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Salvatore Riggio per corriere.it
Dopo l’esclusione, la rinascita. Il Chievo – protagonista di una delle ultime favole del nostro calcio a inizi anni 2000 – si chiamerà ufficialmente FC Chievo 1929. A fondare il nuovo club è stato l’ex attaccante dei clivensi, Sergio Pellissier (517 presenze, 137 gol dal 2002 al 2019).
E lunedì 23 agosto è anche arrivata l’affiliazione da parte della Figc. Il prossimo step sarà quello di capire da quale categoria ripartirà il club e Pellissier è già al lavoro per costruire la squadra: «Non mollo niente. Non è finita qui. Io ci provo, per il Chievo non posso arrendermi davanti alle prime difficoltà», ha spiegato che l’ex bandiera.
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E ancora: «Adesso ho la mia società: FC Chievo 1929, l’affiliazione era il primo passo da fare. C’è, resta lì, per essere riempita e per essere messa in piedi. Di tempo ne avevamo davvero poco per provare a entrare subito. Ho cercato di lavorare in emergenza: contatti, solidità, sponsor, imprenditori, compagni di viaggio. Non ci sono riuscito oggi. Ma domani è un altro giorno. Adesso continuo i miei sondaggi. Va creata una struttura organizzativa e magari la possibilità di partire anche subito dai giovani. Sto sondando il terreno. L’idea è di far prendere vita alla società per poi strutturarmi nel corso di questo anno».
Il Chievo escluso dalla serie B
Sarà una gran bella sfida per dare forma al Chievo: «Conta solo ripartire, non importa da dove – ha aggiunto Pellissier –. Terza, seconda categoria o dove sarà possibile. Magari trovando anche la possibilità di avvicinarmi ad altre realtà già esistenti. Iniziare dalla serie D sarebbe stato il top. Un passo sotto il professionismo, per provare poi a fare subito un balzo in avanti».
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Pellissier ha anche spiegato i motivi per i quali non è potuto rientrare in corsa: «Sono venuti a mancare i presupposti perché mancava sostanzialmente la base economica. Ma la mancanza di tempo ha avuto un ruolo altrettanto importante perché devo avere il tempo per farmi conoscere, per coinvolgere nuove persone, per capire chi realmente è interessato. E anche per ragionare poi sulla struttura, su dove il Chievo potrebbe giocare. In questo ultimo mese ho parlato con tantissime persone».
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Infine, il nuovo Chievo dovrà avere l’anima di quello vecchio, capace di farsi ammirare in tutta Italia: «Lo voglio solido, serio, umile, ispirato dai principi che ho trovato nel mio, quello che ho vissuto per molti anni. In questo senso le persone fanno la differenza, credo sia fondamentale trovare i giusti compagni di viaggio. Gente da Chievo. Poi, gli obiettivi sportivi inizialmente devono passare in secondo piano. La gente che ama il Chievo ha voglia di sentirlo nominare ancora. Questa conta. E conta esserci, non finire solo nella memoria. Poi, viene tutto il resto».
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