KIEV, 'DIFFICOLTÀ DA MAGGIO, MA NIENTE ARMAGEDDON'
kyrilo budanov
(ANSA) - "Secondo le nostre valutazioni, nel prossimo futuro ci troveremo di fronte a una situazione piuttosto difficile. Ma non catastrofica, e dobbiamo capirlo. Non ci sarà l'Armageddon, come molti cominciano a dire. Ma ci saranno problemi a partire da metà maggio": lo ha detto alla Bbc Ucraina il capo dei servizi segreti militari ucraini (Gur), Kyrylo Budanov.
"Il prossimo periodo, a nostro avviso, sarà difficile. Ma difficile e catastrofico sono cose diverse. Abbiamo attraversato momenti difficili più volte e questo lo supereremo, credetemi - ha proseguito Budanov -. Non accadrà nulla di straordinario. Conosciamo tutti i loro piani in anticipo. Come reagire ad essi? La maggior parte ha una risposta. Sì, ci sono alcune questioni che sarà difficile per noi risolvere, ma troveremo la risposta. Come sempre, troveremo qualcosa all'ultimo momento".
Kyrylo Budanov
"L'Ucraina non perderà e l'Ucraina non sarà distrutta. Questo deve essere compreso", ha aggiunto il capo dell'intelligence militare di Kiev, sottolineando che le sue previsioni riguardano tutta l'Ucraina e non solo la situazione nella zona di combattimento. "I russi utilizzeranno un approccio globale", ha spiegato: "Loro stanno conducendo un'operazione globale. Non parleremo molto di questo, ma sarà difficile. Da metà maggio, inizio giugno".
KULEBA AI 27, 'È IL MOMENTO DI AGIRE, NON DI DISCUTERE'
Dmytro Kuleba
(ANSA) - "Possiamo prevenire gli scenari peggiori se agiamo insieme e senza paura. Oggi abbiamo bisogno di decisioni concrete e coraggiose per fornire all'Ucraina altri sistemi Patriot e SAMP/T, missili, artiglieria e munizioni e altre armi e attrezzature il prima possibile: ora che siete tutti qui al tavolo, è il momento di agire, non di discutere". Lo ha detto il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba in collegamento al consiglio Affari esteri-difesa.
ursula von der leyen volodymyr zelensky 3
"Accogliamo tutti con favore la decisione della Camera dei Rappresentanti degli Stati Uniti di fornire un forte pacchetto di sostegno all'Ucraina. Ma noi in Europa non possiamo e non dobbiamo rilassarci. Innanzitutto, la difesa dell'Europa è prima di tutto una questione che riguarda noi europei.
In secondo luogo, nei sei mesi di discussioni negli Stati Uniti, l'Europa ha dimostrato una vera leadership e la capacità di agire. Vi sono grato per questo. Dobbiamo ricordare questo sentimento e continuare questo movimento in avanti dell'Europa", ha dichiarato Kuleba.
DOPO LE ARMI, I CONSIGLIERI GLI USA SOCCORRONO KIEV
Estratto dell’articolo di Paolo Mastrolilli per “la Repubblica”
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Il Pentagono sta valutando se inviare altri consiglieri militari all’ambasciata di Kiev. Lo ha confermato al sito Politico lo stesso portavoce, generale Pat Ryder, chiarendo che non avrebbero compiti di combattimento. Servirebbero a coordinare logistica e impiego delle nuove armi in arrivo, dopo il via libera di sabato alla Camera dei rappresentanti, anche per evitare le incomprensioni strategiche emerse nella controffensiva della scorsa estate.
Se da una parte l’invio dei consiglieri rievoca i fantasmi del passato, come l’inizio del coinvolgimento in Vietnam ordinato da Kennedy, dall’altra confermano la determinazione degli Usa a continuare ad appoggiare l’Ucraina per tutto il tempo necessario.[...]
Lo scopo piuttosto è garantire che Zelensky possa proseguire la difesa del suo Paese dall’invasione di Mosca, nella speranza che questa resistenza convinca il Cremlino a negoziare una vera soluzione diplomatica equa alla guerra. Secondo i calcoli del Wall Street Journal, i quasi 61 miliardi di dollari destinati a Kiev sono divisi in oltre 48 gestiti dal Pentagono e 12 affidati al dipartimento di Stato e all’agenzia per gli aiuti Usaid.
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Il grosso, circa 34 miliardi, serve alle operazioni militari e di manutenzione. Oltre 13 miliardi sono invece finalizzati all’acquisto delle armi. La maggior parte della cifra andrà alle aziende americane che le producono, per ricostituire l’arsenale Usa, da cui poi partiranno per l’Ucraina. [...]
La prima esigenza, oltre alle munizioni abitualmente consegnate finora, come quelle calibro 155 per gli obici, sono le difese aeree. Zelensky ha detto che avrebbe bisogno di 26 batterie di Patriot per proteggere l’intero territorio nazionale, cioè città e strutture militari prese di mira da missili e droni russi, ma l’obiettivo immediato è averne 7.
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Il vero nodo però riguarda le armi a lunga gittata, come gli Atacms. Finora l’amministrazione ha frenato sul loro invio, perché teme che colpiscano il territorio di Mosca, provocando l’escalation anche nucleare. La legge approvata dalla Camera, però, chiede di procedere con la consegna. Questi missili sarebbero essenziali per attaccare le retrovie russe, compromettendo l’apparato logistico.
Ciò non solo metterebbe in difficoltà le truppe di occupazione già presenti nel territorio ucraino, ma complicherebbe anche l’offensiva che secondo gli analisti Putin si prepara a lanciare a giugno. Gli Atacms potrebbero essere usati per colpire la Crimea, distruggere il ponte di Kerch che la collega al territorio russo, e tenere aperto il corridoio creato nel Mar Nero per garantire le esportazioni agricole ucraine. [...]
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