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    IKRAM TORNA LIBERA! IL MAROCCO SOSPENDE LA CONDANNA A 3 ANNI PER BLASFEMIA NEI CONFRONTI DELLA STUDENTESSA ITALO-MAROCCHINA - NEL 2019, LA RAGAZZA AVEVA CONDIVISO SU FACEBOOK UN POST IN CUI FACEVA IRONIA SU UN VERSETTO DEL CORANO - INTANTO PATRICK ZAKI, IL RAGAZZO EGIZIANO CHE STUDIAVA A BOLOGNA, È ANCORA OGGI DETENUTO IN CARCERE. DAL CAIRO ARRIVA, LA NOTIZIA DI 45 GIORNI DI CARCERE AGGIUNTIVI: UN VERO E PROPRIO ACCANIMENTO…


     
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    IKRAM NAZIH IKRAM NAZIH

    Federico Capurso per “La Stampa”

     

    Lo zaino in spalla, una sacca con i suoi effetti personali tra le mani e un sorriso stanco, che spunta dalla mascherina abbassata sul mento, mentre esce dal carcere di Marrakech, in Marocco. È provata, ma è libera Ikram Nazih, la studentessa italo-marocchina di 23 anni che era stata condannata, lo scorso giugno, a tre anni di reclusione dal tribunale di Rabat con l'accusa di «blasfemia».

     

    La sentenza di primo grado, di fatto, è stata ribaltata in appello. E può quindi esultare il governo italiano che, con il ministro degli Esteri Luigi Di Maio e il sottosegretario agli Affari europei Enzo Amendola, insieme all'ambasciatore Armando Barucco, ha «seguito la vicenda dal primo momento - come testimonia Di Maio -, avendo a cuore unicamente il benessere della nostra connazionale».

     

    LIBERTA' PER IKRAM NAZIH - BY GIANLUCA COSTANTINI LIBERTA' PER IKRAM NAZIH - BY GIANLUCA COSTANTINI

    Nata da genitori marocchini a Vimercate, in Brianza, Ikram ha 23 anni e studia giurisprudenza a Marsiglia. Il 20 giugno stava tornando nel paese d'origine della famiglia per le vacanze estive, quando è stata fermata all'aeroporto di Casablanca dalle autorità locali. In quel momento ha saputo che su di lei era stata avviata un'indagine, dopo la denuncia di un'associazione religiosa marocchina alle autorità di Rabat. Tre anni prima, nel 2019, aveva infatti condiviso su Facebook un post che trasformava la sura 108 del Corano, nota anche come sura dell'Abbondanza (dove per «sura» si intende una sorta di capitolo del Corano), in «sura del whisky». Una vignetta satirica che le stava per costare 3 anni di carcere.

     

    Nell'aula del tribunale di Rabat, per l'udienza d'appello, ieri era presente anche Amendola, oltre all'ambasciatore italiano. Fatto inusuale, per un membro del governo italiano, assistere a un'udienza in un tribunale straniero, ma anche la vicinanza del sottosegretario al caso e la sua amicizia coltivata negli anni con il governo del Marocco hanno aiutato.

     

    Ikram Nazih Ikram Nazih

    Ikram ha partecipato al processo in video collegamento dal carcere di Marrakech e nel corso dell'udienza ha riconosciuto la propria colpevolezza. «Ma non sapevo fosse un reato», si è spiegata la giovane studentessa italiana (ha doppio passaporto), che ha fatto notare come la vignetta incriminata sia stata eliminata dai suoi social poco dopo la pubblicazione. Elementi, questi, che il giudice ha accolto positivamente, riconoscendo la volontà di Ikram di riparare all'«errore» e attenuando la condanna da 3 anni a 2 mesi di carcere. Ma Ikram aveva già scontato esattamente due mesi in prigione ed è quindi potuta tornare in libertà nel pomeriggio.

     

    patrick george zaki patrick george zaki

    Ora è con il padre e dovrà decidere se rimanere in Marocco o tornare in Italia, ma resta il risultato di un «buon lavoro come sistema Paese e dei solidi rapporti tra Roma e Rabat - sottolinea Amendola -. La vicenda si è risolta nel miglior modo possibile». Il lavoro silenzioso del sottosegretario era iniziato già da tempo, in coordinamento con la Farnesina. Il 10 agosto aveva incontrato a Rabat, assieme all'ambasciatore Armando Barucco, il ministro degli Affari esteri e dei marocchini residenti all'estero, Nasser Bourita.

     

    patrick zaki patrick zaki

    «Abbiamo lavorato con Barucco nelle ultime settimane, le ragioni della difesa erano chiare», ha detto Amendola, mettendo in evidenza come la liberazione sia una conferma delle buone relazioni tra Roma e Rabat. «Non è una sorpresa per me, perché i rapporti tra i due Paesi sono solidi. Ho incontrato la ragazza due settimane fa in carcere e credo ci sia stato un errore che lei aveva riconosciuto subito. Siamo contenti che possa tornare a sorridere». L'intero arco dei partiti, in serata, festeggia la liberazione di Ikram. Da Fdi al Pd, dalla Lega al M5S, fino a Italia viva e Forza italia, tutti intervengono per la «bella notizia».

     

    Ma è una vicenda che non può non ricordare quella di Patrick Zaki, il ragazzo egiziano che studiava a Bologna, ancora oggi detenuto in carcere. E proprio dal Cairo arriva, nelle stesse ore, la notizia di 45 giorni di carcere aggiuntivi comminati a Zaki. «Un vero e proprio accanimento» contro di lui, protesta la capogruppo di Fi in Senato Anna Maria Bernini. «Continuiamo a chiedere con forza lo stop alla sua detenzione», le fa eco la responsabile Esteri del Pd Anna Rossomando. Ma su quel fronte - come confermano dalla Farnesina - la svolta non sembra ancora vicina.

    SERVIZIO DELLE IENE SU PATRICK ZAKI SERVIZIO DELLE IENE SU PATRICK ZAKI

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