Uski Audino per “la Stampa”
COALIZONE SEMAFORO GERMANIA
È un'equilibrata composizione di opposti l'accordo raggiunto ieri a Berlino dai vertici dei tre partiti della nascente coalizione semaforo: socialdemocratici, Verdi e Liberali. Una composizione che ottiene il placet dalla cancelliera uscente Angela Merkel, che dall'alto della sua autorità super partes, rassicura l'Europa: «Sarà un governo pro-europeo che sa cosa significa la pace e la libertà», ha detto da Bruxelles, a margine di una visita al premier belga Alexander de Croo.
COALIZONE SEMAFORO GERMANIA
Per ora la futura coalizione è stata impegnata a stabilire pesi e contrappesi al suo interno, per raggiungere un equilibrio difficile ma possibile. E tutto è confluito in un documento di 12 pagine che incorpora i punti chiave di un futuro contratto di coalizione, ora al vaglio dei partiti.
Ciascuno ha potuto mettere a segno il proprio punto qualificante: i Verdi hanno portato a casa l'uscita dall'energia a carbone «idealmente» (così nel testo) entro il 2030, i socialdemocratici il salario minimo a 12 euro, mentre i Liberali sono riusciti a evitare l'aumento delle tasse e l'introduzione di nuove imposizioni, tra cui la temuta patrimoniale.
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Nel compromesso ogni partito ha ceduto qualcosa in cambio di qualcos' altro. I verdi hanno ottenuto, oltre all'uscita anticipata di 8 anni dall'energia prodotta dal carbone, il consenso sul potenziamento delle rinnovabili, la decisione di destinare il 2% del territorio nazionale all'eolico (ora è lo 0,9%) e l'estensione delle infrastrutture di ricarica per le auto elettriche.
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Di contro i Grünen hanno ceduto sull'addio alle auto a combustione entro il 2030, sul limite di 130/h in autostrada, sulla patrimoniale e sul sussidio ai redditi bassi per i costi dell'energia, così come sull'abolizione del freno al debito. I Liberali del Fdp l'hanno avuta vinta sul «no a nuove tasse», sull'alleggerimento fiscale per l'energia elettrica da fonti rinnovabili, sugli interventi per «sburocratizzare» la macchina pubblica accelerando la digitalizzazione e hanno scongiurato il limite dei 130 km/h.
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«La protezione del clima non si fa con i divieti ma con l'innovazione tecnologia» è stato il motto del Fdp in questi mesi. Non ha avuto quindi difficoltà a sostenere il potenziamento delle infrastrutture per la mobilità elettrica. D'altra parte ha dovuto cedere sul salario minimo. «Quello andava accettato» ha detto il leader del Fdp Christian Lindner, conscio che il leader dell'Spd Olaf Scholz aveva ribadito fino all'ultimo: «Se sarò cancelliere, ci sarà il salario minimo a 12 euro».
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I socialdemocratici riescono a far passare molti dei loro punti qualificanti: nessun taglio alle pensioni pubbliche mentre si aprono le porte ad una riforma delle pensioni private, un mega-piano di investimenti per l'edilizia popolare, nuove misure contro la povertà infantile, e una riforma del sussidio per chi non lavora.
In cambio l'Spd ha dovuto rinunciare all'introduzione di tasse sui redditi più alti. Il punto debole di tutto l'impianto, sostiene la Cdu ormai pronta a fare opposizione, è il profilo finanziario dell'accordo. Se è vero che non si vuole rinunciare al meccanismo del freno al debito, come concesso all'Fdp, come si possono finanziare gli investimenti senza alzare le tasse?
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Il diavolo è nei particolari. Negli ultimi due anni il freno al debito è stato sospeso per contingenze straordinarie legate alla pandemia. Non è escluso, che si possa sospendere ancora nel 2022, pur rimanendo nella cornice giuridica esistente. Lo sapremo presto.-
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