndr) stavano incoraggiando i nemici di Israele.

     

    video di hamas simulazione attacco a israele video di hamas simulazione attacco a israele

    Un documento affermava che i leader di quello che i funzionari israeliani chiamano l'asse della resistenza (Iran, Siria, Hamas, Hezbollah e Jihad islamica) credevano che questo fosse un momento di debolezza israeliana e il momento di colpire”: è citato lo stesso il capo di Hezbollah, Hassan Nasrallah, indica come pronto allo scatenarsi di una “grande guerra”. Telecamere, sensori e armi “sparatutto” da videogame azionate a distanza, installate al presidio dei confini della Striscia erano rimasti l'unico elemento a difesa dello Stato ebraico, ma il “fattore umano” dei miliziani di Hamas il 7 ottobre ha sfondato il muro tecnologico.

     

    video di hamas simulazione attacco a israele 3 video di hamas simulazione attacco a israele 3

    […] Oltre ai buchi dell'intelligence ieri a far scalpore c'è stata un'altra rivelazione: nel 2016 con un rapporto di undici pagine firmato dal ministro della Difesa, il falco Avigdor Lieberman, Netanyahu venne informato di uno scenario in preparazione simile a quello verificatosi sette anni dopo: “Miliziani di Hamas – la sintesi del documento – armati fino ai denti e addestrati che attaccano i kibbutz in territorio israeliano da terra e dal cielo, per uccidere, prendere ostaggi e minare così la fiducia dello Stato ebraico nella sua sicurezza oltre il muro di cemento della Striscia, quella Linea Maginot destinata a essere violata”.[…]

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