?#Maltempo Il concerto di #Springsteen a Ferrara non poteva essere rinviato, scrive il sindaco Fabbri: "Ha coinvolto migliaia di lavoratori, di turisti da ogni parte del mondo che si sono organizzati da tempo. Non è demagogia". Immagini di Marcella Sullo #GR1 pic.twitter.com/HcOT4LhcMc
— Rai Radio1 (@Radio1Rai) May 18, 2023
1. FERRARA, IL SILENZIO DI SPRINGSTEEN AL CONCERTO DELLE POLEMICHE: IN 50MILA NEL FANGO PER SEGUIRE IL BOSS
Estratto dell’articolo di Luca Dondoni per “La Stampa”
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«Non si tratta di insensibilità, ma il concerto è strutturato in modo da non lasciar spazio ad altro che non sia la musica». Così aveva annunciato l’organizzatore del tour italiano di Bruce Springsteen e la sua E Street Band, e così è stato a Ferrara nel concerto delle polemiche.
Chi si aspettava che il cantautore degli ultimi, il «working class hero» che ce l’ha fatta ed è arrivato sull’Olimpo dello show business magari qualcosa la dicesse, che mandasse un messaggio di solidarietà o che addirittura devolvesse l’incasso alla popolazione martoriata dall’alluvione, è stato deluso.
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Il Boss ha cantato, ma non ha detto nulla sulla tragedia che si è consumata e continua a consumarsi a pochi chilometri dal parco urbano Giorgio Bassani di Ferrara. Che è fuori dalla zona rossa, ma dove comunque servivano gli stivali per non inzupparsi di fango ai 50 mila fans venuti qui. Anche vip: tra il pubblico ci sono Roberto Baggio e Checco Zalone.
In molti dai social chiedevano al Boss di cancellare il concerto. «Se si sono fermati il Gran Premio di Formula 1 di Imola e gli organizzatori bolognesi dello Zecchino d’Oro hanno deciso di cancellare l’evento, allora anche il Boss potrebbe fare un passo indietro. Il concerto va annullato, come si fa a cantare spensierati a due passi da una tragedia»? […]
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Al di là della solidarietà, c’era chi sottolineava i problemi oggettivi ad arrivare a Ferrara e chi ieri sui social metteva in vendita i biglietti acquistati da mesi. C’era addirittura chi li regalava sui gruppi di fans del Boss, non senza polemica. E poi ci sono quelli che nulla li avrebbe fermati, figuriamoci il fango.
Vasco Paulos e i suoi tre amici sono venuti sin dalle Azzorre: «Abbiamo letto di quello che è successo in Romagna e siamo dispiaciuti, ma che si può fare? Forse devolvere una piccola parte dell’incasso? Non saprei, ma certo disastri così lasciano il segno».
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Luka è venuto con la sua famiglia da Zagabria: «Abbiamo preso i biglietti con tantissimo anticipo. Abbiamo visto la situazione e ci siamo preoccupati ma queste bombe d’acqua hanno fatto danni anche da noi e non pochi. […]».
Claudio Trotta, l’organizzatore, mercoledì aveva annunciato che quella di ieri sarebbe stata «una giornata memorabile». Per i 50 mila a Ferrara lo è stata. La festa è iniziata alle 17 con la musica dei Fantastic Negrito seguiti da Sam Fender. «Se avessimo pensato solo al business - si difende Trotta - come hanno detto in tanti, quando siamo stati sommersi da 500 mm d’acqua in pochi giorni avremmo attivato l’assicurazione ma avremmo impedito a 50 mila persone di seguire il Boss e quest’opzione non la ritenevo giusta. È una decisione e ne sono responsabile». […]
2. IL POPOLO DEL ROCK SI ASPETTAVA UN SEGNO «PARTE DELL’INCASSO A CHI HA PERSO TUTTO»
Mattia Marzi per “il Messaggero”
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«Io amo Bruce Springsteen, mi appello al suo cuore. Se può devolvere parte dell'incasso in beneficenza per la nostra terra devastata gliene saremmo eternamente grati»: quella di Laura Zampini di Ferrara è solamente una delle tante voci del popolo di Bruce Springsteen accorso ieri al Parco Urbano G. Bassani della città estense per lo show del Boss. […]
Dai concerti dell'evento No Nukes del 1979, quando si schierò in modo esplicito contro il nucleare dopo l'incidente alla centrale di Three Mile Island in Pennsylvania, a poca distanza dal suo New Jersey, al supporto dato l'anno scorso alla raccolta fondi pro Ucraina Stand Up for Ukraine. [...]
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A lui che nel 1973 incise una canzone intitolata Lost in the Flood, letteralmente «persi nel diluvio» (l'alluvione era una metafora della guerra in Vietnam, però), era capitato già in passato di esibirsi in una terra travolta da una catastrofe ambientale: solo che quando nell'aprile del 2006 si esibì a New Orleans, era già passato quasi un anno dalla tragedia dell'uragano Katrina. Non poche ore.
Elisabetta Galeazzi, da Bologna, si rivolge a Springsteen in prima persona, chiamandolo «The Boss»: «Sei arrivato a Bologna mentre questa catastrofe sta distruggendo la nostra Emilia-Romagna. Sei conosciuto da tutti per la tua generosità e nonostante il detto "the show must go on", "lo spettacolo deve andare avanti", dovresti mostrare tutta la tua generosità con un enorme gesto di beneficenza a sostegno delle migliaia di persone che stanno subendo qualsiasi tipo di perdita». […]
3. ZACCAGNINI CONTRO IL CONCERTO DI SPRINGSTEEN: “BRUCE NON SA DELL'ALLUVIONE, SENNÒ ANNULLEREBBE”. E ACCUSA TROTTA...
Estratto dell’articolo di Maria Francesca Troisi per www.mowmag.com
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[…] A lanciare la stoccata ci pensa Paolo Zaccagnini, decano dei giornalisti musicali italiani e amico di Springsteen. “Una vergogna, Bruce non sa niente. O meglio, avrà intuito qualcosa, ma non la catastrofe. Se lo sapesse annullerebbe tutto. Trotta? Da galera, pensa a guadagnare. I fan ragionano più di lui”. Prevedibile, quasi sempre gli artisti vivono in una bolla, circondati da yes men, e non sanno cosa succede attorno a loro. […]
CLAUDIO TROTTA BRUCE SPRINGSTEEN bruce springsteen