Gianfranco Ferroni per "Il Tempo"
hotel punta rossa san felice circeo
A PUNTA ROSSA “GIUSEPPI” RISCHIA L’INCONTRO CON I CINGHIALI
Giuseppe Conte ama Punta Rossa, ma quando i frequentatori della meta delle vacanze dei vip di Roma sono numerosi sorge qualche problema. C’è troppo traffico. Un esempio? Giorni fa, le auto della scorta dell’ex premier sono rimaste incolonnate nella strada che porta al lussuoso resort. Che si fa? Piuttosto che aspettare nell’auto blu con l’aria condizionata, Conte ha deciso di abbandonare la vettura e fare una lunga passeggiata per raggiungere l’agognata destinazione.
giuseppe conte olivia paladino in spiaggia
Chi frequenta Punta Rossa cerca di evitare di percorrere a piedi quel sentiero, perché c’è chi ha avuto un cordiale “faccia a faccia” con i cinghiali, animali non molto simpatici e dalla stazza non indifferente, selvatici quanto basta: nella zona non ne mancano. Quando la notizia dell’avventurosa impresa di Conte ha iniziato a circolare, il commento è stato unanime: “Non c’è che dire, ‘Giuseppi’ è uno che non ha paura di fare cattivi incontri”.
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DA LUIGI GRILLO C’È GALLERA
LUIGI GRILLO
Quello che in Liguria viene definito come “il re dello sciacchetrà”, Luigi Grillo, ovvero l’ex potente senatore, prima nella Dc e poi in Forza Italia, che pacificò i rapporti tra il governatore della Banca d’Italia Antonio Fazio e il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, l’uomo che ha scritto più di una legge finanziaria e che conta da sempre importanti amici nel mondo della finanza bianca (citofonare Acri) e delle infrastrutture (Aiscat), ha ospitato presso la sua azienda agricola Buranco l’undicesima edizione del Premio Giornalistico Cinque Terre.
ANDREA ORLANDO
Molti i vip accorsi a Monterosso per tributare gli onori al premiato, l’inviato di guerra del quotidiano Il Giornale, Fausto Biloslavo. Tra gli altri c’erano il presidente della giuria, il direttore della Verità, Maurizio Belpietro, poi l’ex assessore regionale alla Salute della Lombardia Giulio Gallera, passando dall’ex europarlamentare Vito Bonsignore al ceo del gruppo The Skill, Andrea Camaiora, al giornalista de Il Giornale, Stefano Zurlo, e senza dimenticare una nutrita pattuglia di consiglieri regionali ed esponenti politici vicini al governatore ligure Giovanni Toti, in testa il sindaco di La Spezia, Pierluigi Peracchini.
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ANDREA ORLANDO
NEL PD ORLANDO AL GOVERNO NON PIACE
“È stato un errore madornale quello di mettere Andrea Orlando come capo delegazione del partito, nel governo di Mario Draghi”, mugugnano numerosi parlamentari del Pd. “E un errore è stato anche quello di metterlo nell’esecutivo come ministro del Lavoro, questo ci porta alla rovina”, continuano, spifferando che “tutto è nato per togliere a Dario Franceschini, uno che il suo mestiere lo sa fare e pure bene, l’ultima parola su chi mettere come consigliere in quota Partito democratico alla Rai”. Addirittura...
walter veltroni
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UN ALTRO PREMIO PER VELTRONI
Ormai colleziona senza sosta riconoscimenti, ma non per la sua attività politica. Walter Veltroni ritirerà il premio Città del diario 2021 domenica 19 settembre, attribuito dall’Archivio dei diari all’ex sindaco di Roma come ringraziamento “per l’impegno profuso per la memoria nel corso di una lunga carriera intellettuale e politica, per la grande capacità di dare voce e dignità a chi è lasciato ai margini della narrazione pubblica”. Tutti a Pieve Santo Stefano, allora.
laura morante lo sguardo dell’altro
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METTI CHE LAURA MORANTE E HOUELLEBECQ...
Metti insieme Laura Morante e Michel Houellebecq. Tra l’attrice italiana e lo scrittore francese il dialogo è fitto, dopo quello che è stato visibile a molti a Parma, nella tappa in trasferta de “La Milanesiana”. C’è chi giura che non mancheranno sorprese, in futuro.
MICHEL HOUELLEBECQ
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LA VISIONE DI FERRANDO SU KABUL
Il Partito comunista dei lavoratori, quello caro a Marco Ferrando, spiega cosa è successo a Kabul: “Dopo ‘vent'anni di civiltà’ torna al potere la reazione talebana, col consenso di quei civilizzatori che l'avevano additata come ragione di guerra.
Il ritorno della reazione talebana a Kabul è stata pattuita tra imperialismo Usa e capi talebani a Doha nel febbraio 2020. Biden ha gestito convintamente la scelta di Trump. L'imperialismo Usa ha deciso che i costi della missione afghana erano troppo grandi rispetto ai vantaggi, sia dal punto di vista economico che sotto quello del consenso interno.
MARCO FERRANDO
Disfarsi della missione afghana è stata la promessa comune della campagna elettorale americana, una promessa che non si poteva tradire. Ma la civiltà dove è finita? Prosegue indefessa in tante altre parti del mondo, ovunque esistono truppe di occupazione. In Afghanistan si è presa una vacanza”. Amen.
MARCO FERRANDO 1 laura morante bianca.