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    “CI AVEVANO FATTO UN VIDEO. QUANDO GLI HO CHIESTO DI CANCELLARLO, MI HANNO RISPOSTO CHE POTEVANO AMMAZZARMI” – I SETTE EGIZIANI, ACCUSATI DI AVER PARTECIPATO ALLO STUPRO DELLA 13ENNE A CATANIA, AVEVANO FILMATO LA RAGAZZA E IL SUO FIDANZATO IN UN MOMENTO DI INTIMITÀ PER RICATTARLI. LUI AVEVA CHIESTO LORO DI CANCELLARLO, LEI AVEVA TENTATO DI MEDIARE: “TENETEVELO, MA LASCIATECI ANDARE” – MA IL BRANCO, DOPO AVER CHIESTO LORO SOLDI E SIGARETTI, LI HA SPINTI VERSO IL BAGNO E…


     
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    Estratto dell’articolo di Riccardo Lo Verso per "il Messaggero"

     

    i ragazzi egiziani accusati di stupro a catania i ragazzi egiziani accusati di stupro a catania

    Gli indagati per lo stupro di Catania sono sette, ma del branco avrebbero fatto parte altri giovani egiziani ancora da identificare. E spunta un video che sembra essere stato usato come ricatto. «Tremavo come una bambina, ero terrorizzata», ha raccontato la giovane vittima. Ha solo 13 anni, è poco più di una bambina ma mostra la determinazione di un adulto mentre ricostruisce l'incubo vissuto assieme al fidanzato lo scorso 30 gennaio a Villa Bellini.

    I BAGNI DI VILLA BELLINI A CATANIA I BAGNI DI VILLA BELLINI A CATANIA

     

    Un incubo iniziato con l'insistente richiesta del gruppo di egiziani che volevano soldi e sigarette e proseguito con la violenza all'interno del bagno del parco comunale. La tredicenne ha parlato di «sette, dieci persone», mentre nei ricordi del fidanzato il numero sale a «dodici, tredici». La sua testimonianza sarebbe la più attendibile visto che è stato costretto ad assistere alla scena mentre in due, a turno, approfittavano della fidanzata.

     

    «Dai, dammi un bacio, non avere paura», sono state le prime parole pronunciate da uno degli indagati che ha spinto la tredicenne in bagno e «ha chiuso la porta con il gancio».

     

    A violentarla sarebbero stati un minorenne e un indagato che ha da poco compito 18 anni.

    VILLA BELLINI A CATANIA VILLA BELLINI A CATANIA

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    Il racconto della tredicenne è un pugno nello stomaco: «Non riuscivo a urlare, balbettando gli chiedevo di smetterla, faceva male». Tutto inutile, gli abusi sono proseguiti. Quando il primo violentatore si è allontanato soddisfatto la ragazzina ha sperato che fosse finita. Si era illusa. Un altro si è fatto avanti, l'ha spinta di nuovo nel bagno urlando: «Lo voglio anche io». Nel frattempo, gli altri tenevano fermo il fidanzato («ti spacchiamo il c») che per provare a fare desistere il branco ha iniziato a picchiare con la testa contro la porta del bagno.

     

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    Un tentativo tanto disperato quanto inutile, mentre «ridevano, mi prendevano in giro e sentivo la mia ragazza dire "basta, basta"». La tredicenne è riuscita a liberarsi dalla morsa del secondo violentatore: «L'ho spinto, ho aperto la porta, ho preso il mio ragazzo e siamo scappati verso l'uscita principale». Qui sono stati soccorsi dai passanti che hanno allertato i carabinieri. I militari hanno identificato subito alcuni ragazzi del gruppo. C'è voluto più tempo per i due violentatori. Decisivo sono stati il racconto delle vittime e di uno degli egiziani, e l'analisi dei profili social (Instagram e TikTok). La testimonianza del fidanzato ha aggiunto un dettaglio su cui si continua a indagare. Uno dei due violentatori, subito dopo che erano stati accerchiati, ha mostrato un video ai fidanzati. Li aveva filmati pochi istanti prima, in un momento di intimità: «Lei ha detto che il video se lo potevano tenere, ma dovevano lasciarci andare, io invece gli ho chiesto di cancellarlo, mi ha risposto che ero pazzo e poteva ammazzarmi».

     

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    Lo smartphone è stato sequestrato dai carabinieri che lo stanno analizzando per capire se il video sia ancora presente nella memoria o sia stato cancellato.

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