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    IL BONGIORNO SI VEDE DAL MATTINO - DARIO SALVATORI STRONCA “NAME THAT TUNE”, IL PROGRAMMA DI TV8 ISPIRATO A UN FORMAT DI 70 ANNI FA, CHE MIKE, UNO DALL’OCCHIO LUNGO, HA RIFIUTATO PIÙ VOLTE, GIUDICANDOLO TROPPO “PAESANO”: “ALL’INTERNO DI “INDOVINA LA CANZONE” FIGURA LA RUBRICA ‘PLAYLIST’, PORTATA ALLA RIBALTA INFINITE VOLTE; LA PROVA ‘LIP SYNC DUEL’, OVVERO QUANDO IL CONCORRENTE DEVE ESSERE IN SINCRONO CON IL VIDEO-AUDIO ORIGINALE DI UNA CANZONE. MIKE BONGIORNO CONDUSSE PER TRE ANNI UNA TRASMISSIONE RADIOFONICA DAL TITOLO ‘ATTENTI AL RITMO’. PARI PARI. EPPURE I DUE CONDUTTORI, CIRO PRIELLO E FABIO BALSAMO…”


     
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    dario salvatori foto di bacco dario salvatori foto di bacco

    Dario Salvatori per Dagospia

     

    Ma è mai possibile che tutte le volte che una rete televisiva prenda in considerazione un programma dall’estero lo faccia con i format di 65-70 anni fa?

     

    È quello che è successo  a Tv8, la rete che ha appena varato il programma “Indovina la canzone”, ovvero  “Name that tune”.

     

    fabio balsamo ciro priello name that tune fabio balsamo ciro priello name that tune

    Un programma messo in onda dalla Nbc Radio nel 1952, poi promosso l’anno dopo nella tv dello stesso gruppo.

     

    L’idea di acquistare il format fu di Vittorio Veltroni, storico radiocronista e poi dal 1954 primo direttore del Tg Rai.

     

     

    Propose il programma a Mike Bongiorno, il quale, sempre grazie all’amicizia con Veltroni, aveva debuttato con un programma dal titolo “Arrivi e partenze”, ovvero piazzarsi in aeroporto o in qualche stazione per intervistarecelebrità. Regia di Antonello Falqui.

     

     

    VITTORIO VELTRONI VITTORIO VELTRONI

     

    Bongiorno era ancora indeciso fra l’idea di rimanere negli States (fra l’altro nel 1951 fu il radiocronista  del  mitico incontro di boxe per il titolo mondiale del massimi fra Joe Louis e Rocky Marciano, vinto dall’italo-americano) e partire definitivamente per l’Italia.

     

     

    Era anche indeciso sulla   bontà del programma, visto che “Name that tune” (che comunque andò in onda alla Cbs fino al 1959), era prodotto,presentato e diretto dal direttore d’orchestra Harry Salter, insieme a sua moglie, Roberta Simple. Proprio per questo motivo Mike lo giudicò troppo “paesano”.

     

    MIKE BONGIORNO LASCIA O RADDOPPIA MIKE BONGIORNO LASCIA O RADDOPPIA

    Vittorio Veltroni, che stimava moltissimo Bongiorno, tornò alla carica con “Your show of shows”, prodotto ancora dalla Nbc e scritto da Woody Allen e Mel Brooks. Anche stavolta ottenne un rifiuto, e il programma venne tradotto in “Un, due e tre”, affidato prima a Mario Carotenuto, poi a Riccardo Billi e Mario Riva, infine alla coppia Ugo Tognazzi-Raimondo Vianello e di fatto tenne banco fino al 1959.

     

    Stesso discorso per “Duecento al secondo”, affidato a Mario Riva, in onda in America come “Dollar a second”. Ne erano autori Garinei & Giovannini, ancora poco pratici di Tv, al pari del giovane regista Romolo Siena.

     

    MIKE BONGIORNO ARRIVI E PARTENZE MIKE BONGIORNO ARRIVI E PARTENZE

    Il fatto è che Mike Bongiorno, da americano, conosceva molto bene il pubblico della Tv statunitense, con un occhio più innovativo (per i tempi), rispetto ai canoni Tv  degli anni Cinquanta immaginati da Veltroni. Non a caso quando nell’estate del 1955 Bongiorno vide in Tv in Usa “The $ 64,000 Question”, rimase paralizzato dal meccanismo.

    vianello tognazzi un due tre vianello tognazzi un due tre

     

    Il primo “big money quiz show”, mai apparso in questa veste, con concorrenti-protagonisti, la narrazione metaforica, i primi dispositivi tecnologici (cabine, cuffie, microfoni, ecc.).  Fu un lampo. Sabato 19 novembre 1955 era già in onda “Lascia o raddoppia?” (191 trasmissioni fino al 1959), regia di Romolo Siena.

     

    Appena tre mesi dopo l’edizione americana. Per la verità i diritti appartenevano al similare “Quitte on double?”, in onda alla Tv francese e Veltroni, da buon aziendalista, riconobbe il copyright francese che costava  meno di quello americano.

     

    name that tune name that tune

    Ma tornando a “Indovina la canzone”, cioè a “Name that tune” (che in Italia divenne “Il Musichiere” di Mario Riva, primo conduttore nazional-popolare, che lo condusse dal 1957 al 1960, anno della sua prematura dipartita), sorprende come delle rubriche all’interno del programma siano mutuate, o qualcosa in più, nei confronti di storici programmi.

     

    the $ 64,000 Question the $ 64,000 Question

    All’interno di “Indovina la canzone” figura la rubrica “Playlist”, portata alla ribalta infinite volte sia in Tv che in radio; la prova “Lip Sync duel”, ovvero quando il concorrente deve essere in sincrono con il video-audio originale di una canzone. Mike Bongiorno condusse per tre anni una trasmissione radiofonica dal titolo “Attenti al ritmo”. Pari pari.

     

    Lo spazio della “canzone recitata” lo inventò alla radio Arnoldo Foà nel 1946 dalla sede Rai di Napoli dove era stato assunto come annunciatore. La rubrica “Asta musicale”, ricorda da vicino lo show radiofonico “Le Mille Lire”, scritto da D’Ottavi e Lionello, condotto da Raffaele Pisu.

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    Eppure i due conduttori  di “Indovina la canzone”, Ciro Priello e Fabio Balsamo, in arte The Jackal, sembrano avere le idee chiare: “Quello che abbiamo voluto portare è stata la rottura degli schemi e ci sentiamo coccolati”. Comprensibile, visto lo staff di autori: Pasquale Romano, Paolo Cucco, Simone De Rosa, Marco Elia, Gianluca Giorgi, Alessio Pollacci.

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