UCCIDE IL PADRE A BASTONATE,LE URLA IN PAESE 'HO PRESO 10 ACIDI'
Michele Fresi
(ANSA) - ARZACHENA, 29 DIC - Comparirà alle 15 davanti al gip del Tribunale di Tempio Pausania, Michele Fresi, il 27enne di Arzachena accusato di aver ucciso il padre Giovanni, orafo di 58 anni molto noto in Costa Smeralda, colpendolo alla testa con un bastone di legno la notte del 28 dicembre in una via del centro del paese dopo una serata di eccessi tra un locale e l'altro.
Per lui si profilano le accusa di omicidio, resistenza a pubblico ufficiale e lesioni nei confronti di una ragazza di 24 anni e di due carabinieri accordi sul posto al momento dell'arresto. Conosciuto dalle forze dell'ordine per i suoi scatti d'ira, violenti e aggressivi, e per abuso di alcol e droga, il giovane è in attesa di sapere gli esiti dei test effettuati a poche ore dal delitto per accertare se era sotto l'effetto di sostanze stupefacenti o alternato dagli alcolici al momento dell'omicidio.
"Siamo in una fase ancora embrionale - spiega il difensore di fiducia Nino Vargiu - attendiamo di conoscere i risultati degli esami tossicologici". Quanto all'interrogatorio di questo pomeriggio, l'avvocato precisa: "Presumo che il mio assistito non risponderà alle domande, ma questa è una mia supposizione".
Nel frattempo, dal racconto dei testimoni emergono particolari sullo stato di alternazione che ha segnato tutta la notte brava di Michele Fresi. "Ho ingoiato dieci pastiglie di acido", ha urlato alle persone presenti in viale Costa Smeralda, alternando momenti di lucidità a farneticazioni e deliri: "C'è una invasione di alieni, bisogna reagire. Chiamate mio padre, lui porterà le armi".
2 – CERCA DI CALMARE IL FIGLIO LUI LO UCCIDE A BASTONATE
Estratto dell’articolo di Umberto Aime per “il Messaggero”
giovanni fresi
A petto nudo per strada, in inverno, in piena notte - così raccontava agli amici - per far vedere a tutti i suoi tatuaggi d'ogni tipo su un fisico scolpito da ore e ore in palestra. Michele Fresi, 27 anni, anche su Facebook metteva in mostra i muscoli. Un bravo ragazzo all'apparenza, anche se un po' strano, visto che parlava spesso dell'arrivo di chissà quali extraterrestri da un momento all'altro.
Da sempre il suo vero problema erano la cocaina e gli acidi: gli avevano devastato la mente. La sua ennesima notte di follia, consumata tra mercoledì e giovedì ad Arzachena, stavolta è sfociata in tragedia.
Con un bastone, ha ucciso il padre Giovanni, 58 anni, che era andato a recuperarlo in un bar dove poco prima il figlio s'era trasformato in una furia, distruggendo i tavolini e prendendo a randellate anche un'amica con la quale poco prima aveva ingerito una manciata di pastiglie.
L'assassinio è accaduto abbastanza vicino alla porta di casa della famiglia Fresi, quando ormai sembrava che l'allarme fosse rientrato. Invece, all'improvviso, subito dopo essere sceso dall'auto, guidata dal padre, Michele ha impugnato di nuovo la mazza per colpire il genitore alla testa.
Michele Fresi 1
L'ha ucciso con un colpo secco e violento, all'altezza del collo, quando anche il padre era appena sceso dall'auto. Poi s'è allontanato dalla piazzetta, il luogo del delitto, per vagare senza meta in via Costa Smeralda, la strada principale di Arzachena, comune della Gallura che amministra Porto Cervo e Porto Rotondo.
Quando i carabinieri l'hanno intercettato, il giovane s'è scagliato come una furia contro le pattuglie. Sempre con una forza brutale, ha preso a bastonate due carabinieri, fratturando ad entrambi la mandibola. Sono dovuti arrivare i rinforzi, per bloccarlo e ammanettarlo, mentre lui continuava a gridare - sotto l'effetto degli stupefacenti - che erano stati gli extraterrestri a ordinargli di «fare piazza pulita» prima del loro sbarco.
All'alba Michele Fresi è stato rinchiuso nel carcere di Bancali, le accuse sono quelle di omicidio volontario e lesioni gravi nei confronti di tre persone, dopo essere stato interrogato in caserma, ma senza rispondere alle domande degli investigatori.
GIOVANNI FRESI
[…] Giovanni Fresi era un orafo molto conosciuto in Costa Smeralda, per quel suo talento nel saper intrecciare la filigrana sarda e poi dar vita a splendidi gioielli. Separato dalla moglie, era lui a occuparsi del figlio. Un bravo ragazzo fino a qualche anno fa, poi la sbandata nel tunnel della droga, che l'aveva trasformato in tutto e per tutto, rendendolo tra l'altro molto pericoloso. Tant'è che anche in passato, il padre era dovuto intervenire più volte per riportarlo a casa.
Perché quando Michele usciva la notte, assumeva sempre cocaina e pastiglie a tal punto da trasformarsi in un mostro incontrollabile. Come l'altra notte, intorno all'una, quando da un bar gli hanno telefonato perché venisse a riprenderselo: «Signor Giovanni, corra. Michele sta devastando tutto. Ha in mano un bastone. Ha spaccato la faccia a una ragazza, s'è poi tolto la felpa e continua a urlare».
Michele Fresi dopo aver ucciso il padre
A quel punto, Giovanni Fresi è salito in auto, per far fronte a quella oramai diventata un'emergenza quasi quotidiana. I testimoni hanno raccontato ai carabinieri che, con una calma olimpica ma molta determinazione, l'orafo, una volta arrivato davanti al bar, era riuscito persino a calmare il figlio, facendolo salire in auto. Però, almeno secondo le prime indagini, s'è dimenticato purtroppo di togliergli dalle mani il bastone che Michele ha continuato a stringere fino all'arrivo davanti al portone di casa. […]