Estratto dell’articolo di Paolo Mastrolilli per “la Repubblica”
La Casa Bianca smentisce qualsiasi coinvolgimento americano nell’attentato di Mosca ed esclude la partecipazione di ucraini, come peraltro confermato dalla rivendicazione dell’Isis, anche per non dare a Putin la scusa di usare il tragico attacco per lanciare risposte ingiustificate. Solo due settimane fa l’ambasciata Usa in Russia aveva dato l’allarme per potenziali aggressioni come quella avvenuta, e il New York Times rivela che l’allerta era legata proprio a minacce di terroristi islamici.
ATTENTATO A MOSCA - CROCUS CITY HALL IN FIAMME
Il portavoce del consiglio per la Sicurezza nazionale, John Kirby, ha definito «orribili» le immagini dell’attentato, aggiungendo che «i nostri pensieri sono per le vittime». Dopo le condoglianze, però, si è passati alle analisi. Il 7 marzo la rappresentanza americana a Mosca aveva lanciato questo allarme: «L’ambasciata sta monitorando le notizie secondo cui alcuni estremisti hanno piani imminenti per prendere di mira grandi raduni a Mosca, includendo concerti, e i cittadini statunitensi dovrebbero essere avvisati di evitare grandi raduni nelle prossime 48 ore».
vladimir putin
Putin aveva criticato l’allerta come «un chiaro tentativo di ricatto, per intimidire e destabilizzare la nostra società», ma ora sembra che i servizi Usa sapessero cosa stesse per accadere, anche se i tempi erano sbagliati. Ieri Kirby si è affrettato a smentire ogni speculazione. Non ha rivelato le informazioni che avevano spinto i diplomatici a pubblicare la nota di avvertimento, ma ha escluso che Washington sapesse con esattezza cose stesse accadendo o fosse in alcun modo coinvolta.
maria zakharova
Nello stesso tempo, il portavoce della Casa Bianca ha sottolineato […] ha aggiunto: «Vi scoraggio dal fare qualsiasi connessione con l’Ucraina, in queste ore immediatamente successive all’attacco». La portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakarova, ha chiesto come Washington possa esserne così sicura. Va però ricordato come lei fosse la stessa persona che smentiva l’imminente invasione di Kiev, mentre i carri armati si preparavano già a varcare il confine. La rivendicazione dell’Isis confermerebbe invece la versione di Washington. Kirby ha anche invitato a non fare collegamenti con l’opposizione interna […]
maria zakharova SERGEJ LAVROV
Se le cose stavano così, restavano aperte soprattutto due piste: quella degli estremisti islamici, che già in passato avevano colpito in Russia e nella sua capitale; oppure la “false flag operation”, ossia un’azione organizzata da qualcuno all’interno dello stesso regime, per poi giustificare reazioni che magari potrebbero includere l’uso di armi mai viste finora nel teatro ucraino, come le atomiche tattiche […]