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    IL VIRUS NEL PALAZZO - I TRE MINISTRI DI MAIO, COLAO E D'INCÀ SONO RISULTATI POSITIVI AL COVID NEGLI ULTIMI GIORNI - SE LUIGINO E’ GUARITO, GLI ALTRI DUE SONO ANCORA ALLE PRESE CON IL VIRUS - A QUESTI TRE CASI SI SOMMANO A QUELLI GIÀ REGISTRATI TRA I PARLAMENTARI ALLA VIGILIA DI NATALE CHE RENDONO ANCORA PIÙ COMPLICATA L'ORGANIZZAZIONE DELLE VOTAZIONI PER IL NUOVO CAPO DELLO STATO, PREVISTE DAL 24 GENNAIO - I 1009 GRANDI ELETTORI RISCHIANO DI ESSERE DECIMATI DA MALATTIA E QUARANTENE


     
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    DRAGHI DI MAIO DRAGHI DI MAIO

    A.D.M. per “la Stampa”

     

    Il virus dilaga anche nei palazzi del potere, e sono già tre i ministri del governo colpiti dalla nuova ondata di contagi. Luigi Di Maio è stato male nei giorni delle feste ed è già guarito, mentre Federico D'Incà e Vittorio Colao sono tuttora alle prese con il Covid. «Sono stato positivo - scrive Di Maio su Facebook - ma voglio tranquillizzarvi: sto bene, il mio ultimo tampone è negativo e da domani tornerò a lavorare al ministero».

     

    vittorio colao a cernobbio 2 vittorio colao a cernobbio 2

    Il problema è che i casi tra i ministri si sommano a quelli già registrati tra i parlamentari alla vigilia di Natale e rendono ancora più complicata l'organizzazione delle votazioni per il nuovo capo dello Stato, previste a partire dal 24 gennaio, cioè proprio nei giorni in cui è atteso il picco dell'attuale ondata di contagi. I 1009 grandi elettori rischiano di essere decimati da malattia e quarantene e in queste condizioni diventa quasi impossibile fare i conti dei consensi sui possibili candidati.

     

    federico dinca federico dinca

    Senza contare il rischio che non si riesca nemmeno a raggiungere non solo i due terzi richiesti nei primi tre scrutini, ma nemmeno i 505 voti necessari dalla quarta votazione. Da giorni il Pd Stefano Ceccanti chiede di immaginare soluzioni innovative per garantire comunque il voto a tutti. E Osvaldo Napoli (Coraggio Italia) dice quello che molti altri pensano: in una situazione del genere sarebbe «perfino superfluo rivolgere un appello al presidente Mattarella perché rimanga nel suo ufficio. La partita del Quirinale sarebbe rinviata a data da destinarsi "per impraticabilità del campo" ».

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