1. SALVINI DAI GIOVANI INDUSTRIALI
Jacopo Iacoboni per “La Stampa”
SALVINI GIOVANI INDUSTRIALI
Lo scrutano, lo annusano. Lo applaudono con educazione, senza trasporto, e non gli risparmiano domande anche toste; ma poi a intervento finito, sui bordi della piscina dell’Hotel Miramare, c’è un lato B: la fila di giovani imprenditori italiani per farsi il selfie con Salvini.
DI MAIO NON ARRIVA
«Non mi interessa sapere per chi votano, certo da Confindustria mi aspetto più coraggio, per esempio sulle sanzioni alla Russia, non qualche mugugno in platea. La politica deve fare di più, ma anche voi imprenditori dovete essere più coraggiosi». Ieri il leader leghista era atteso al convegno dei giovani industriali a Santa Margherita ligure, e dopo di lui avrebbe dovuto parlare Luigi Di Maio. Gli antisistema, davanti a una platea di classe dirigente e di sistema.
SALVINI MAGLIETTA RUSPE
Bene: Di Maio non s’è presentato (gli industriali hanno mugugnato), lui invece c’era, e ha superato anche i momenti di critica (Marco Gay avvisa che «forse il tempo dell’anticasta è finito»). Ma un Salvini insolito, meno impulsivo, in giacca blu, camicia bianca, mocassini Baldinini neri (senza calzini) ha incassato. Ha proposto un patto: «Se voi ci siete, io ci sono. Spero che questo sporcarvi le mani, di cui parla Gay, sia solo l’inizio di un percorso comune di dialogo».
Lontano dal palco è stato diverso, c’era quasi affetto. In pubblico l’ha accolto una domanda spigolosa, del vicepresidente dei giovani industriali Francesco Ferri, il leader dei brianzoli: «Salvini, lei viene bene in tv, ma la sua proposta suona populista. Se dovesse dire tre proposte concrete, solo tre? Lo sa che se uscissimo dall’euro il primo effetto è che il patrimonio immobiliare italiano si svaluterebbe del 30 per cento?».
Non esattamente un benvenuto. Salvini ha vacillato, ma trovato una sua strategia: ha silenziato il suo aspetto no euro e insistito su altre cose, che piacciono, qui. «Se è troppo forte dire usciamo dall’euro, diciamo così, rinegoziamo i trattati. Oppure: la Scozia non fa pagare per tre anni le tasse alle startup: zero. Facciamo una flat tax, a non più del 15%. Basta con le sanzioni alla Russia, fanno perdere 4 miliardi, a voi, non a me. Io voglio un’economia più libera di quella di Renzi, non vengo qui a vendervi pentole o gli 80 euro; via il tetto del contante a 1000 euro, via l’Imu sui capannoni...».
MARIA ELENA BOSCHI E MENTANA DAI GIOVANI INDUSTRIALI
Tra l’altro, non meno Zelig dell’altro Matteo, Salvini qui ha dismesso ogni giustizialismo: «Oggi chi fa impresa in Italia viene tassato e indagato a prescindere».
LE FOTO A BORDO PISCINA
Ecco, il lato B: non si può dire che questi argomenti non destino curiosità, magari silenziosa, e voti. La scena dei selfie dovevate vederla, a bordo piscina. Nonostante il sole a picco, tanti premevano per farsi la foto con l’altro Matteo. Giordano Riello, il leader dei giovani imprenditori veneti, gli sussurra «mi ha fatto molto piacere quello che hai detto, che tu ci sei se noi ci siamo. E noi ci siamo. Troviamo una visione il più possibile comune».
Antonio Melidoni, di Mercedes Benz, confida «Salvini piace, lo ascoltiamo volentieri, è un politico pratico» (e il leghista scherzava, «l’automotive ha qualche problemino eh?»). Persino tra imprenditori del centro apre varchi. Un giovane reatino con un’impresa edile (Diego Leoncini) lo abbraccia plateale. Due quarantenni di San Benedetto del Tronto, uno che ha fondato un’azienda edile, David Cruciani, e un altro che guida un gruppo leader nel packaging, Pietro Straccia, erano o entusiasti o possibilisti: «Alcune idee di Matteo sono rivoluzionarie».
ANTONIO E LAURA MELIDONI
Il più posato Giulio Pedrollo amministratore di un gruppo leader nelle saldatrici, dà una chiave complessiva: «Agli imprenditori piace uno che sa parlar chiaro, che si fa capire. Possiamo non esser d’accordo su tutto, ma lo capiamo». In sala, Mentana e Parenzo leggevano domande con la formula «da twitter ci chiedono»...
Ci sono diffidenze, insomma, ma anche affinità dettate dalla velocità comune, generazionali. E Salvini, mentre beve un succo all’arancia, sussurra agli imprenditori: «Voi siete davvero convinti che Renzi arrivi al 2018? Secondo me no». Non pochi, bisogna dire, annuiscono.
2. BOSCHI: «MODIFICHEREMO LA LEGGE SULLA CLASS ACTION IN SENATO»
maria elena boschi e marco gay
«Quella sulla class action non è una proposta del governo, credo che ci siano sicuramente punti da rivedere al Senato». Lo ha detto il ministro Maria Elena Boschi, parlando la platea del convegno dei giovani di Confindustria della legge che preoccupa le imprese. La legge «ha sicuramente bisogno - ha aggiunto il ministro - di alcune modifiche nel passaggio al Senato», il Governo non aveva «ritenuto che non fosse una priorità in questo momento».
BOSCHI: ITALICUM FUZIONA, CE LO COPIERANNO
Boschi ha rivendicato i successi dell’azione del governo, a partire dall’Italicum. «L'avevo detto che l'Italicum ce lo avrebbero copiato anche all'estero. Spagna e Israele stanno pensando di cambiare la propria legge elettorale basandosi sull'Italicum perché funziona», ha detto il ministro ai giovani imprenditori riuniti a Santa Margherita Ligure. E ha aggiunto: «È una promessa fatta un anno fa qui e che il Paese aspettava da 10 anni». L'elemento importante della nuova legge, ha aggiunto, è che «c'è anche un tema di credibilità della politica e di stabilità», in quanto per le stesse imprese «avere un Governo stabile è importante», anche «perché significa non avere ablibi e non poter addossare responsabilità ad altri».
SPENDING REVIEW, GUTGELD: CONFERMATA REVISIONE PER 10 MILIARDI
yoram gutgeld
Il Commissario per la Revisione della spesa, Yoram Gutgeld, ha confermato invece le cifre sulla spending. «Porteremo una cifra di dieci miliardi di euro di riduzione della spesa». «L'azione che stiamo facendo», ha però precisato il Commissario alla 45esima assemblea dei giovani imprenditori di Confindustria, «non è di riduzione della spesa, ma di revisione della stessa», in «un'ottica di tre anni», e con un obiettivo di «avere più efficienza e maggior funzionamento». Per quanto riguarda le forze di polizia, Gutgeld ha precisato che «stiamo lavorando a un progetto non di fusione, ma di coordinamento delle forze di polizia», un lavoro che permetterà «di avere più persone per le strade», per contrastare la microcriminalità.
Carlo Cottarelli
GUTGELD: BENE COTTARELLI, SPESA STATO GIÀ CALATA DI 4 MILIARDI
Gutgeld ha anche elogiato il lavoro dell’ex commissario Carlo Cottarelli, che« ha avuto successo» con una revisione di spesa di 14 miliardi. Gutgeld ha aggiunto: «C'è un dato che pochi conoscono: la spesa pubblica 'core', senza pensioni e interessi ma considerando stipendi e acquisti, quest'anno sarà inferiore di 4 miliardi. Nessun altro Paese europeo, compresa la Grecia e altri in difficoltà ha fatto una cosa del genere. Poi il commissario alla spesa ha spiegato che «la corruzione si previene se si comprano le cose giuste, nelle quantità giuste e ai prezzi giusti».
FURLAN: CON IMPRESE CHIEDIAMO GIÙ FISCO SECONDO LIVELLO
annamaria furlan
«Ho delle richieste da fare al Governo, iniziare seriamente a occuparsi di crisi e sviluppo. Alcune cose sono state fatte in questi mesi. Non sono tra quelli che dicono che non è stato fatto niente, ma non abbastanza. Bisogna rimettere al centro al lavoro». Lo ha detto la leader della Cisl, Annamaria Furlan, dal palco del convegno dei giovani di Confindustria a Santa Margherita Ligure. Furlan ha poi spiegato: «Vogliamo un modello contrattuale che irrobustisca la produttività, al Governo chiediamo di confermare la decontribuzione delle nuove assunzioni, meno fisco su imprese e buste paghe. Insieme possiamo chiedere che la contrattazione aziendale sia defiscalizzata: su questo vogliamo vedere l'impegno della politica».
«IL PARTITO DEL NO NON PUÒ FERMARE INFRASTRUTTURE»
parenzo twitta le carinerie tra renzi toti e lara comi
La leader della Cisl ha sottolineato poi la necessità di rilanciare le infrastrutture. «Non è possibile che le opere pubbliche e infrastrutturali vengano bloccate dai comitati del no, dai ritardi burocratici o dalle infiltrazioni della criminalità», ha avvertito la leader della Cisl. E ha aggiunto: «Il partito del no è il più forte di questo paese. Questo e' uno dei problemi più drammatici che si ripercuote sullo sviluppo, sull'occupazione e sulla qualità dei servizi offerti ai cittadini. Non si può bloccare un Paese. Quando si decide di fare un' opera pubblica, quella opera deve partire davvero».
TOTI A RENZI: CHIEDO COMMISSARIO DISSESTO IDROGEOLOGICO
Il governatore della Liguria Giovanni Toti, intervenuto a Santa Margherita Ligure, ha annunciato: «A Renzi chiederò che si proceda speditamente con il cantiere sul Bisagno, sono passati 15 anni e non si è più andati avanti», nonché «la nomina di un Commissario straordinario per il dissesto idrogeologica in Liguria e di cancellare le leggi ambientali, che non consentono la ripulitura dei letti del fiume di questa regione. In autunno - ha concluso con una battuta - in Liguria piove, qualsiasi sia la maggioranza di governo che c’è».