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    IL CINEMA DEI GIUSTI – CHE DELUSIONE IL “MAIGRET” DI PATRICE LECONTE! SOPRATTUTTO PER I FAN DI GEORGES SIMENON E DI GÉRARD DEPARDIEU – È UN MAIGRET DI GRANDE SPESSORE SOTTO TUTTI I PUNTI DI VISTA, MA MOLTO DEPRESSO, CHE TEME DI AVERE QUALCOSA DI INESORABILE, CHE HA SMESSO DI FUMARE LA PIPA, CHE NON MANGIA PIÙ (… MAGARI FA BENE). IO E LE SIGNORE DAVANTI A ME IN SALA VOLEVAMO QUALCOSA DI PIÙ BRILLANTE… – VIDEO


     
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    Marco Giusti per Dagospia

     

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    Che delusione! Soprattutto per i fan di Maigret, di Georges Simenon e di Gérard Depardieu. Sono andato di corsa ieri a vedere, in edizione originale al Nuovo Olimpia di Roma, il “Maigret” di Patrice Leconte, che lo ha pure sceneggiato assieme a Jerome Tonnere, tratto da “Maigret et la jeune fille”. L’idea di Depardieu – Maigret mi sembrava ottima, come quella di Leconte regista.

     

    Invece quello di Depardieu-Leconte è un Maigret di grande spessore sotto tutti i punti di vista, ma molto depresso, che teme di avere qualcosa di inesorabile, che ha smesso di fumare la pipa, anche se spiega a un suo collega che il verso che deve fare la pipa quando si fuma è “poc-poc”, che non mangia più (… magari fa bene), malgrado gli inviti di amici a colleghi e la descrizione di un’anatra cucinata nel suo stesso sangue che mi fa diventare vegano, e si limita a bere.

     

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    Sì, fa qualche buona battuta, come quando spiega che ci sono casi da bianco, casi da calvados… ecco questo è un caso da bianco, e infatti per tutto il tempo delle indagini berrà bianco. Ma non è il Maigret che le signore d’età in sala si aspettavano. Non saranno state molte, ma neanche pochissime, visto che ieri il film segnava 4.309 spettatori affezionati in 193 sale con un incasso di 27 mila euro.

     

    Ma ci sono rimaste male, devo dire. Anche la signora Maigret, interpretata da Anne Loiret non fa molto, non cucina granché. Il caso in questione che deve risolvere Maigret che ha appena smesso di fumare la pipa, magari è per questo che è depresso, è quello di una giovane ragazza di provincia, Clara Antoons, che è stata trovata morta con cinque coltellate al ventre in mezzo alla strada e non si sa bene chi sia.

     

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    Per capirlo, Maigret dovrà indagare, partire dal vestito pieno di sangue che la ragazza aveva affittato non si sa bene per quale evento e entrare nel suo mondo attraverso un’altra ragazza, la Betty di Jade Labeste, e la ricostruzione della gente che può averla incontrata. Ci sono buoni attori, Aurore Clement, André Wilms, Melanie Bernier, qualche buona battuta, ma Leconte non sembra così interessato a ricostruire il mondo di Maigret partendo dal corpaccione, dal cappotto, dal cappello e dalla verve di Depardieu.

     

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    Ne fa un eroe stanco, da pandemia, pronto alla ritirata. Uffa. Ma io e le signore davanti a me volevamo qualcosa di più brillante. Ci siamo spostati apposta da casa. Non che il primo Maigret del cinema, se non sbaglio quello di Jean Gabin doppiato da Emilio Cigoli diretto da Jean Delannoy nel 1958 fosse un capolavoro, ma aveva un altro piglio.

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    E poi c’erano, giovani, Lino Ventura, Annie Girardot. E Gabin non solo non era depresso, ma si muoveva in un mondo da noir francese d’alta classe. Per non parlare del Maigret di Gino Cervi, che si diceva il più aderente al personaggio di Simenon, perché in fondo Gabin faceva sempre Gabin. Detto questo aspettiamo Leconte e Depardieu in un secondo episodio. In sala.

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