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    CHI PAGHERÀ PER LO SCHERZO DEI DUE COMICI RUSSI A GIORGIA MELONI? – IACOBONI: “C’È GIÀ CHI DICE CHE CI SARÀ UNA TESTA A CADERE, QUELLA DEL CONSIGLIERE DIPLOMATICO DI PALAZZO CHIGI FRANCESCO TALÒ. LA REALTÀ È CHE TALÒ È COMUNQUE VICINO ALLA PENSIONE, E SI PARLA DA TEMPO DI UN POSSIBILE AVVICENDAMENTO CON L’AMBASCIATORE LUCA FERRARI” – “IL FATTO CHE PROPRIO L’UFFICIO DI TALÒ SIA INCAPPATO IN QUESTA VICENDA È UNA DOPPIA SODDISFAZIONE PER MOSCA, PERCHÉ TALÒ È CONSIDERATO UNO DEI CAPOFILA DEL ‘PARTITO ATLANTICO’”


     
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    Estratto dell’articolo di Jacopo Iacoboni per www.lastampa.it

     

    Francesco Maria Talo. Francesco Maria Talo.

    C’è già chi dice che, dopo l’imboscata dei “comici” russi a Giorgia Meloni, ci sarà una testa a cadere, quella del consigliere diplomatico di palazzo Chigi Francesco Talò. La realtà è che Talò è comunque vicino alla pensione, e si parla da tempo di un possibile avvicendamento con l’ambasciatore Luca Ferrari, che attualmente è a capo dell’Unità per il supporto alle attività dello Sherpa del G7/G20.

     

    Tra l’altro non è ancora nemmeno certo che abbia gestito materialmente lui la telefonata dei due russi, fatto sta che è lui il responsabile dell’ufficio, e in questi casi il responsabile è quello che potrebbe pagare. Anche se è possibile che Meloni attenda un po’, per non cedere alle richieste di dimissioni immediate che arrivano dall’opposizione. Il che delinea un paradosso: Talò è certamente uno dei tasselli più atlantisti della nostra diplomazia, che ha al suo interno, come noto, diverse differenti cordate, non tutte esattamente euro-atlantiste.

    MEME SULLO SCHERZO A GIORGIA MELONI - BY 50 SFUMATURE DI CATTIVERIA MEME SULLO SCHERZO A GIORGIA MELONI - BY 50 SFUMATURE DI CATTIVERIA

     

    Gli altri componenti dell’ufficio che è stato gabbato dai russi – con il forte sospetto che dietro la mano dei comici ci sia una operazione di interferenza coordinata dai servizi esteri russi – sono il consigliere diplomatico aggiunto Alessandro Cattaneo, i consiglieri di ambasciata Luca Laudiero, Andrea Arnaldo, Lorenzo Ortona, Lucia Pasqualini, e i consiglieri di legazione Stefano La Tella e Raffaella Di Carlo.

     

    E non si può neanche dire che Talò fosse tecnicamente uno sprovveduto, con quarant’anni in diplomazia culminati con l’incarico di rappresentante permanente dell’Italia presso la Nato a Bruxelles dal 2019, e prima, Talò era stato il coordinatore per la sicurezza cibernetica alla Farnesina (2017-2019), una figura che dovrebbe occuparsi istituzionalmente proprio del coordinamento delle attività italiane contro le interferenze, la disinformation, le ingerenze estere (cibernetiche, ma poi non solo).

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    Talò aveva poi ricoperto incarichi come inviato speciale del ministro degli Esteri per l’Afghanistan e il Pakistan (2011-2012), e in precedenza era stato console generale a New York (dal 2007 al 2011), e capo missione a Tel Aviv, da cui si è portato dietro nella carriera un costante impegno contro la diffusione dell’antisemitismo in occidente.

     

    Insomma, sul caso sembra esserci poco da ridere. Il primissimo a dare la notizia dello «scherzo» a Meloni è stato, anche questo non sembra essere casuale, il propagandista di stato più amato da Vladimir Putin, Vladimir Solovyov, che è anche quello più introdotto nei servizi russi.

     

    Il fatto che proprio l’ufficio di Talò sia incappato in questa vicenda è una doppia soddisfazione per Mosca, perché Talò è considerato uno dei capofila del “partito atlantico” di Palazzo Chigi, è stato a New York, come si diceva, e prima era il vice di Gianni Castellaneta, e era a New York anche l’11 settembre 2001, un evento che ha contribuito a rafforzare il suo impegno atlantista.

    Francesco Maria Talo Francesco Maria Talo

     

    A gennaio proprio Talò era stato a Washington a tenere colloqui al Dipartimento di Stato con la numero due della diplomazia statunitense Wendy Sherman, e a Washington aveva incontrato il Consigliere per la Sicurezza nazionale americano. Se Meloni ha assunto posizioni corrette e euro-atlantiche nel dossier ucraino-russo (posizioni che di fatto non smentisce neanche nella telefonata con i due russi), molto si deve anche al lavoro di Talò. Gioia al Cremlino per la beffa dei due comici che, guarda caso, scherzano su tutti i leader sgraditi al Cremlino (l’ultimo “scherzo” era stato fatto al ministro inglese Ben Wallace), ma sul Cremlino poi non scherzano mai.

    putin al telefono putin al telefono

     

    Che la cosa puzzi di “operazione” lontano un miglio è confermato anche da date e orari. Il primo a rilanciare la telefonata dei due russi è stato, si diceva, il propagandista di stato Solovyov, alle 8.11 di stamattina su telegram. Tuttavia Palazzo Chigi informa che l’episodio è avvenuto «il giorno 18 settembre  […]». In Russia però hanno aspettato 45 giorni per diffondere questo audio: lo fanno esattamente nel momento in cui il Cremlino sta spargendo attraverso mille canali occidentali la narrazione più gradita, quella […] della stanchezza dell’Occidente per lo stallo della guerra in Ucraina. […]

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