Marco Giusti per Dagospia
massimo ghini ennio doris c'e anche domani
Ci siamo. E c’è tutto. Pure la nascita dello spot col cerchio segnato sulla terra col bastoncino della Banca Mediolanum (“Una banca costruita intorno all’uomo, per dare più valore ai suoi valori”) e le grandi frasi (“Mai mettere la nostra felicità nelle mani degli altri”).
Diciamo che tra la miniserie, documentaristica, di Netflix in onda da giovedì dedicata al Giovane Berlusconi, e la fiction dedicata a Ennio Doris, “Ennio Doris – C’è anche domani”, diretta da Giacomo Campiotti (“Braccialetti rossi”, “Come due coccodrilli”) con Massimo Ghini che fa Doris e Alessandro Bertolucci che fa un Berlusconi forte, sorridente, bello, pieno di capelli che verrà presentato stasera al Quattro Fontane in anteprima alla presenza di Marina Berlusconi, è cominciata la rilettura della storia dell’Italia berlusconiana in versione Mediaset-Mediolanum.
daniel santantonio e alessandro bertolucci in ennio doris c'e anche domani
Meglio di un busto al Pincio. “C’è anche domani”, che ho visto stamani in un’anteprima stampa non proprio affollata, eravamo in quattro, e in tre siamo vigliaccamente scappati a fine film prima di una conferenza stampa dalla quale sarebbe stato impossibile fuggire, non poteva naturalmente che essere un grande film stracult come non se ne vedevano da tempo. Non perché sia rozzo o mal girato, anzi, è girato mediamente con più attenzione di tanta fiction e di tanti film che vediamo soprattutto in tv, e la parte di Ennio Doris bambino a Tombolo, a 30 km da Padova, è piuttosto graziosa e ci farebbe sperare anche qualche ambizione bertolucciana.
massimo ghini e lucrezia lante della rovere in ennio doris c'e anche domani
E neanche perché sia mal recitato, anzi, Ghini e Lucrezia Lante della Rovere che fa sua moglie sono credibili, qua e là appaiono buoni attori come Maurizio Donadoni, il nostro Gerard Depardieu, come il padre contadino e mediatore di vendita di mucche che insegna le regole della vita al figliolo, o Marco Foschi che fa il consulente cinico della Mediolanum all’epoca del crollo della Lehman Brothers, i bambini sono perfetti, magari si poteva migliorare il parrucchino di Luigi Diberti, così fa un po’ Viperetta e il Doris ventenne è un po’ troppo biondo, ma va bene. No.
ennio doris c'e' anche domani.
Il film è stracult perché è costruito come un santino, come un biopic di Padre Pio da far vedere agli azionisti, inondato di musica inutile da spot, dove il protagonista nell’Italia dei palazzinari, degli imprenditori, dei banchieri che ben conosciamo, fa miracoli di bontà. Protegge i risparmi di tutti i cittadini. Rispetta la parola data. Manda tutti a curarsi al San Raffaele e propone come prima regola quella di “guidare la propria vita”. E quando si incontra con Silvio berlusconi in quel di Portofino è come se si incontrassero Padre Pio e San Rita da Cascia.
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Doris si dispiace solo di non poter raccontare alla madre morta da poco l’incontro della sua vita. Ma lei lo avrà sicuramente sapute, chiude Berlusconi. Se per caso avete una copia di “Loro” di Paolo Sorrentino, film invedibile oggi in Italia perché finito come proprietà di mediaset e quindi diventato intrasmettibile (chissà perché…) riguardatevi l’inizio della seconda parte con Servillo-Berlusconi che si sdoppia in Servillo-Doris nella scena di maggior culto del film, dove i due soci si affrontano come se fossero due volti dello stesso personaggio.
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In qualche modo, come dentro la Banca Mediolanum c’è il capitale di Berlusconi, dentro il film su Doris, dentro il santino del banchiere buono, gentile, santo, generoso, che mette i suoi soldi per non far perdere nulla agli azionisti, c’è già il santino del Berlusconi buono, anzi buonissimo, che ha salvato gli italiani dal pericolo rosso.
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Ah, no, qui di politica proprio non si parla. Si parla di Coppi e Bartali, sì. Si parla anche un po’ di follia legata al denaro alla “Lupo di Wall Street”, agli imbrogli dei banchieri americani, ma non ci sono ombre su Ennio Doris e sulla sua missione sulla terra che i figli porteranno avanti con la stessa candida dolcezza nel rispetto dei poveri e degli investitori. Ovvio che dopo il biopic su Ennio Doris, che verrà mostrato in sala solo il 15-16-17 aprile, temo senza ottenere un grande interesse da parte del pubblico, si tenterà un biopic o una serie fiction su Berlusconi. Magari un po’ meno pubblicitaria di questa. E magari ci vorrebbe un regista più noto. Ormai ci siamo. Lo so.
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