Marco Giusti per Dagospia
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Il film più fighetto e cool della settimana, avvolto nella meravigliosa musica inglese degli anni ’60 di Petula Clark, di Sandie Shaw, dei Kinks e dei Beatles, non può che essere “Ultima notte a Soho”, scritto e diretto da Edgar Wright, il Tarantino inglese, interpretato e in parte cantato dalla stupenda Anya Taylor-Joy di “La regina degli scacchi” in versione bionda, Thomasin McKenzie, e da tre star inglesi del calibro di Terence Stamp, Rita Tushingham e Diana Rigg, scomparsa a riprese terminate.
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E giustamente il film è a lei dedicato. Presentato a Venezia e al recentissimo London Film Festival tra gli applausi dei fan di Wright, da oggi in sala, e a Roma lo trovate al Cinema Troisi, la sala più fighetta e giovanile del momento, è una favola pop dark dedicata agli anni ’60 e alla Londra del periodo fra minigonne, pub, teppisti, giovani cantati e colori acidelli.
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Confesso che per un po’, fino a quando la piega dark e gli effetti speciali con fantasmi e pseudo zombi non prende il sopravvento, il film è delizioso e anche più di quello che ci aspettavamo. E la musica comanda. Dopo non sono riuscito più a seguirlo con una vera attenzione e interesse, scivolava un bel po’ nella banalità e tutta la costruzione era già chiara. Almeno per me, che i film inglesi di allora li ho visti al cinema.
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Ma, certo, se sei un ventenne, tutto può sembrare nuovissimo e originale. Siamo in Cornovaglia, oggi. La giovane orfana Eloise, come la canzone di Paul Ryan cantata dal fratello gemello Barry, interpretata da Thomasin McKenzie, vive con la nonna, la grande Rita Tushingham di “Sapore di miele” e “Non tutti ce l’hanno”, nel continuo ricordo degli anni ’60, delle sue musiche e dei suoi vestiti.
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Avendo vinto una borsa di studio al London College of Fashion, wow!, lascia il paesello e la nonna e viene catapultata in quel di Soho, sognando a occhi aperti il vecchio mondo. Eloise detta Ellei, scappata da una coinquilina invadente, pippata e scopatrice, certa Jocasta, va a vivere nella casa vecchio stile della misteriosa Miss Collins, Diana Rigg.
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E’ la casa che sognava, ma ogni volta che si addormenta precipita davvero nella Soho anni ’60 inseguendo, come fosse un suo doppio, una certa Sandie, come Sandie Shaw, la cantante scalza della nostra gioventù, interpretata dalla strepitosa Anya Taylor-Joy, ragazza in cerca di fortuna nel mondo dello spettacolo cantando nei bar di Soho. Assieme a lei vengono fuori anche tipi e tipacci che la vogliono sfruttare e un po’ alla volta Ellie non sarà solo spettatrice di una vecchia storia, ma ci entrerà del tutto dentro, in un continuo uscire e entrare nel passato.
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E’ allora che la chiave thriller prenderà il sopravvento. Anche i thriller inglesi anni ’60, alla John e Roy Boulting diciamo, ricordiamo il notevole “Twisted Nerves”, fanno parte del mondo che interessa a Wright, regista che gioca continuamente coi generi del passato e con le stravaganze autoriali, ma tutto quello che di buono aveva prodotto la prima parte del film, compreso il rapporto a specchio fra le due ragazze, con Ellie sempre più uguale a Sandie, si vanifica con lo scivolamento negli effetti speciali non controllati.
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La parte più interessante è però composta dalla colonna sonora che mostra una complessa ricostruzione della musica inglese del tempo. La stessa Anya Taylor Joy canta due canzoni, la celebre “Downtown” cantata da Petula Clark e “You’re My World” cantata da Cilla Black, protegé di George Martin, ma che è in realtà la versione inglese, con nuovo testo, di “Il mio mondo” del nostro Umberto Bindi.
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Ma sentiamo anche “A World Without Love”, scritta da Paul McCartney per la sua fidanzata del tempo, Jane Asher, sorella del Peter del duo Peter & Gordon che la cantarono negli anni ’60, “Wishin' and Hopin'” di Dusty Springfield, “Don't Throw Your Love Away” dei The Searchers, “Beat Girl” di John Barry, “Starstruck” dei The Kinks, “Wade in the Water (Live at Klooks Kleek)dei The Graham Bond Organisation, “Puppet on a String” di Sandie Shaw, “Eloise” di Barry Ryan, “Heat Wave”degli Who, “Last Night in Soho”, “(There's) Always Something There to Remind Me” di Bacharach e David cantata da Sandie Shaw. Niente di davvero nuovo, ma tutto molto grazioso. Ci cascate/ci caschiamo facilmente. In sala da oggi.
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