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1. ISRAELE: HERZOG PREME SU PARTI, SUBITO NEGOZIATI PER RIFORMA
(ANSA) - "Un immediato percorso negoziale". E' quanto ha chiesto il presidente israeliano Isaac Herzog a Benyamin Netanyahu e ai leader dell'opposizione Yair Lapid e Benny Gantz subito dopo l'annuncio da parte del premier della sospensione della riforma giudiziaria fino alla ripresa dei lavori della Knesset, una volta passata la Pasqua ebraica. L'obiettivo dichiarato di Herzog è quello di raggiungere un compromesso. Herzog ha chiesto che i due schieramenti designino entrambi gruppi di negoziatori in modo che i colloqui comincino al più presto.
xi jinping mohammed bin salman
2. ISRAELE: AMBASCIATORE USA, NETANYAHU DA BIDEN DOPO PASQUA
(ANSA) - Il premier Benyamin Netanyahu sarà presto invitato alla Casa Bianca dal presidente Joe Biden. Lo ha detto l'ambasciatore Usa in Israele Tom Nides intervistato dalla Radio Militare. "Credo - ha spiegato - che sarà invitato dopo la Pasqua. Non c'è dubbio che incontrerà Biden. Sono amici da 40 anni". Dalla vittoria nelle elezioni lo scorso novembre, questa è la prima volta che si parla di un viaggio del premier negli Usa.
A PECHINO L’ACCORDO TRA ARABIA SAUDITA E IRAN
3. IL PLAUSO DELLA CASA BIANCA SUL RINVIO "È LA MEDIAZIONE CHE CI ASPETTAVAMO"
Estratto dell’articolo di Alb. Sim. per “La Stampa”
La Casa Bianca accoglie con favore «il rinvio» della riforma giudiziaria. Lo ha detto Karine Jean-Pierre, portavoce di Biden, sottolineando che «il compromesso è proprio quello che avevano chiesto».
Domenica sera in una nota il Consiglio per la Sicurezza nazionale aveva evidenziato «la necessità di un compromesso» e ricordato «che le società democratiche sono rafforzate da meccanismi di controllo ed equilibrio fra i poteri». In quest'ottica «i cambiamenti basilari in un sistema democratico devono avvenire con il più vasto consenso popolare possibile». […]
joe biden bibi netanyahu
Domenica 19 marzo c'era stata una telefonata fra Biden e il premier in cui il presidente Usa, oltre a riaffermare il sostegno dell'America alla sicurezza di Israele, aveva espresso «le sue preoccupazioni» per quanto stava accadendo nello Stato ebraico. […] I contatti fra Washington e Gerusalemme sono costanti anche se, ha detto John Kirby, coordinatore del Consiglio per la Sicurezza nazionale, «la Casa Bianca non è stata avvertita in anticipo della decisione di Netanyahu» di congelare la riforma. […]
4. LA PAURA DEGLI AMERICANI: MEDIO ORIENTE FUORI CONTROLLO CON GERUSALEMME PIÙ DEBOLE
Estratto dell’articolo di Marco Ventura per “il Messaggero”
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Nei "simulation games", le prove di scenario del Pentagono (e della Casa Bianca) sul Medio Oriente, il vero punto fermo, il baluardo incrollabile dello schieramento americano e occidentale nella regione, è Israele. Anzi, la democrazia israeliana.
Si capisce allora perché le scene di centinaia di migliaia di manifestanti per le strade di Tel Aviv e Gerusalemme dopo il siluramento del ministro della Difesa Yoav Gallant, […] abbiano risvegliato i peggiori fantasmi nel gabinetto del presidente Biden.
Il quale nelle ultime settimane ha già dovuto metabolizzare il protagonismo russo e cinese, la ritrovata concordia e la ripresa delle relazioni diplomatiche tra l'Iran e l'Arabia Saudita, tra sciiti e sunniti, platealmente sotto l'ombrello del gigante asiatico.
bashar al assad con vladimir putin
E, ancora, il ritorno di Bashar al-Assad, il dittatore siriano, alle visite di Stato nel Golfo, ricevuto con tutti gli onori perfino negli Emirati arabi uniti che ospitano tuttora basi americane e francesi. La forza e la stabilità di Israele rimangono imprescindibili per Washington, e lo dovrebbero essere anche per l'Europa. […]
[…] La preoccupazione di Biden riguarda la tenuta della diplomazia e presenza americana in Medio Oriente, teatro non molto lontano da quello ucraino. Appena ieri, l'intelligence britannica segnalava che i droni di Teheran continuano ad arrivare in Russia e a esser lanciati contro obiettivi civili e infrastrutture ucraine. In cambio, l'Iran ha ottenuto da Mosca la promessa di aerei da guerra, tecnologia (anche nucleare?) e appoggio politico.
JOE BIDEN CON BIBI NETANYAHU
Sono a rischio i delicati equilibri che garantivano, attraverso la coabitazione tra israeliani, russi e americani, la stabilità dell'area e il contenimento delle mire iraniane. Senza contare il ruolo fondamentale di un Paese-cerniera non solo tra Est e Ovest, ma tra Medio Oriente e Europa, qual è la Turchia di Erdogan, con i suoi altalenanti rapporti con Israele. Anche per questo le parole dell'ormai ex ministro della Difesa israeliano, Gallant, hanno un peso: «La sicurezza dello Stato di Israele è la missione della mia vita». E coincide con la sicurezza di tutto l'Occidente. Marco Ventura
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