VIDEO - L’AVVOCATO DI EL CHAPO DISCUTE DELL’ESTRADIZIONE
el chapo
Il signore della droga Joaquin “El Chapo” Guzman sarà estradato negli Stati Uniti. La decisione della corte federale messicana arriva a un giorno dal trasferimento del boss del cartello di Sinaloa in una prigione di Ciudad Juarez, al confine con gli Stati Uniti. Molto probabilmente di fronte a un giudice americano, dovrà rispondere di riciclaggio di denaro, traffico di droga, rapimento e omicidio, reati compiuti a New York, Chicago e Miami. Come rivelato alla “Reuters” da alcuni ufficiali del governo, si tratta di una decisione politica presa dal presidente messicano Enrique Peña Nieto. Per Juan Pablo Badillo, uno degli avvocati di Guzman, l’estradizione rappresenta una violazione dei diritti umani “visto che la fase processuale è tutt’ora in divenire”. E non mancano le richieste d’appello: almeno nove, come ha spiegato l’avvocato alla Reuters.
district court di new york
Le autorità messicane sono terrorizzate dalla paura di una nuova evasione. È per questo motivo che un corteo di 70 agenti ha accompagnato El Chapo dalla prigione dell’Altiplano, dov’era detenuto, al carcere di massima sicurezza di Ciudad Juarez. Un’operazione realizzata con l’intento di creare problemi ad eventuali complici esterni. E anche all’interno della sua cella, erano presenti telecamere e paratie d’acciaio sotto il pavimento per evitare la costruzione di un nuovo tunnel, come quello che, lo scorso 11 luglio, gli ha permesso di scappare dalla prigione di Almoloya.
prigione in ciudad juarez vicino al confine
scorta per trasferire el chapo denaro reciclato el chapo 2
Insomma, dopo l’episodio della fuga il governo ci ha messo la faccia: l’otto gennaio era stato proprio Pena Nieto a dare l’annuncio della cattura del boss: “Missione compiuta, lo abbiamo preso, le istituzioni dispongono delle capacità necessarie per affrontare chi minaccia la tranquillità dei messicani”, aveva dichiarato subito dopo l’arresto.