Maurizio Stefanini per “Libero quotidiano”
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Ron DeSantis col vento in poppa. A partire da Musk, i finanziatori del Partito Repubblicano si stanno orientando sempre di più verso il governatore della Florida. Anche se lo stesso Trump giusto un mese fa ha confermato la sua ricandidatura, il mancato successo del Partito Repubblicano e ancora di più dei trumpiani al suo interno alle Midterm del 3 novembre sembra confermare la opportunità per un cambio di leadership nel Gop.
Adesso i sondaggi sembrano mostrare come anche gli elettori siano sempre convinti su quello che sarebbe il primo inquilino di origine italiana alla Casa Bianca. Perfino una nuora dell'ex presidente, Lara, la moglie di Eric Trump, ha detto che preferirebbe Ron DeSantis come candidato alla Presidenza per il 2024.
Il sondaggio commissionato da Usa Today in collaborazione con la Suffolk University, ad esempio, rileva tra gli elettori repubblicani un vantaggio di ben 23 punti di DeSantis su Trump: il 56% delle preferenze contro il 33, in un eventuale scontro alle primarie. La rilevazione mostra anche come in realtà nella percezione di chi preferisce DeSantis e di chi preferisce Trump non vi siano grosse differenze. Su immigrazione, unioni gay e cancel culture il tipo di impostazione di Trump sembra ormai essersi imposta a tutto il partito. Ma DeSantis è considerato ormai un personaggio più credibile per portarla avanti.
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È molto più giovane (44 anni contro i 76 del tycoon), non ha l'ingombro della sconfitta e delle relative polemiche, non soffre di strascichi giudiziari, e in effetti ha anche più esperienza di amministratore rispetto a Trump quando si lanciò. Anche il Wall Street Journal dà un margine simile: 52% per DeSantis; 38 per Trump. Vero che una rilevazione di Morning Consult dà invece il 49% a Trump e il 31% a DeSantis, ed è su un campione più ampio. Si conferma comunque che la partita è tra questi due personaggi, salvo un per ora improbabile emergere di altri sfidanti nei prossimi due anni.
Come ricordato, Musk già a fine novembre ha risposto «Yes» su Twitter alla domanda di un utente: «Sosterrai Ron DeSantis nel 2024, Elon?». Secondo lui si tratta di «una persona ragionevole e centrista». Quel Ken Griffin che da amministratore del fondo Citadel con 60 milioni di dollari è stato il secondo maggior finanziatore dei candidati repubblicani alle elezioni di Midterm ha dichiarato che nel 2024 sosterrà Ron DeSantis per le presidenziali.
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Anche Stephen Schwarzman, patron del fondo Blackstone e storico alleato di Trump, ha detto che secondo lui «è ora di dare strada a una nuova generazione di repubblicani». Con loro il fondatore di Interactive group Thomas Peterffy e il finanziere Andy Sabin mentre Ronald Lauder, proprietario della metà di Estée Lauder, ha fatto sapere che non finanzierà più Trump, come aveva fatto in passato.
Il re degli immobiliaristi e il proprietario della squadra di football dei Miami Dolphins, Stephen Ross, che in passato ha donato e organizzato raccolte di fondi per Trump, non si è ancora espresso pubblicamente, ma ha fatto sapere che è pronto a sostenere DeSantis. Anche Larry Ellison di Oracle, altro storico amico di Trump, starebbe per schierarsi con DeSantis.
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Sono sempre più ostili a Trump Rupert Murdoch e la sua Fox News, colosso editoriale cui fa riferimento l'area della destra Usa. E una evoluzione del genere la sta avendo anche il Club of Growth: associazione di tycoon repubblicani che promuove politiche economiche di destra, e cui massimi esponenti sono il finanziere miliardario e investitore in TikTok Jeffrey Yass e il magnate della birra Schlitz e delle forniture industriali Richard Uihlein.
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