Paolo Landi per Dagospia
il corriere della sera annuncia di non riuscire a pubblicare tutti i necrologi
La morte di Berlusconi ha riacceso i riflettori sul necrologio, un esercizio di stile che avrebbe affascinato Raymond Queneau: lo scrittore francese scrisse novantanove versioni della stessa storia, raccontata ogni volta con un tocco differente; dei necrologi per Berlusconi, apparsi sui principali quotidiani nazionali, si perde il conto, un lavoraccio mettersi a sommarli. Leggerli poi, così ripetitivi, senza le invenzioni scoppiettanti di Queneau, si rischia di morire dalla noia: tuttavia il necrologio è ancora un saldo attivo nelle entrate della stampa quotidiana cartacea che, come si sa, non se la passa troppo bene.
guadagnino antonelli necrologio su berlusconi
L'avvocato Agnelli ebbe circa duemila necrologi: se calcoliamo l'ingombro medio di un modulo a quattrocento euro ciascuno, il totale è praticamente uguale alla cifra che il Corriere chiede per una pagina pubblicitaria. Mentre gli articoli non li legge quasi più nessuno e si diffonde a macchia d'olio il tic di noi giornalisti di rileggerci, per cui impariamo a memoria quello che peraltro avremmo scritto noi, continuando a ignorare quel che scrivono i nostri colleghi, i necrologi vengono avidamente compulsati per vedere chi li ha inviati: è il gioco mondano di vedere chi c'è, cosa dice, misurando il grado di intimità col defunto.
necrologi di silvio berlusconi corriere della sera 14 giugno 2023
Difficile trovare necrologi dignitosi: o sono burocratici, con quelle formule copiate, o sono patetici; qualcuno che conosceva bene il morto ne riconosce alcuni ipocriti; ogni tanto sono involontariamente comici: "Mariangela Mariangela Mariangela Mariangela Mariangela Mariangela Mariangela Mariangela Mariangela Mariangela Mariangela Mariangela Mariangela" ripetuto tredici volte e nient'altro da Ornella Vanoni nel suo necrologio per la morte della Melato, mentre i fanatici del camp collezionavano quelli di Valentina Cortese, molto teatrali, finché anche lei se n'è andata, come scrisse qualcuno "con il suo foulard"; "è stato fischiato un ingiusto fuorigioco e tu sei uscito dal campo della vita" sarebbe toccato leggere a Mihajlovic se, per sua fortuna, non fosse stato già morto; gli aneddoti sarebbero degni di essere antologizzati:
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la scrittrice Luce (D'Eramo) che si spegne, "si è seduto al banchetto celeste" (lo chef), "stavolta ce l'hai fatta grossa" (ricorrente nei necrologi di chi al morto non perdona nulla, nemmeno di morire per far dispetto a chi rimane). Fuori antologia i necrologi dei fuoriclasse Carlo Antonelli e Luca Guadagnino, che cominciarono a uscire poco più di una anno fa sul Corriere, con l'addio alla regina d'Inghilterra ("Rosa, celeste, verde pallido, rosso acceso, rosso scuro, blu profondo, blu cobalto, verde pisello, giallo...
Tutti i colori del mondo, il mondo che cercava comunque di dominare e che era ancora impero per Sua Maestà Regina Elisabetta II"), a Raffaella Carrà ("Questa volta non serve unirsi alla commozione e alla gratitudine che stanno travolgendo il mondo per la partenza verso universi paillettati e dove il collo non si spezza per il colpo di frusta all'indietro, che hanno accolto la compagna umanista Raffaella Carrà"); fino al necrologio per Silvio, diviso in due parti e uscito sempre sul Corriere: "Abbiamo passeggiato tutto il pomeriggio a Milano 2 ripensandoti.
foto di silvio berlusconi nella sede di forza italia
Le villette color mattone, i grattacieli, la vecchia sede di molti uffici tuoi, il lago dei cigni che ogni tanto gettavano per te l'ultimo canto. Poi, ai margini, i bagliori dei ceri dietro le finestre di case regalate. E dappertutto, nelle strade vuote, l'eco delle tue risate. Quante risate...Troppe. Roma, 12 giugno 2023". E, nella seconda parte: "Il giorno dopo ti abbiamo celebrato di nuovo, facendo tanti giochi, i tuoi preferiti: il monopoli truccato senza imprevisti, o probabilità; il karaoke; lo scarabeo per scrivere paroline eleganti tutte imbellettate come te per far passare ogni pensiero; la seduta spiritica per svegliare il demone nella pancia del Paese. Abbiamo urlato tutta la notte. Roma, 14 giugno 2023".
Il trattamento post mortem riservato a Berlusconi, la cura igienica di conservazione e presentazione estetica della sua immagine dopo la sua dipartita, è riassunta in queste paginate di necrologi. A forza di essere lavata e spugnata, pulita e ripulita ma soprattutto negata e scongiurata, è successo che la morte di Silvio Berlusconi è stata sottoposta a un trattamento igienico da pubblicità del profondo, quella che Roland Barthes in Miti d'oggi attribuiva a una rappresentazione epica dei turbolavaggi promessi dai detersivi, per cui perfino la sua morte, come la sua vita, è stata vetrificata, criogenizzata, truccata.
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Bisogna soffermarsi su Antonelli e Guadagnino o fare un giro su TikTok per vedere incrinarsi questa mitologia, dove la morte entra in scena come un ostacolo ostile ai buoni propositi del capo, che non capisce, e si pone domande superflue ("che ci faccio qui?" racconta di aver pensato, in un video) nel suo letto di ospedale. "Era un uomo tutto case e famiglie" pubblica uno, mentre su Facebook si moltiplicano le riscritture dell'omelia del cardinal Delpini: "Vivere. Vivere e spernacchiare la vita. Vivere e desiderare che la vita sia facile, soprattutto per sé e per i parenti...vivere e sentire le forze esaurirsi, soffrire il declino e contrastarlo con le pasticche, i trapianti, le punture...".
Quella di Berlusconi non è stata una morte "naturale", che è arrivata, come per tutti, alla fine dell'esistenza. È stato il tentativo di far arretrare i limiti della vita, intesa come processo di accumulazione: una strategia quantitativa che ha enumerato possedimenti immobiliari, televisivi, finanziari, calcististici, politici, umani, in una sorta di passaggio dalla vita al capitale-vita, nel tentativo di esorcizzare i limiti che né la scienza né la tecnica possono mettere al desiderio di essere immortali.
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Ecco quindi che il necrologio di Carlo Antonelli e Luca Guadagnino riporta l'attenzione su di noi, "fruitori" di questa morte mediatica, trasformando la solita carrellata esibizionistica di luoghi comuni dell'obituary del quotidiano milanese, in un gesto artistico, una specie di "détournement situazionista", che rivela l'usura e la perdita di importanza dei cliché, illuminando le parole fasulle, sbandierate come sentimenti autentici, di una luce malandrina.
necrologi per silvio berlusconi sul corriere della sera 1 necrologi per silvio berlusconi sul corriere della sera 3 NECROLOGIO DELLA REGINA ELISABETTA BY CARLO ANTONELLI E LUCA GUADAGNINO silvio berlusconi forza italia silvio berlusconi forza italia PAOLO LANDI IL NECROLOGIO DI SILVIO BERLUSCONI SUL NEW YORK TIMES