Domenico Agasso per “La Stampa”
cardinale Jean Claude Hollerich
Benedire le coppie gay? Dio non maledice, e gli omosessuali non sono «mele marce. Il Regno del Signore non è un club, nessuno è escluso, apre le sue porte a tutti». Anche ai «divorziati risposati», a «tutti, senza discriminazioni».
È nero su bianco su L’Osservatore Romano, il quotidiano della Santa Sede. Lo afferma in un’intervista al direttore Andrea Monda e a Roberto Cetera il cardinale Jean-Claude Hollerich, presidente della Commissione delle Conferenze episcopali della Comunità europea (Comece) e arcivescovo di Lussemburgo.
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Dichiara il porporato: «Tanti nostri fratelli e sorelle, ci dicono che, qualunque sia l'origine e causa del loro orientamento sessuale, di certo non se lo sono scelto. Non sono "mele guaste”». E sulla benedizione delle unioni gay, vietata dalla Congregazione per la Dottrina della Fede, scandisce: «Pensate che Dio possa mai “dire male” di due persone che si vogliono bene?».
Però, se la Chiesa deve guardare con nuovi occhi il mondo Lgbt, per Hollerich non significa estendere il sacramento nuziale: «Non penso che ci sia lo spazio per un matrimonio sacramentale tra persone dello stesso sesso. Non c'è il fine procreativo che lo caratterizza, ma questo non vuol dire che la loro relazione affettiva non abbia valore».
cardinale Jean Claude Hollerich
Gli interesserebbe «di più discutere di altri aspetti del problema. Ad esempio: la crescita vistosa dell'orientamento omosessuale nella società da cosa è determinata? Perché la percentuale di omosessuali nelle istituzioni ecclesiali è più alta che nella società civile?». Domande potenzialmente dirompenti. L’alto prelato racconta l’impegno a «mantenere un rapporto personale vivo con i giovani.
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Perché prima di essere cardinale sono un prete, un pastore. E vedo costantemente che i giovani smettono di considerare il Vangelo, se hanno l'impressione che noi stiamo discriminando». Per i ragazzi di oggi «il valore più alto è la non discriminazione. Non solo quella di genere, ma anche etnica, di provenienza, di ceto sociale. Sulle discriminazioni si arrabbiano proprio!».