Isabella Bufacchi per “Il Sole 24 Ore”
olaf scholz
In fuga dal gas russo, la Germania si è convertita al gas naturale liquefatto (Gnl) con una conversione a "U" sorprendentemente veloce, tanto quanto la svolta epocale sulla difesa e sugli armamenti.
Partendo da zero, la Germania mira a diventare tra la fine di quest' anno e l'inizio del 2023 uno degli hub più importanti in Europa per il Gnl: in tempi record è programmata la costruzione di almeno tre terminali galleggianti - che ora non esistono in Germania - e di due rigassificatori fissi, a terra, con l'aggiunta dell'affitto di almeno quattro maxi-navi cisterna.
gas naturale liquefatto
Già questa settimana il governo federale presenterà un'ambiziosa proposta di legge elaborata dai ministeri dell'Economia, della Giustizia e dell'Ambiente per snellire, semplificare e velocizzare le procedure di approvazione dei rigassificatori (sospendendo addirittura le valutazioni per l'impatto ambientale e i tempi dei ricorsi in Tribunale dei cittadini).
L'obiettivo del ministro dell'Economia Robert Habeck (Verdi) è di moltiplicare per 10 la velocità di realizzazione dei terminali e rigassificatori, contando sullo sforzo congiunto delle amministrazioni federali, regionali, comunali, dei cittadini, delle imprese private e degli ambientalisti.
olaf scholz mario draghi
Due Länder saranno chiave: Schleswig-Holstein sul mare del Nord e sul Mar Baltico, dove è iniziata la carriera politica del ministro Habeck nato a Lubecca, e la Bassa Sassonia con sblocco sul Mare del Nord.
Nel 2020 in Germania sono stati consumati 86,5 miliardi di metri cubi di gas naturale. Circa la metà proveniva dalla Russia. Ora questa dipendenza è scesa dal 55% al 35%.
Il primo terminale galleggiante di Gnl potrebbe entrare in funzione a Wilhelmshaven, sul Nare del Nord in Bassa Sassonia, entro la fine dell'anno o all'inizio del 2023 (sarebbe stato il 2027 in tempi normali) fornendo 9 miliardi di metri cubi di gas, pari a quasi il 20% delle importazioni annuali di gas russo.
ROBERTO CINGOLANI
Questo terminale sarò dotato di un gasdotto lungo una trentina di chilometri (la costruzione non impiegherà i soliti 5-7 anni ma dieci volte meno) per trasportare il gas in un impianto di stoccaggio. Al momento sono previsti tre (o quattro se Amburgo entrerà nella partita) terminali galleggianti provvisori, a seguire due fissi entro il 2025. La Germania ha anche noleggiato navi cisterna: due greche della Dynagas (con una fornitura di gas naturale fino a 30 miliardi di metri cubi) e due dalla norvegese Höegh LNG.
gas naturale liquefatto
La corsa all'indipendenza dal gas russo è accelerata perché incombe sulla Germania il pericolo di uno stop al flusso delle esportazioni deciso dalla Russia, piuttosto che un embargo europeo. Per questo, i ministeri e le autorità coinvolte stanno già elaborando - stando a Reuters - i dettagli dell'attuazione dei diversi stadi di emergenza stabiliti dall'Energy security act.
La legge prevede, nei casi più eccezionali di una crisi energetica, la nazionalizzazione o meglio il controllo temporaneo dello Stato di aziende chiave: il ministero, interpellato dal Sole24Ore, ci tiene a precisare che questo tipo di intervento rientrano nell'attuazione trasparente di un piano pubblico noto.
Robert Habeck
Tagesschau ha dedicato un ampio servizio di recente per rassicurare i cittadini: nel caso di razionamento, le famiglie sarebbero protette e la carenza di gas colpirebbe per prime aziende e industria. Nel caso di razionamento del gas per il riscaldamento, la legge tuttavia non stabilisce la sicurezza dei gradi dai quali calcolare la fornitura alle famiglie: un dettaglio importante che dovrà essere definito.
ROBERT HABECK OLAF SCHOLZ CHRISTIAN LINDNER
Nel caso estremo di razionamento del gas, il ministero precisa che le decisioni sulle priorità di distribuzione del gas non verranno prese dal dicastero dell'Economia ma dall'Agenzia federale delle reti. La Germania sa che deve prepararsi al peggio. Un rapporto a firma del prof. Tom Krebs dell'Università di Mannheim, tra i consulenti più vicini al ministero dell'Economia, calcola che un brusco arresto della fornitura di gas russo in Germania potrebbe provocare, nello scenario peggiore sul lato dell'offerta e della domanda, un crollo della produzione tedesca pari al 12%, un taglio di valore da 500 miliardi di euro, quella che sarebbe «la peggiore crisi economica da quella della seconda guerra mondiale».