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    REAL-BARCELLONA AD ALTA TENSIONE - IL CLUB CATALANO NEGA LA PASSERELLA AI "BLANCOS" DOPO IL MONDIALE PER CLUB VINTO E SCATENA LA RABBIA DEI MADRIDISTI: "INDEGNI" - IL CENTROCAMPISTA SUAREZ RINCARA: “IO NON STRINGO LA MANO A NESSUNO E NON APPLAUDO NESSUNO”


     
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    Enrico Sisti per la Repubblica

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    Passano gli anni ed è sempre la stessa cosa: diversa. È come se nel Clásico tutto fosse amplificato per legge. Comprese le metafore: «Giocherete nel Bronx! » , precisava ieri un blogger madridista col dito sul grilletto. I catalani, appena usciti dalle elezioni, hanno risposto con un incitamento da oratorio, « ningú és capaç de superarte» , che equivale a un cartone con su scritto a vernice: " W il Barça!". Cosa si può chiedere ( domani ore 13 su Fox Sports) al Real Madrid- Barcellona n. 237 della storia amichevoli escluse? Solo di confermare tutto ovviamente. Soprattutto l' inimicizia. Perché volersi bene da queste parti non è impossibile: è inutile.

     

    Per domani, in nome dell' antico legame di sangue alla rovescia, il Barcellona ha negato al Real Madrid il cosiddetto "pasillo", ossia la passerella riservata a chi ha appena vinto un trofeo (il Mondiale per Club).

     

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    « Sono affari loro » . Ci sarà la festa ma non il riconoscimento ufficiale da parte degli avversari. Suarez, chissà perché più inferocito degli altri, ha detto: « Io non stringo la mano a nessuno e non applaudo nessuno». I madridisti ci sono rimasti malissimo: « Siete indegni » . Il Clásico rimane un confronto/scontro di essenze, profumi, in qualche caso puzze, filosofie, piedi, abitudini. Sicuramente puzzava la testa di maiale lanciata al " traditore" Figo in procinto di calciare un angolo al Camp Nou nel 2002. Negli ultimi 10 anni il bilancio è 16-11 per il Barcellona. Messi e Ronaldo hanno monopolizzato il verseggiare dei poeti e la direzione dei soldi. Il Real Madrid viene dalla stagione più vincente della sua storia (incredibile ma è così): 7 titoli in 16 mesi.

     

    E pensare che a Zidane non gli davano una lira. Però sono partiti male in Liga e per questo vanno a sbattere contro il Barça con un ritardo record di 11 punti (ma con una partita in meno). Il Barcellona è in piena, vincente eppur controversa metamorfosi. Valverde sta rimodellando la squadra sperando di rimodellare anche i tifosi. La sta abituando a parlare più lingue, a giocare un calcio più vario, un calcio in cui aspettare l' avversario o affidarsi ai lanci lunghi non rappresentino più un' eresia. Ma non tutti concordano: «È Messi che nasconde le carenze » .

     

    real cristiano ronaldo real cristiano ronaldo

    Leo è anche il capocannoniere del Clásico (24). La fiamma della bellezza e la cenere delle delusioni fanno parte di un unico pacchetto emotivo e ardono su entrambi i fronti a intensità variabili: « Ma stavolta non è decisiva » , dice Iniesta. Ogni volta che queste due squadre si affrontano nel loro derby non derby, ogni volta che si scontrano queste due abissali differenze, c' è sempre un elemento nuovo, un dettaglio dell' ultima ora che fa aumentare il valore di tutto ciò che di extra-calcistico, extra-sistolico e psicodrammatico la partita già contiene. Fuori ad aspettare, la solita gente disposta a finire sul lastrico con moglie e figli pur di rivedere l' oggetto amato. Il prezzo più basso per 4° anello del era 107 euro.

     

    Piegandosi ai raggiri del " secondary ticketing", il doping dei biglietti, qualcuno aveva sborsato 1700 euro. « L' ho comprato » , ha scritto l' anonimo tifoso del Madrid, « ma poi non ho trovato 1700 motivi che giustificassero la pazzia. La pazzia non si spiega! » . Come razionalmente non si spiega il Clásico. E poi i pazzi lo sanno bene.

    Quando lo spettacolo comincia, quando l' ansia sale, si dimentica tutto. Persino quant' è costato starsene lì a mangiarsi il cappello.

     

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