Estratto dell’articolo di Gian Maria De Francesco per “Il Giornale”
CHRISTINE LAGARDE
Galeotto fu il cellulare e chi lo utilizzò. Certo, trattare governatori di banche centrali, ex ministri e alti dirigenti come scolaretti o come partecipanti a un concorso pubblico non è esteticamente gradevole. Ma tant'è.
La presidente della Banca centrale europea Christine Lagarde, secondo quanto riferito da Reuters, avrebbe sequestrato i telefoni cellulari dei suoi colleghi durante la riunione di questa settimana rimproverandoli per aver divulgato informazioni cruciali prima di una decisione di politica monetaria.
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Una mossa senza precedenti con annessa lavata di capo agli altri componenti del board è il segnale che Lagarde non manca certo di autostima né di convinzione nelle proprie idee. E così mercoledì scorso, primo giorno di riunione del direttivo, è stato chiesto ai 26 consiglieri (partecipano anche i banchieri centrali dell'Eurosistema) di consegnare i telefoni cellulari, poiché si stava per procedere all'indicazione della tedesca Claudia Buch come nuovo capo della Vigilanza al posto dell'italiano Andrea Enria.
I telefoni sono stati restituiti dopo l'annuncio della nomina. La motivazione ufficiale di questa procedura irrituale è la fuga di notizie relativa alla nomina di Enria nel 2018 quando Mario Draghi era alle battute finali del suo mandato. Di fatto una scortesia verso il nostro ex premier e prossimo consigliere di Ursula von der Leyen, ma indicativa del clima che si respira a Francoforte. […]
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La questione, dunque, è politica più che formale. È notorio, infatti, che i consiglieri Bce così come gli alti funzionari della Commissione Ue anticipino alla stampa le decisioni e gli orientamenti delle riunioni. Se Lagarde ha messo «fuori legge» questa prassi, significa che il dibattito sulla politica monetaria sta innervosendo gli azionisti di maggioranza del consiglio direttivo della Bce, cioè la Germania e i suoi alleati «frugali». […]