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    UN COLPO AL CERCHIO E UNO A CONTE - IERI ALLE AGORÀ BETTINI HA CELEBRATO IL FIDANZAMENTO UFFICIALE TRA “GIUSEPPI” E ENRICO LETTA. MA COME AL SOLITO L’AVVOCATO DI PADRE PIO È INDECISO A TUTTO E NON SI SBOTTONA SULL’ALLEANZA ALLE AMMINISTRATIVE, ANCHE SE RASSICURA IL “CARO AMICO” BETTINI: “IL M5S CI SARÀ” -  A OTTOBRE, SEMPRE CHE IL MOVIMENTO CI ARRIVI, SI PESERÀ IL CONSENSO REALE DEI PARTITI, E L’EX SCHIAVO DI CASALINO POTREBBE FINIRE IMPANATO E FRITTO…


     
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    1 - TRA CONTE E LETTA IL FIDANZAMENTO CELEBRATO DA BETTINI

    Carlo Bertini per “La Stampa”

     

    giuseppe conte parla alle agora di bettini 2 giuseppe conte parla alle agora di bettini 2

    Il contesto è serioso, come in tutti i fidanzamenti che si rispettino, ma in quello tra Giuseppe Conte ed Enrico Letta in vista delle politiche, celebrato su Facebook a "Verso le Agorà", le battute non mancano e se ne incarica l' anfitrione Goffredo Bettini di sganciarne un paio: quando Conte per la seconda volta perde la voce perché si stacca il collegamento, «ecco, il complotto è all' ordine del giorno...», scherza l' ideologo dem, alludendo alla polemica scaturita giorni fa dalle sue parole «sugli interessi che hanno portato alla caduta del Conte 2».

     

    goffredo bettini enrico letta elly schlein giuseppe conte goffredo bettini enrico letta elly schlein giuseppe conte

    «In assenza di Casalino, le piattaforme funzionano male», provoca Bettini. Ma anche Letta coglie la palla al balzo, «l' importante è che le ultime sue parole siano state "l' M5s ci sarà"», gongola il leader dem. Sì, perché il cuore della questione, sintetizzato da Bettini, è questo: «Una prospettiva comune per le politiche, nel confronto con la destra, senza una sovrapposizione di profili culturali e programmatici».

     

    ENRICO LETTA GIUSEPPE CONTE ENRICO LETTA GIUSEPPE CONTE

    Ovvero, costruire una coalizione larga, con Pd e 5 Stelle insieme alle prossime elezioni. Ma in questo fidanzamento, in cui Conte svela parte del suo progetto e riposiziona i 5 Stelle, c' è anche spazio per i sentimenti, se Letta evoca il «volersi bene» come categoria politica.

     

    giuseppe conte alle agora di bettini 2 giuseppe conte alle agora di bettini 2

    Divisi nei comuni, uniti dopo Il leader dem mette le mani avanti da possibili sconfitte causate da divisioni sul campo, quando dice che «le comunali saranno una tappa intermedia verso la costruzione di un progetto comune fatto tenendoci per mano, con grande capacità di empatia, verso il 2023». Pure Conte ammette che «i tempi non sono ancora maturi per un' alleanza a tutto tondo». Nelle città che vanno al voto si procede divisi: a Roma, Torino, Milano, Bologna non c' è accordo Pd-M5S, forse a Napoli. Sperando ovunque nei ballottaggi.

     

    GIUSEPPE CONTE ROCCO CASALINO E IL TAVOLINO MEME GIUSEPPE CONTE ROCCO CASALINO E IL TAVOLINO MEME

    Pd non più partito antipatico

    Per questo si guarda oltre. Con simpatia. Batte molto su un marchio infamante Letta, traendo spunto da un saggio di Luca Ricolfi sulla sinistra «antipatica». «Voglio che a tutti costi il Pd diventi il partito dell' empatia, che condivide le sofferenze delle persone». E poi tocca il nervo scoperto della sinistra, la rivalità tra leader.

     

    «Non puoi entrare in empatia col Paese se i primi che detesti sono i compagni di partito. Una coalizione deve essere fatta di persone che si vogliono bene. Se guardiamo al passato, ho visto leader andare in piazza insieme, ma se si fosse potuto vedere cosa gli uni pensavano degli altri...».

     

    giuseppe conte parla alle agora di bettini giuseppe conte parla alle agora di bettini

    M5s popolare, non sovranista Insomma, la fiducia va riconquistata, anche sui temi: come dice la vicepresidente della Regione Emilia-Romagna Elly Schlein, «i Cinque Stelle devono decidere se saranno la forza dei taxi del mare o di Mare Nostrum e il Pd se essere il partito del Jobs Act o il partito del lavoro di qualità».

    ENRICO LETTA PARLA DI DRAGHI A PORTA A PORTA ENRICO LETTA PARLA DI DRAGHI A PORTA A PORTA

     

    Conte azzarda «con me i porti non sono mai stati chiusi», rintuzzato subito dai renziani e da Matteo Orfini, «ci vuole tanta pazienza...». E ridefinisce il perimetro del Movimento, che «se per alcune battaglie può essere considerato di sinistra, per altre, attenzione ad autonomi e partite Iva, parla ai moderati».

     

    goffredo bettini enrico letta elly schlein giuseppe conte goffredo bettini enrico letta elly schlein giuseppe conte

    Spiega di aver creato «una Carta dei principi e dei valori, per definire una identità politica ed evitare che ci possano essere tentazioni e derive opportunistiche». E rilancia la vocazione «popolare, la vena più autentica che ha caratterizzato il Movimento», ripudiando «il sovranismo, non condivisibile perché dà risposte inadeguate al contesto globale e anche al contesto europeo in cui siamo inseriti».

     

    GOFFREDO BETTINI GIUSEPPE CONTE GOFFREDO BETTINI GIUSEPPE CONTE

    A Bettini che dice «M5s deve fare un salto ulteriore, organizzare una forma politica che non cede al leaderismo e alla democrazia plebiscitaria», l' ex premier replica anticipando che «entro qualche giorno completiamo il grande processo costituente e risolviamo il chiarimento sulla piattaforma digitale, con la responsabilità politica distinta dalla gestione tecnica». Ma è la prospettiva di coalizione che l' ex premier accetta senza riserve: conviene con Letta che «serve un campo ampio per un progetto condiviso e competitivo». Il fidanzamento è celebrato.

     

    giuseppe conte alle agora di bettini giuseppe conte alle agora di bettini

    2 - CONTE PORTA I 5S A SINISTRA (MA SOLTANTO DAL 2023) MA C'È L'INCUBO SCISSIONE

    Domenico Di Sanzo per “il Giornale”

     

    Giuseppe Conte, il temporeggiatore, non esprime un' opinione ma preferisce fotografare la situazione. Impossibile l' alleanza giallorossa alle prossime amministrative di ottobre nelle grandi città, meglio che la collaborazione tra il Pd e il M5s sia proiettata verso le prossime elezioni politiche, in programma per il 2023, salvo sorprese.

     

    conte bettini e letta alle agora conte bettini e letta alle agora

    Conte lo dice in mattinata e lo ripete in serata. E allora il Pd per il leader in pectore dei Cinque Stelle «è un interlocutore affidabile con cui ragionare». La prospettiva è lunga, perché per quanto riguarda i comuni al voto a ottobre ci sono ancora problemi.

     

    virginia raggi e giuseppe conte affacciati al balcone del campidoglio 1 virginia raggi e giuseppe conte affacciati al balcone del campidoglio 1

    Soprattutto a Roma, dove Virginia Raggi non molla, e a Torino, dove i dem hanno annunciato le primarie. Nodi aperti anche a Milano (con Beppe Sala intenzionato alla corsa solitaria) e a Bologna. Nel capoluogo dell' Emilia-Romagna la candidatura della renziana Isabella Conti ha spaccato il Pd e mandato in tilt i giallorossi.

     

    Che a questo punto potrebbero andare insieme solo a Napoli con Roberto Fico. «Sarebbe un peccato se sulle amministrative non si riuscissero a concordare alcuni passaggi insieme, i tempi non sono ancora maturi per una alleanza a tutto tondo», dice Conte all' evento online il Festival del Lavoro, organizzato dall' Ordine dei consulenti del lavoro.

     

    chiara appendino giuseppe conte chiara appendino giuseppe conte

    Il capo politico incaricato schizza da un dibattito all' altro. Nel pomeriggio debutta accanto al segretario del Pd Enrico Letta. L' occasione è un incontro organizzato da Le Agorà, la corrente di Goffredo Bettini. Presente anche Elly Schlein, civica di sinistra, vicepresidente dell' Emilia-Romagna.

     

    Il quadro che esce fuori è quello di una coalizione che prova a compattarsi da qui a due anni. Sfuma di fatto il cartello giallorosso alle comunali.

     

    giuseppe conte parla alle agora di bettini 1 giuseppe conte parla alle agora di bettini 1

    L' ex premier immagina uno schieramento che con M5s, Pd e Leu. «Il campo largo del futuro», dice. Che dovrà essere «competitivo in vista delle prossime elezioni politiche». Il mezzo stop sulle amministrative tutto sommato conviene al nuovo leader. Conte così sfugge al primo test interno delle grandi città, se ne lava le mani e rinvia tutto al 2023.

    beppe grillo davide casaleggio giuseppe conte 1 beppe grillo davide casaleggio giuseppe conte 1

     

    Nel frattempo tiene a bada la fetta del partito che vorrebbe mantenersi autonoma dal centrosinistra. «Il M5s ci sarà», assicura però Conte al «caro amico Bettini». L' avvocato piroetta sui concetti di destra e sinistra. Un colpo al cerchio quando dice che «in un contesto globale è difficile riconoscere lo schema destra-sinistra».

     

    Uno alla botte nel momento in cui spiega: «Se guardiamo alla dicotomia progresso-conservazione, alla luce di questo criterio, dovrei dire che il M5s potrebbe rivelarsi una forza senz' altro di sinistra».

    IL MANIFESTO DI AGORA BY BETTINI IL MANIFESTO DI AGORA BY BETTINI

     

    Ma la convergenza immediata è frenata anche dalle resistenze nel Pd. «L' obiettivo principale sono le elezioni politiche nel 2023», ribadisce Enrico Letta. Insomma, «le amministrative saranno una tappa intermedia verso la costruzione di un progetto comune».

     

    Ostacolato sempre dalle beghe interne a un M5s in subbuglio. «Ancora qualche giorno» dice Conte. Si parla di un evento online previsto per i primi di maggio. La nuova piattaforma «esterna» sarebbe pronta.

     

    DAVIDE CASALEGGIO ALESSANDRO DI BATTISTA DAVIDE CASALEGGIO ALESSANDRO DI BATTISTA

    Ma in serata arriva la doccia fredda per l' ex premier: il rischio scissione non è poi così remoto. A dirlo è Vita Martinciglio, deputata della Commissione Finanze, nel corso della riunione dei capi-commissione M5S con Conte. Potresti ritrovarti con una forza politica che non sarà più la prima in parlamento, il senso del ragionamento.

     

    Sul futuro del M5s incombe sempre il labirinto legale. Oggi è attesa anche la mossa del tribunale di Cagliari. I giudici sardi potrebbero decidere sul curatore speciale e ordinare la votazione per l' organo collegiale.

     

    Intanto Davide Casaleggio attende di sapere a chi consegnare i dati e offre Rousseau alle «liste civiche» che correranno alle prossime amministrative.

     

     

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