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    I SUDDITI DELLA REGINA SUDDITI ANCHE DELLO SPIONAGGIO: GLI 007 BRITANNICI COINVOLTI NELLO SCANDALO DEL PRISM


     
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    Enrico Franceschini per "La Repubblica"

    Il Datagate non è finito con le rivelazioni dei giorni scorsi. È anzi ancora più grande di quanto si era capito fino ad ora. E i servizi segreti della Gran Bretagna vi giocano un ruolo di primo piano, spiando i cavi di comunicazioni di telefonate e web di tutto il mondo, per poi condividere le informazioni ottenute con la National Security Agency (Nsa) americana.

    EDWARD SNOWDENEDWARD SNOWDEN

    È un nuovo scoop di Edward Snowden, la "talpa", l'ex agente della Cia e della Nsa fuggito a Hong Kong e attualmente irreperibile in attesa di capire se sarà incriminato e ricercato dalla giustizia Usa, e se otterrà asilo politico, forse dall'Islanda: un aereo privato potrebbe essere già pronto per portarlo a Reykiavik.

    «Tutto è pronto, aspettiamo solo il sì del ministero degli interni islandese», ha reso noto Olafur Sigurvinsson, un uomo d'affari locale, proprietario della Datacell, un'azienda in stretto contatto con WikiLeaks, il sito delle soffiate fondato da Julian Assange, che avrebbe fatto da intermediario per aiutare Snowden a mettersi al sicuro.

    È stato appunto Snowden a fornire al Guardian, già recapito delle sue precedenti indiscrezioni, un ulteriore dossier top secret, messo ieri sera dal quotidiano londinese sul suo sito. Si tratta di documenti che stavolta chiamano direttamente in causa il Gchq, il potente servizio di spionaggio elettronico del Regno Unito.

    Fonti del governo britannico indicano al Guardian che le attività menzionate sono legali. Ma la vastità del programma pone altri interrogativi su fino a che punto la difesa della sicurezza nazionale e le esigenze dell'antiterrorismo giustificano una massiccia e indiscriminata intromissione nella privacy di centinaia di milioni di persone.

    LINDSAY MILLS FIDANZATA DI SNOWDENLINDSAY MILLS FIDANZATA DI SNOWDEN

    L'agenzia di intelligence britannica avrebbe intercettato in segreto "grandi quantità" di dati Internet e chiamate telefoniche a livello globale e le ha poi condivise con l'agenzia americana Nsa, accusa la "talpa": si parla di 600 milioni di telefonate e 200 cavi a fibre ottiche tenuti sotto controllo al giorno, da parte di un esercito di 300 analisti del Gchq, coadiuvati da 250 colleghi della Nsa.

    Con un programma chiamato in codice "Tempora" (nome che fa venire in mente il detto latino, "o tempora, o mores"), il Gchq sarebbe in grado di passare al dettaglio e conservare comunicazioni e dati digitali degli ultimi 30 giorni. Le orecchie dello spionaggio del Regno Unito sarebbero in grado di carpire di tutto, dalle telefonate ai testi delle email, dai "post" pubblicati su Facebook a ogni genere di attività svolta dagli utenti su Internet.

    Dice la "gola profonda" Snowden al Guardian: "Questo non è soltanto un problema degli Stati Uniti. La Gran Bretagna ha un ruolo molto importante in questa vicenda. Gli inglesi sono perfino peggiori degli americani».

    Il fine ultimo del programma di spionaggio a livello internazionale portato avanti dal Regno Unito emerge dal nome dato a uno dei documenti rinvenuti da Snowden, scrive il Guardian: «Mastering the Internet» (Dominare Internet).

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    Rispetto alle rivelazioni fatte finora da Snowden, emerge che l'operazione del Gchq è relativamente recente: sarebbe iniziata appena 18 mesi or sono, molto dopo gli attentati terroristici contro l'America del settembre 2001 e contro la Gran Bretagna del luglio 2005.

    Interpellata dal quotidiano britannico, l'agenzia di intelligence rifiuta di rilasciare commenti sulle nuove rivelazioni, ma ribadisce di avere "scrupolosamente" agito nel pieno rispetto della legge, ovvero con autorizzazione e controlli.

    Ma il Guardian osserva che eventuali autorizzazioni dovevano limitarsi all'intercettazione di uno specifico numero di bersagli: avrebbero potuto spiare, insomma, soltanto elementi (e le loro telefonate e traffico web) giudicati sospetti, non un ampio e indiscriminato numero di soggetti.

    Come che sia, una fonte «a conoscenza delle attività di intelligence» dichiara al giornale di Londra che il materiale ottenuto da questo programma ha permesso «svolte significative nell'individuare e perseguire gravi crimini». Il dilemma è sempre quello, dunque: sicurezza contro privacy. Lotta al terrorismo contro libertà individuali.

     

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