Jacopo Iacoboni per “la Stampa”
giuseppe conte gennaro vecchione
Nei suoi incontri a Roma con i servizi segreti italiani - avvenuti in due tornate, il 15 agosto e il 27 settembre 2019, e autorizzati in maniera irrituale dall'allora premier Giuseppe Conte - l'allora ministro della giustizia americano William Barr, secondo fonti americane, aggirò i protocolli usuali nell'organizzazione della missione, e tenne all'oscuro anche funzionari dell'ambasciata americana e del Fbi a Roma. La cosa suscitò grande malumore in settori importanti dell'amministrazione americana, alle prese con i tumultuosi anni trumpiani.
william barr pornhub
Barr a Roma incontrò (anche) l'allora capo del Dis Gennaro Vecchione, ma sulla natura e il numero di questi incontri non vi è ancora piena chiarezza: ieri La Repubblica ha rivelato che oltre a quello nella sede istituzionale di piazza Dante, ce ne fu almeno un altro, una cena, al ristorante Casa Coppelle, tra il General Attorney americano e Vecchione. Di cui Conte mai aveva parlato. E poi che Barr era arrivato il giorno prima a Roma, in tempo per eventuali altri incontri serali, che però non sono rendicontati nel suo programma di viaggio, dove compare una dicitura "Down Time", riposo, che copre almeno quattro ore.
Barr peraltro ripartì solo la mattina del giorno 16.
JOSEPH MIFSUD
Il dossier Barr-Conte-Vecchione verrà riaperto proprio oggi, sia pure informalmente, al Copasir: la riunione era prevista per parlare di crisi energetica come conseguenza della guerra in Ucraina, ma alla fine verranno poste nuove domande sul caso Conte-Barr, e almeno Italia Viva intende richiamare nuovamente l'ex premier in audizione. Secondo quanto risulta a La Stampa, il Copasir non ha alcuna obiezione a riaprire il caso. Ma sarà una riapertura «complessiva». Non si tratterebbe della sola audizione di Conte, ma anche di Vecchione stesso.
Per misurare la congruenza di quanto detto allora e quanto sta emergendo di nuovo.
Conte e Gennaro Vecchione
La storia Barr-Trump-Conte è uno dei casi più opachi nella gestione dell'intelligence italiana a cavallo tra il primo e l'inizio del secondo governo Conte. Secondo il New York Times, nel suo viaggio in Italia nel settembre 2019 William Barr «aveva aggirato i protocolli nell'organizzazione del viaggio». Funzionari dell'ambasciata avevano trovato la sua visita «insolita», così come il fatto che il procuratore John Durham - che indagava sul presunto complotto anti-Trump organizzato dai democratici mondiali partendo dall'Italia - si fosse unito a lui.
george papadopoulos a un evento trump
Un funzionario italiano confermò che uno degli scopi della visita era ottenere maggiori informazioni su un professore maltese, Joseph Mifsud. Ma alle richieste (improprie) di Barr, furono proprio i due capi dell'Aise e dell'Aisi (non certo allineatissimi a Vecchione) porre uno stop, senza consegnare nulla.
Chi era Mifsud? Professore della Link University, era stato il primo a rivelare a un giovane consigliere di Trump, George Papadopoulos, dell'esistenza di mail hackerate a Hillary Clinton, materiale che Mifsud definì «compromettente» («dirt»), e sul quale i russi e Wikileaks poi si scatenarono.
giuseppe conte gennaro vecchione 1
Papadopoulos aveva riferito la cosa a un diplomatico australiano, che avvisò l'Fbi e diede quindi l'innesco all'indagine del procuratore speciale Robert Mueller sul Russiagate.
Per Mueller, Mifsud era uomo in mano ai russi (per l'ex capo Fbi James Comey era proprio «un agente russo») e alle operazioni di interferenza di Putin nelle elezioni Usa del 2016.
Trump e Barr volevano invece (e, risulterà, senza fondamento) sostenere che Mifsud fosse una spia britannica, tassello di un complotto mondiale ai danni di Trump organizzato dai democratici di Obama, complice l'Italia del governo Renzi. Da allora Mifsud è sparito. Forse in Russia, forse non più vivo.
james comey
In quei mesi Barr fece analoghi viaggi anche in Regno Unito e Australia, cercando appoggi per sostenere la tesi del complotto ai danni di Trump. L'allora presidente Usa telefonò al primo ministro australiano Scott Morrison chiedendogli di fornire assistenza. Trump fece lo stesso con Conte? Barr cercò anche, in Ucraina, sostegno a una campagna contro Joe Biden e le consulenze - poi risultate legittime - del figlio Hunter con l'azienda ucraina di gas Burisma.
conte trump
Ci fu infine anche un incontro, questa volta solo tra intelligence italiane e omologhi americani, avvenuto il 27 agosto. Secondo quanto risulta a La Stampa, gli americani volevano informazioni sulla condotta degli ufficiali dell'intelligence Usa con sede in Italia nel 2016. E voleva un fantomatico audio di Mifsud (che gli italiani non consegnarono). L'allora premier italiano stava autorizzando una normale collaborazione tra servizi americani e italiani o stava accettando anche solo di ascoltare una richiesta impropria di Barr (e Trump), cioè che l'Italia collaborasse non con, ma contro una parte dei servizi americani, l'Fbi?