1. DI BATTISTA NON SI RICANDIDA FICO FUORI DAL NUOVO VERTICE
Ilario Lombardo per La Stampa
Non poteva che ispirarsi al suo modello di gioventù per questa difficile scelta: quando i barbudos presero il potere a Cuba, Che Guevara non fece passare molto prima di decidere di lasciare tutta la scena a Fidel Castro e di partire verso la prossima rivoluzione. Fatte le debite dimensioni, il piccolo Fidel del M5S lo interpreterebbe Luigi Di Maio.
di battista
A recitare qui volontariamente la parte del Che è invece Alessandro Di Battista, il più amato dalle folle grilline, il mattatore della tv, l' uomo-piazza che mai fino in fondo si era adattato alle pastose liturgie parlamentari. «Non mi candiderò alle prossime elezioni» è stato il suo clamoroso annuncio.
Di lui hanno sempre detto i colleghi: è uno che si sveglia tardi, non ha voglia di regolamenti, poi però è su un palco, in mezzo alla folla o davanti alla telecamere e gli nasce un brillio negli occhi.
di battista cancelleri e di maio con fabrizio la gaipa
Da tempo diversi amici dicevano: vedrete, non si ricandiderà. In molti, a Rimini, capirono che sarebbe finita così, davanti al video in diretta dall' ospedale dove era appena nato suo figlio.
Disse: «È giusto non candidarsi. Mi sento un libero battitore. Ognuno ha il suo ruolo. Voglio essere totalmente libero di portare avanti le battaglie in cui credo».
BEPPE GRILLO LUIGI DI MAIO ALESSANDRO DI BATTISTA
Era solo la premessa all' addio di ieri. Di Battista, Dibba per tutti, ha il dono dell' attore, ma è anche un ottimo regista di se stesso, perché sa gestire i tempi dell' entrata e dell' uscita di scena. «Ho altre aspirazioni - spiega - portare la politica al di fuori dei palazzi. E poi scrivere. Presto uscirà il mio libro. Dall' estate prossima, dopo le elezioni, partirò per andare un po' in giro nel mondo, a vedere quali sono le altre esperienze e riportarle qui in Italia».
ALESSANDRO DI BATTISTA CONTESTATO
Ma c' è il figlio appena nato, che per lui è un' avventura che si intreccia alle ambizioni della scrittura: «Non nego che la nascita di mio figlio è come se avesse dato ancora più benzina a una scelta che era già presa. Quando ti nasce un figlio inizi a pensare moltissimo al tuo futuro, alle tue reali aspirazioni, ai tuoi sogni. E tra i miei sogni c' è continuare a combattere anche attraverso la controinformazione e la scrittura».
Il libro, che intreccia l' esperienza nel M5S, la politica e la paternità uscirà a giorni per Rizzoli. L' annuncio di ieri è anche un ottimo lancio pubblicitario. E sarà il «congruo» anticipo della casa editrice che aveva già pubblicato il suo precedente volume, assieme ai guadagni di quest' ultimo, a permettergli di compensare in parte la perdita dell' importante stipendio da parlamentare. Detto questo, gli terranno un posto al caldo per quando vorrà tornare, e consumare il suo secondo mandato a disposizione, magari da nuovo candidato premier.
DI BATTISTA
Non ci sono altri motivi da indagare, assicura Di Battista, dietro alla sua scelta, anche perché lascerà la Camera non il Movimento: «Nessun dissidio con Beppe Grillo o con Di Maio». A riprova di quanto sostiene promette che tornerà in piazza con un nuovo tour per raccontare il programma del M5S. Fino alle prossime elezioni Di Battista resterà l' altra metà di Di Maio, il carisma opposto all' istituzionalità del collega candidato premier.
il videomessaggio di di battista
Sarà ancora questo il ruolo che si ritaglierà all' interno del nuovo vertice del M5S battezzato a Milano sabato scorso.
Per minimizzare con gli altri la chiamano squadra. Ma tra di loro già lo definiscono per quello che è davvero: un vertice, il primo targato Di Maio. Ne fanno parte gli uomini sono stati il suo cerchio di fedelissimi negli ultimi mesi: Alfonso Bonafede e Riccardo Fraccaro, che si occuperanno dei comuni M5S; Davide Casaleggio che continuerà a gestire la piattaforma Rousseau e dovrebbe avere l' ultima parola sulle regole per le ricandidature.
andrea figlio di alesssandro di battista
Infine, Ilaria Loquenzi che coordinerà la comunicazione in Parlamento e Rocco Casalino che avrà sempre di più il ruolo di portavoce di Di Maio. Non c' è e non ci sarà Roberto Fico, che nel vecchio direttorio aveva il compito di supervisionare i meet-up. «Sarebbe stato paradossale dopo gli scontri con Luigi» spiegano dal M5S. Ora i rapporti sembrano migliorati, i due si sentono, Fico evita di replicare alle dichiarazioni di Di Maio e stasera lo manderanno in tv per mostrare che lo vogliono ancora con loro . Ma non più in alto, nella stanza del candidato che deciderà le sorti del Movimento.
2. IL PAPÀ FASCISTA E IL CATECHISMO A ROMA NORD DIBBA HA COSTRUITO LA SCENEGGIATURA PERFETTA
Jacopo Iacoboni per La Stampa
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S e la mossa è stata preparata da tempo, stavolta è venuta bene. Se nasce da una valutazione esistenziale o aziendale, poco cambia: con l' annuncio «non mi ricandiderò», «sosterrò sempre il M5S, ma al di fuori dei palazzi istituzionali», Alessandro Di Battista fa quello che non t' aspetti da un politico, e dunque quello che più serve a un Movimento spesso appannato nella sua metamorfosi-partito: mostrarsi diverso dai politici tradizionali. Che lo sia realmente, diverso, poco importa, adesso. La mossa di Di Battista così lo fa sembrare.
alessandro di battista instagram 9
Se Di Maio è il suo D' Alema, Di Battista si candida a fare il suo Veltroni.
La sceneggiatura è stata costruita per tempo. Già a settembre Dibba creò una buona suspense tra i suoi fan confidandosi con amici e facendo quindi uscire questa frase, «ragazzi, non so se mi candiderò di nuovo a questo giro. Ho voglia di fare tante altre cose. Ho voglia di tornare a scrivere».
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E alla festa cinque stelle di Rimini non andò, rendendo evidente come fossero altre in quel momento le sue priorità: la nascita del primo figlio è sicuramente una di queste. Si collegò in video, proprio lui, il più amato fisicamente dalla folla grillina, e disse «è giusto non candidarsi, non è il mio ruolo. Mi sento un libero battitore. Ognuno ha il suo ruolo. Voglio essere totalmente libero di portare avanti le battaglie in cui credo».
Sconcerto tra la folla, che non ci volle credere. I suoi fan speravano di no, i suoi detrattori si domandavano chi è che mai, in Italia, rinuncia a quella poltrona. E invece ieri sera, zac, colpo di scena.
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Chi lo conosce dice che Di Battista ha detto «farò politica a modo mio»: si porta enormemente avanti nella battaglia politica, pronto a una leadership futura tra i grillini che a questo punto pare certa per acclamazione, sia quando sia. Per ora può far politica anche facendo tour elettorali, in fondo è lui quello del papà fascista, col busto di Mussolini nell' ingresso di casa, ma anche delle foto in brandina posando alla Che Guevara di Roma Nord, dei tour in scooter, delle «spremute di umanità» con cui Il Foglio lo sfotte; oppure scrivendo libri, con ottimi contratti editoriali: il prossimo sarà un memoir dedicato alla sua paternità, per il gruppo Mondadori (immaginate anni fa cosa gli avrebbe detto Casaleggio, se avesse scritto per una casa editrice di Berlusconi).
VITTORIO DI BATTISTA
Chi ragiona in chiave tutta politica vede solo che l' ex catechista della parrocchia di piazza dei Giuochi Delfici a Roma (l' altra catechista con lui era la moglie dell' allora governatore di Bankitalia Fazio, coi figli del quale Dibba era ottimo amico) si tiene pronto per il prossimo giro, in caso di durata breve della legislatura: Di Battista, così, non si sarebbe bruciato il secondo mandato. Ma sarebbe politichese, e questa mossa non appartiene (solo) al politichese.
Nella politica come performance per ottenere clic, produrre ads (pubblicità) politiche sui social, e visualizzazioni, la scena intelligente della rinuncia di questo ex animatore di villaggi si vende benissimo. Specie se recitata dal più telegenico dello spettacolo. Un performer costruito e coccolato dall' azienda: Di Battista fu scoperto e portato alla Casaleggio da Mario Bucchich, il socio storico di Gianroberto.
ALESSANDRO DI BATTISTA
Casaleggio senior gli diede tremila euro per girare il Sudamerica e scrivere un libricino, poi risultato terzomondista ("Sicari a 5 euro"), venduto per Adagio (la casa editrice della srl). Partì a 25 anni, con l' allora fidanzata, stette in Colombia e Guatemala, poi ritornò per candidarsi (chiamato da Casaleggio; lui voleva restare). Tornato, cominciò a suggerire di leggere Che Guevara e Marx ad amici che li avevano scoperti a 17 anni. Dibba è così, tocca una cosa e si convince di averla scoperta lui.
vittorio di battista
Ebbe altre fidanzate, per esempio la fascinosa A. G., moldava, annunciata in gran spolvero e poi sparita. O la compagna attuale, che lo ha reso papà, una francese che potrebbe rivelarsi, anche, ottima consigliera.
grillo di battista alessandro di battista su facebook single alessandro di battista con sahra alessandro di battista sahra