“Pulci di notte” di Stefano Lorenzetto da “Anteprima. La spremuta dei giornali di Giorgio Dell’Arti” e pubblicato da “Italia Oggi”
(http://www.stefanolorenzetto.it/telex.htm)
STEFANO LORENZETTO
Immancabile appuntamento con il coltissimo Mephisto Waltz, che sul Sole 24 Ore anche nella Domenica di Pasqua scodella nuove sorprese, forse indispettito perché il Risorto è uscito dal sepolcro.
Dapprima storpia all’italiana «Cambridge Analitica», defunta società di consulenza britannica: si chiamava Cambridge Analytica. Poi passa al povero «Cartesio (1596-1650), che con il “Cogito ergo sum, sive existo” indicava la capacità del pensiero umano di anteporre un metodo», quello del dubbio.
Storia dei Rosa-Croce di Paul Arnaud
Peccato (peculiarità diabolica) che la frase esatta scritta da René Descartes nel Discorso sul metodo sia «Ego cogito, ergo sum, sive existo». Indi passa a Galileo, «il filosofo che intrallazzava con i “Rosa croce”», che sarebbero i Rosacroce o Rosa-Croce, non certo Rosa croce (eventualmente Rosa Croce), come attestato dall’introduzione di Umberto Eco alla Storia dei Rosa-Croce di Paul Arnold, saggio sulla società esoterica pubblicato in Francia nel 1955 e uscito in italiano da Bompiani nel 1989. Infine il diavoletto scrivano cita «“Confusion of confusions”» di Joseph de la Vega, il quale, essendo un ebreo spagnolo, magari antenato di quel don Diego meglio noto come El Zorro, scrisse in realtà Confusión de confusiones.
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Nella sua rubrica Follow the money, sul Venerdì di Repubblica, Loretta Napoleoni annuncia che «la Chernobyl Spirit Company sta preparando due nuove bevande alcoliche per il mercato internazionale» e che «i proventi delle vendite verranno devoluti ai profughi della guerra in Ucraina».
atomik, la vodka prodotta a chernobyl 1
La discussa economista scambia la prima riga del conto economico (i proventi) con l’ultima (i profitti). Si possono devolvere i profitti, ma cedere i proventi, cioè il ricavo, significa accollarsi i costi.
Esempio: se si incassa 100 e si ha un guadagno di 25 (quindi spese per 75) probabilmente si devolveranno i 25 di utili, perché le spese sono ripagate e quindi la beneficenza non è un costo: solo un mancato guadagno.
il grano di chernobyl usato per produrre la vodka atomik
Ma se la Chernobyl Spirit Company devolvesse 100 (i proventi), rinuncerebbe anche ai 25 di utili e quindi avrebbe una perdita di 75, il che non ci sembra nello spirito né di chi distilla spiriti né di qualsiasi altra impresa.
Questo perlomeno è ciò che rammentiamo circa ricavo, costi e guadagno come ci furono spiegati alle elementari, insieme con peso lordo, tara e peso netto. Magari ricordiamo male.
atomik, la vodka prodotta a chernobyl 2
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Da qualche giorno su molti quotidiani appare un’intera pagina di pubblicità dell’«Universitas Libertatis, voluta dal presidente Silvio Berlusconi». La quarta riga del papello va a capo con «improvvisazi-» e la quinta inizia con «one».
La sillabazione non ci meraviglia, considerato che questo ateneo «è la culla della futura classe politica italiana animata da politici professionisti, preparati e competenti», che «una formazione d’eccellenza è alla base del progetto scientifico» e che l’Universitas Libertatis «offre l’opportunità di una solida preparazione».
Suddivisione sillabica dell'universita' di Berlusconi
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«Gli americani salvano le madri surrogate e tutelano il business dei figli in vendita». Così La Verità titola un articolo che parla del mercato ucraino degli uteri in affitto. Sommario: «Da quando Putin, il 24 febbraio, ha iniziato l’occupazione militare, l’ente ha ricevuto oltre 15.000 richieste di estrazione». Ma sono bambini o denti?
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In un articolo dal titolo «Le pagelle. Ecco come si giudica un calciatore», Claudio Savelli così si esprime su Libero: «Il nostro sistema di valutazione deriva da quello scolastico ed è prigioniero delle sue contraddizioni: occupa una scala da uno a dieci ma non usa gli alti né i bassi, riducendo lo scarto a disposizione a quattro voti, dal 4 all’8, e aggiungendo i mezzi voti per ripristinare un numero dignitoso di sfumature».
Stefano Lorenzetto
Dal 4 all’8 i voti possibili non sono quattro, bensì cinque. Quattro è il voto che Savelli merita in matematica (a proposito di pagelle).
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Titolo dal Corriere Fiorentino: «Antico Vinaio, aperto il settimo locale: “Fateci l’in bocca al lupo”». Sarà un toscanismo o avranno alzato troppo il gomito?
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Forse per solidarietà con il presidente Volodymyr Zelensky, da qualche giorno nei telegiornali si sente parlare di Kyiv (traslitterato dall’ucraino), anziché Kiev (traslitterato dal russo), com’era d’uso in passato. In particolare, si distingue per questa pronuncia il bravo Alessio Zucchini, conduttore del Tg1 delle 20.
guerra in ucraina 2
Comprendiamo le nobili motivazioni della nuova dizione, ma sarebbe come dire che, per arrivare a London, si passa da Paris. Le enciclopedie, a cominciare dalla Treccani, riportano la voce Kiev, non Kyiv.
Peraltro, nel Dop (Dizionario italiano multimediale e multilingue d’ortografia e di pronunzia), compilato per la Rai da Bruno Migliorini, Carlo Tagliavini e Piero Fiorelli e tuttora presentato come «provvisorio e incompleto» (benché la prima edizione risalga al 1969), non compaiono né Kiev né Kyiv, il che la dice lunga.
bombardamento russo sul centro commerciale a podil, kiev ucraina 2
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«In realtà per lo Zar prendere Odessa vorrebbe dire garantire la contiguità territoriale con la Crimea», osserva Marta Serafini, inviata del Corriere della Sera nella città portuale del mar Nero.
Ci pare che la contiguità territoriale sia già garantita dalla geografia, dal momento che Odessa dista in linea d’aria appena 223 chilometri dal confine dell’autoproclamatasi Repubblica indipendente di Crimea. In casi come questo è in ballo semmai la continuità territoriale.
MAPPA UCRAINA - DONBASS - CRIMEA
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Dal Sole 24 Ore: «Made in Italy. Leitner in Tibet riduce i tempi per raggiungere il Dalai Lama». Testo: «La funivia “Dharamshala Skyway” è l’ultimo impianto realizzato dall’altoatesina Leitner (gruppo Hti), che in 5 minuti unisce il capoluogo del distretto tibetano all’Upper Dharamshala con arrivo a circa 300 metri dalla residenza del Dalai Lama». Toh, il capo supremo del buddismo tibetano è tornato a vivere a casa sua e non l’ha detto a nessuno. A parte Il Sole 24 Ore.