Marco Giusti per Dagospia
il muto di gallura
Ieri mi sono visto il davvero curioso western gallurese parlato rigorosamente in dialetto sardo “Il muto di Gallura” scritto e diretto da Matteo Fresi, fotografato da Gherardo Gossi con Andrea Arcangeli e Marco Bullitta. Poverissimo.
Solo esterni, devo dire bellissimi, e un paio di interni, per una megafaida ambientata in pieno 800 tra i monti di Gallura che si sviluppa tra due famiglie nata dopo una richiesta di matrimonio finita male legata a un certo Pietro Vasa, interpretato da Marco Bullitta, e la famiglia di “babbo” Vasia, impossibile, Giovanni Carroni. Teste dure come pochi.
i soldati piemontesi ne il muto di gallura
I soldati piemontesi non riescono a capire quando possa finire. Niente. Fino alla scomparsa definitiva di una delle due famiglie. La differenza la fa un muto, Bastiano Tansu interpretato dal bi ondo Andrea Arcangeli, quello del titolo, che non sbaglia un colpo e colpisce tutti, anche bambini e donne, con un colpo in testa. Bang! Non si capisce cosa pensi, né lui né tutti gli altri. Fa fuori qualcosa come 70 persone nascondendosi tra i monti.
il muto di gallura 2
Quando scopre il sesso, la bella Gavina di Syama Rayner che si fa il bagno con lui in un fiume, inizia a capire due cose in più del mondo. La storia è tratta da un romanzo scritto da Enrico Costa nel 1884 e ispirati a una vera micidiale faida gallurese. Prodotto da Fandango e da Rai Cinema è sicuramente meglio di quasi tutte le commedie che ho visto in questi due anni di pandemia. E pure prima.
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